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Il governo europeo della migrazione

4 Ottobre 2017

Deportati, respinti, trattenuti. Indagine on the road per conoscere da vicino i percorsi migratori che portano in Italia e le sfide aperte.

Questa rubrica intende analizzare e raccontare le principali questioni riguardanti i fenomeni migratori globali, con uno sguardo focalizzato sull’Europa, attraverso storie di vita, narrazioni e analisi delle strutture fondamentali del governo europeo delle migrazioni. Si tratta di dati e materiali raccolti negli ultimi 7 anni, di cui quasi cinque per le ricerche di laurea, dottorato e post-dottorato, e due anni e mezzo di ricerca free-lance multisituata nei principali luoghi interessati dalle migrazioni in Italia: aree di sbarco, luoghi di stanziamento informali, punti di transito, frontiere.

Per tali lavori vanno ringraziati anzitutto due docenti: il prof. Marco Ventura, direttore del Centro per gli Studi Religiosi della Fondazione Bruno Kessler di Trento, che mi ha offerto un contratto di ricerca per una mappatura delle istituzioni religiose migranti nell’area urbana di Trento e una collaborazione tutt’ora in corso che mi da la possibilità di analizzare come i linguaggi religiosi costruiscano discorsi sui confini, sulla migrazione e sulle più generali diseguaglianze globali come quella dell’accesso alla mobilità geografica. Tale ciclo di interventi si inserisce infatti in una delle linee di ricerche definite all’interno della mission del Centro, quella relativa ai conflitti. Si guarderà, nello specifico, a come i linguaggi religiosi riescono a costruire una prospettiva critica sulla questione dei confini e della mobilità bloccata.

Il secondo docente che mi preme ringraziare è il prof. Pino Schirripa (Sapienza – Università di Roma) direttore delle Missioni Etnologiche Italiane in Ghana e nel Tigray-Etiopia. Lui e i ricercatori che ruotano intorno alla missione sono stati sempre importanti fonti di scambio di riflessioni e di dati. Un tributo va dato al progetto Mediterranean Hope della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, che, assumendomi alla Casa delle Culture di Scicli, ha mantenuto una elasticità nella gestione dei tempi di lavoro che mi ha permesso lunghi periodi quasi di ricerca pura e di conoscenza delle reti locali impegnate nel lavoro con i migranti. Per i dati e le riflessioni riguardanti invece il continente, vanno ringraziati il collettivo Campagna Welcome Taranto e il progetto STAMP (Sostegno ai Transitanti, Accoglienza a Migranti e Profughi) che mi ha adottato da Maggio 2017, e di cui mi sento ormai parte. In particolare ho partecipato alle loro attività di monitoraggio a Ventimiglia, in risposta alla staffetta chiamata dal progetto 20K, i quali vanno ringraziati insieme al Centro Sociale “la talpa e l’orologio” di Imperia ed alla rete Sconfinamenti.

Ho deciso di mettere su carta (virtuale) questi materiali e queste riflessioni in un luogo e mediante un linguaggio non direttamente collegato all’accademia, che potesse insomma consentire la lettura anche ai non addetti ai lavori. Tale scelta non si richiama ad un anti-accademismo, che rischia di essere in ultima analisi populista, retorico e pericoloso: tale materiale è stato e sarà oggetto di pubblicazioni scientifiche. La scelta è invece motivata da un criterio di tipo etico morale: i fatti e le analisi di questa rubrica riguardano qualcosa che sta accadendo mentre noi scriviamo; i tempi lunghi della pubblicazione scientifica non consentirebbero di rispondere all’urgenza e all’imperativo morale di testimoniare e prendere la parola pubblicamente da parte di chi produce sapere e conoscenza. Dell’antropologia mantengo il metodo basato sulla ricerca etnografica e lo sguardo volto a collegare i livelli del quotidiano con le grandi questioni globali, le azioni dei singoli in rapporto ai dispositivi che strutturano il campo di azione dei singoli.

La rubrica sarà distribuita su diverse “puntate” che costituiranno un racconto non lineare, ma frammentato e spezzettato come solo le narrazioni riguardanti la migrazione possono essere. Tuttavia, al netto di questa frammentazione, il primo blocco tematico sarà abbastanza coerente e racconterà la costruzione di una frontiera francese che, tramite le deportazioni dei migranti, si allunga fino a Taranto, costruendo uno spazio confinario a geometria variabile.

– Immagine di copertina per gentile concessione di Francesco Piobbichi –


La RUBRICA “Il governo europeo della migrazione” è a cura di OSVALDO COSTANTINI, associate researcher presso il Centro per le Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler, impegnato nelle linee di ricerca sugli stili di vita e i conflitti. Nell’ambito di questo interesse si muove a cavallo tra le pubblicazioni scientifiche e gli interventi pubblici sulla stampa, soprattutto in relazione a quegli aspetti delle #migrazioni maggiormente legati agli immaginari, ai desideri, e alle connesse frustrazioni e disillusioni che muovono le azioni di questi nuovi “dannati della terra”.
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