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Come parlano e si parlano le religioni nella sfera pubblica

2 Novembre 2016

Un convegno a Trento nel 2017 cofinanziato dalle università di Berlino e Friburgo e organizzato dal Centro per le Scienze religiose di FBK. La Humboldt-Universität di Berlino e la Albert-Ludwigs-Universität di Friburgo cofinanzieranno il progetto del Centro per le Scienze religiose di FBK “Arguing religion” e in particolare un convegno internazionale che si terrà a Trento nel giugno del prossimo anno.

In collaborazione con il progetto di ricerca “Tiefe Meinungsverschiedenheiten/Deep Disagreements”, coordinato Berlino e Friburgo, il Centro per le Scienze religiose (FBK-ISR) sta organizzando il convegno internazionale “Arguing Religion: Disagreement, Recognition, and the Reach of Argumentative Debate”. L’incontro rientra nelle attività di ricerca del progetto, partito quest’anno, “Arguing religion” (responsabili scientifici i ricercatori FBK-ISR Boris Rähme e Paolo Costa) e si terrà a Trento, presso la sede FBK di via S. Croce 77, dal 6 all’8 giugno 2017.

Confermata la partecipazione rinomati/e ricercatori/trici negli ambiti della filosofia della religione, delle scienze religiose e della filosofia del diritto, provenienti da Finlandia, Svezia, Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Canada, Austria e Italia.

Il progetto “Arguing Religion” (Come parlano e si parlano le religioni nella sfera pubblica) – a cura di FBK-ISR

Descrizione Facendo leva su ricerche passate e presenti del Centro, questo progetto, avviato nel 2016, ha l’obiettivo di migliorare la nostra comprensione delle prospettive e della portata di risposte argomentative al disaccordo religioso. Mentre esistono numerose ricerche sui mezzi di cui le società dispongono per fare fronte al disaccordo religioso in modi eticamente, politicamente e giuridicamente legittimi, la questione dello spazio che tale disaccordo lascia all’argomentazione in senso proprio ha ricevuto molta meno attenzione. Siamo convinti che lo studio di questa dimensione sia invece cruciale, anche per l’adeguatezza delle politiche pubbliche sulla diversità religiosa. Il progetto “Arguing Religion” risponde appunto a questa esigenza. Coerentemente con la nostra visione di una diversità religiosa a tre facce, considereremo il disaccordo religioso da tre diversi punti di vista: (a) in quanto disaccordo tra credenti appartenenti alla stessa fede (disaccordo intrareligioso); (b) in quanto disaccordo tra credenti appartenenti a fedi diverse (disaccordo interreligioso) e (c) in quanto disaccordo tra credenti e non credenti (tanto atei quanto agnostici). È lecito attendersi che il ruolo, le finalità e la portata dell’argomentazione differiscano a seconda dei diversi scenari e a seconda delle fedi religiose coinvolte. Spesso, un giudizio convergente o addirittura il consenso sono considerati fini intrinseci dell’argomentazione. Ma davvero questa convergenza o questa concezione consensualista dei fini dell’argomentazione pubblica è applicabile in modo utile al caso dell’argomentazione in ambito religioso? E in caso contrario, esistono concezioni alternative promettenti? Il progetto affronterà le questioni precedenti e quelle seguenti da prospettive disciplinari differenziate (filosofia della religione, epistemologia, teoria dell’argomentazione, teologia, scienze religiose):

“Arguing Religion” si inserisce in una rete scientifica internazionale di eccellenza. Le attività svolte nel primo semestre hanno permesso di attivare una partnership con il progetto di ricerca tedesco “Deep Disagreements”, coordinato dal Prof. Geert Keil (Dipartimento di Filosofia, Humboldt Universität zu Berlin) e dal Prof. Ralf Poscher (Dipartimento di Giurisprudenza, Albert-Ludwigs-Universität Freiburg). Nel comitato scientifico di “Arguing Religion”, inoltre, sono coinvolti rinomati esperti internazionali, tra cui il Prof. Sami Pihlström (Università di Helsinki, Academy of Finland Centre of Excellence “Reason and Religious Recognition”) e il Prof. em. Charles Taylor (McGill University, Montreal).
Che cos’è un disaccordo religioso e che tipologie di disaccordo religioso esistono?
Che cos’è un’argomentazione religiosa e che cosa la distingue dalle argomentazioni non religiose?
Fino a che punto i disaccordi religiosi possono e devono essere concepiti come disaccordi in cui almeno una delle parti in disaccordo commette un errore epistemico (possiede cioè una falsa credenza)?
Quali sono le alternative teoriche a un’interpretazione cognitivista del disaccordo religioso e quale riflesso hanno sul ruolo che l’argomentazione e il ragionamento potrebbero e dovrebbero svolgere in risposta al disaccordo religioso?
Ha senso concepire (alcuni) disaccordi religiosi come disaccordi impeccabili (faultless disagreements), cioè come casi in cui, per un contenuto proposizionale p, A crede che p (o qualcosa che implica p), B crede che non-p (o qualcosa che implica non-p), e né A né B sono in errore?
Qual è la rilevanza epistemologica del “disaccordo tra pari” (peer disagreement) nel caso dell’argomentazione religiosa?
Qual è il modo migliore di comprendere le finalità dell’argomentazione religiosa? Lo scopo è forse convincere gli altri, persuaderli, riuscire a convertirli o tutt’altro?
Il progetto “Arguing Religion” è trasversale alle linee di ricerca “Conflitti”, “Valori, scienza e tecnologia” e “Spiritualità e stili di vita”. Si collega alla missione del Centro in quanto esplora il confronto argomentativo tra religioni diverse, così come tra religione e non-religione, come possibile fonte di cambiamenti innovativi all’interno di una società plurale.

 

Partner – Outcome

Una tappa importante del progetto sarà la realizzazione, nel giugno 2017, del convegno internazionale “Arguing Religion: Religious Disagreement and the Reach of Argumentative Debate”, la cui organizzazione è in fase avanzata. Tra gli speaker che hanno confermato la loro partecipazione ci sono: Prof. em. Charles Taylor (McGill University, Montreal, Canada), Prof. Sami Pihlström (Università di Helsinki), Prof. Richard Feldman (University of Rochester, USA), Prof. John Pittard (Yale University, New Haven CT, USA), Prof. Geert Keil (Università Humboldt, Berlin, Germany), Prof. Christoph Jäger (Università di Innsbruck, Austria) e Prof. Fiona Ellis (Heythrop College, London University).