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Giulia Cencetti designata “Ricercatrice emergente” dalla Complex System Society

10 Febbraio 2022

Le abbiamo chiesto una panoramica sul suo lavoro e una riflessione in occasione della Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza.

Giulia Cencetti ha lo sguardo di chi si muove in punta di piedi, senza far rumore, lasciando che siano progetti, azioni e risultati a parlare per lei. Uno di questi, raggiunto di recente, le è stato conferito dalla Complex System Society come ricercatrice emergente. “Non è relativo a un progetto specifico,” spiega, “ma è un bellissimo riconoscimento per quanto ho fatto fino a oggi, e un incentivo a proseguire con energia in questa direzione.” Detto fatto, perché Giulia è l’espressione non solo di un’idea e di un obiettivo, ma anche la sua realizzazione.

Ricercatrice che opera all’interno dell’Unità MobS – Mobile and Social Computing Lab del Centro Digital Society di FBK, Giulia Cencetti mette e si mette a proprio agio mentre spiega, anche all’occhio e all’orecchio meno esperto, cosa si intenda per “società complessa” e perché sia fondamentale considerarla e conoscerla come realtà a sé, sintesi e non solo sommatoria delle parti che la compongono. Ne consegue un lucido excursus su quanto fatto fino adesso, e soprattutto sull’interdisciplinarità che ha caratterizzato il percorso e il lavoro di Giulia. “Pur avendo iniziato il mio dottorato con un approccio molto teorico, ho avuto presto modo di conoscere ricercatori che lavorano in ambiti molto differenti dal mio. Questo però è proprio il presupposto alla base di una ricerca costruttiva, perché ambiti diversi mettono a disposizione anche strumenti diversi, che però possono portare a soluzioni fino a quel momento imprevedibili o apparentemente irraggiungibili.”

Le soluzioni, e perciò i risultati a cui si riferisce Giulia, atterrano proprio nella Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza  , mai così attuale considerando il bisogno per molte donne di vedersi riconosciuto lo sforzo (e i successi) derivati dalla capacità di lavorare per la collettività. “È un tema molto importante,” sottolinea Giulia, “e la strada da fare è ancora molta, in tutti gli ambiti. Tendenzialmente e apparentemente, i ricercatori sono abbastanza aperti per guardare più alla sostanza che all’apparenza. Nell’ambito scientifico, normalmente conta quello che si ha da dire e non tanto il genere, ma purtroppo esistono ancora molte tristi eccezioni. Tuttavia,” conclude Giulia con un sorriso non di circostanza, bensì forte della convinzione e della fiducia “mi sento di incoraggiare le donne che, come me, sono impegnate in questo ambito; non lasciatevi intimorire da vecchie e inutili barriere. Coltivate la vostra passione per la scienza e diffondete conoscenza, perché le barriere, i pregiudizi e gli stereotipi con la conoscenza si possono abbattere.

Facciamo nostro questo invito tutt’altro che banale, auspicandoci che (un giorno) questi presupposti siano considerati così normali e indiscutibili da rendere Giornate come questa  la quotidianità.


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