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All’ECT* il ricordo del professor Renzo Leonardi, “padre” della fisica trentina e del Centro di Protonterapia

18 Febbraio 2020

Scomparso il 6 luglio scorso, all’età di 79 anni, il professor Renzo Leonardi, uno dei “padri” della fiisica a Trento e del dipartimento di Povo dell’Università, nonché di ECT*, Centro europeo di Fisica nucleare teorica della Fondazione Bruno Kessler

Il professore, tra i fondatori anche del centro di protonterapia di Trento, è stato ricordato stamani con una cerimonia a cui sono intervenute numerose autorità del mondo accademico ma anche politico locale, fra cui l’assessore provinciale allo sviluppo economico e lavoro, il sindaco di Trento, il direttore dell’ECT* Jochen Wambach, la dottoressa Anna Perini del Cda di FBK, anche in rappresentanza del segretario generale Andrea Simoni, il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini, il direttore del Dipartimento di Fisica Antonio Miotello. Sede della cerimonia proprio una “creatura” di Leonardi, l’ECT*, nato nel 1993 in seno all’allora Istituto Trentino di Cultura, oggi FBK, con il sostegno della comunità scientifica internazionale e considerato dall’Unione Europea “Major research European Infrastructure”, che ogni anno richiama a Villazzano centinaia di ricercatori e ricercatrici per convegni e progetti di alto valore scientifico.

Nei diversi interventi che si sono succeduti Leonardi è stato ricordato come uno scienziato capace di coniugare ricerca teorica, ai più alti livelli, e ricadute scientifico-tecnologiche, ma anche come una figura di studioso che ha fatto dialogare due campi del sapere apparentemente lontani, la Fisica e l’arte, in virtù della sua riconosciuta competenza in questo campo, con particolare riferimento ai Fiamminghi. Leonardi si era formato alla Normale di Pisa e all’Università di Bologna. Ottenuta la libera docenza in Fisica teorica nel 1971, la sua carriera scientifica era proseguita a Genova e a Catania, per approdare infine a Trento, nel 1977. Leonardi aveva sviluppato fra l’altro uno spiccato interesse nel campo della Fisica Nucleare applicata alla Medicina. Ciò lo aveva spinto fin dal 2002 a proporre alla Provincia la creazione a Trento di un Centro di Protonterapia, all’avanguardia nella cura di particolari tipi di tumori. Centro che è diventato realtà nel 2014. Ma Leonardi, come ha ricordato l’assessore provinciale allo sviluppo economico e alla ricerca, ha anche intravisto le nuove frontiere della ricerca, in campo biotecnologico, che hanno infine portato alla costituzione in Trentino di una realtà come il Cibio.

Leonardi studioso “sensibile alle conseguenze concrete della ricerca teorica, capaci di migliorare la vita delle persone“, ha sottolineato Perini, uomo poliedrico, dai molti interessi, di casa nelle più prestigiose realtà accademiche e della ricerca a livello europeo e mondiale, ma con il dono raro di saper dialogare con le istituzioni, con chi era chiamato a decidere della nascita di un nuovo centro di ricerca o dell’adozione di una tecnologia innovativa. Questo in sintesi lo studioso ricordato oggi da tanti colleghi e amici, un grande scienziato e un grande umanista, scevro tuttavia dalla tentazione di far parlare facilmente di sé, capace di mantenere un profilo equilibrato in ogni circostanza.

Quando Leonardi è arrivato Trento – ha ricordato Collini – la città non era ancora un centro di eccellenza accademica e scientifica come oggi. Leonardi fu tra quelli che seppero coltivare una visione più ampia per il territorio, e lo ha fatto sempre, in ogni sfida che ha intrapreso nella sua vita“.

Nel prosieguo nella cerimonia, culminata con l’intitolazione allo studioso di un’aula del Centro di Villa Tambosi  si sono ascoltati inoltre gli interventi di Georges Ripka, dell’Università di Parigi-Saclay, di Marco Traini, dell’Università di Trento, che ha  raccontato la vicenda, assolutamente avvincente, dello studio compiuto da Leonardi su una miniatura di  Van Eick raffigurante la nascita di Giovanni Battista, e di alcuni altri amministratori che hanno avuto modo di conoscere e collaborare con Leonardi in passato.

 

Immagini Alessandro Girardi

 

 

 


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