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La geopolitica del pallone

23 Maggio 2022

A meno di clamorosi colpi di scena, l’Italia non sarà ai mondiali che tra novembre e dicembre si giocheranno in Qatar. Chi fatica ad affrontare la visione di un mondiale orfano della propria nazionale, può rimediare approfondendo lo studio della storia della Coppa del Mondo, al quale la ricerca storica ha in tempi recenti dedicato più di un’attenzione.

Ormai da una quindicina d’anni a questa parte, gli studi sulla storia dello sport si sono intensificati. Seminari e convegni sulla storia delle principali pratiche sportive si moltiplicano e in ambito editoriale si susseguono con una certa rapidità storie politiche delle olimpiadi, storie dell’alpinismo, storie del calcio, storie culturali del ciclismo, storie dell’associazionismo sportivo, storie delle tifoserie. Da tempo c’è anche un’associazione che riunisce i cultori di storia dello sport, la SISS (Società Italiana di Storia dello Sport), fondata nei primi anni Duemila e guidata da studiosi con una solida esperienza accademica.

Il panorama è variegato e decisamente in fermento. Il calcio, in particolare, ha rappresentato in questi anni una lente efficace utilizzata dagli storici per leggere l’evoluzione di fenomeni politici, sociali, economici, istituzionali.Storie in costruzione”, il ciclo di seminari organizzati dall’ISIG per riflettere su alcune delle nuove frontiere della ricerca storica contemporaneistica, ha ospitato un seminario per riflettere sulle sfide metodologiche e tematiche della storia dello sport, indagandone in particolare i risvolti politici.

È intervenuto Riccardo Brizzi, docente di storia contemporanea, storia e media, storia della comunicazione politica all’Università di Bologna, autore di alcune rilevanti ricerche sulla storia politica del calcio, tra cui una Storia della coppa del mondo di calcio (1930-2018), scritta con Nicola Sbetti e pubblicata per Mondadori nel 2018.

La ricerca di Brizzi mostra in termini chiari come la storia dei mondiali di calcio si intrecci in modo simbiotico con la storia politica, proprio in virtù del forte valore simbolico che il calcio ha assunto nella cultura di massa e nella società dell’ultimo secolo. I regimi politici, non solo quelli di natura autoritaria, hanno compreso ben presto il valore dello sport come fattore di coesione nazionale e di costruzione identitaria.

Non sorprende, in questo senso, che il principale evento calcistico internazionale sia stato utilizzato come un potente strumento di propaganda culturale e di autoaffermazione nazionale. Molte delle edizioni della Coppa del Mondo sono state eventi di grande valore dal punto di vista delle relazioni internazionali. Se opportunamente interrogate, esse rivelano non solo il significativo investimento politico e simbolico promosso dalle nazioni che le hanno ospitate, ma le implicazioni di carattere diplomatico che gli eventi sportivi internazionali spesso nascondono, come mostrano i numerosi boicottaggi che hanno segnato la storia dei mondiali di calcio dagli esordi ai nostri giorni.


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