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La scuola come allenamento per il futuro

11 Settembre 2019

Aiutare i giovani nell’ingresso nel mondo delle università e del lavoro è uno dei modi in cui la FBK restituisce le sue competenze al territorio. Dirigenti e insegnanti trentini si sono ritrovati oggi per confrontarsi sulle attività proposte dalla Fondazione per capire il percorso fatto finora e possibili traiettorie future

Da oltre 20 anni FBK accompagna i giovani nel loro percorso di crescita con attività che, solo nell’anno in corso, hanno coinvolto oltre 20 istituti di scuola superiore, più di 40 ricercatori, una dozzina di progetti, numerose attività legate alla scuola come smart community, molti seminari e 2 camp di ricerca e innovazione. “Abbiamo offerto a più di 600 ragazzi delle esperienze multidisciplinari orientate alla cultura tecnico scientifica e allo sviluppo di quel senso critico, tipico della ricerca, che è lo strumento ideale per poter affrontare le scelte future – spiega Claudia Dolci, responsabile del programma di ricerca e innovazione per la scuola della Fondazione – La forza di molti progetti è di poter mettere in relazione ragazzi che vengono da istituti diversi, con competenze complementari, simulando così situazioni molto vicine a quelle che dovranno affrontare a seguito dell’esperienza scolastica. Affrontiamo quindi un esercizio formativo importante: simuliamo un percorso di innovazione, con progetti pensati come un’esperienza ove gli studenti possono creare trovare un raccordo “pratico” con la conoscenza acquisita durante le attività scolastiche. Per il futuro ci proponiamo di avere un modello scalabile e replicabile in realtà diverse, per offrire un valido supporto a quell’alleanza scuola-lavoro che crediamo necessaria alla formazione delle nuove generazioni.”

Presente all’incontro anche il presidente della Fondazione Francesco Profumo: “Oggi la durata della conoscenza è di gran lunga inferiore rispetto a 20 anni fa ed è così anche per la permanenza nello stesso posto di lavoro. L’incertezza continua comporta la necessità, nel tempo, di ritornare a scuola per implementare le proprie competenze. In sostanza il livello di complessità e la velocità di cambiamento della società attuale si scontra fortemente col sistema che attualmente governa il mondo della scuola. In questo senso FBK rappresenta quel “corpo intermedio” tra istituti scolastici, università e mondo delle aziende che permette la realizzazione di una comunità educante aperta. In grado di supportare i giovani nella preparazione del proprio futuro. Un modello utile per il Trentino ma di esempio anche per il resto del Paese”.

Soddisfazione per l’operato della Fondazione è stata espressa da molti degli esponenti del mondo delle scuola presenti in sala, tra questi Luciano Covi, direttore di IPRASE, che ha raccontato come sia importante per il proprio istituto la sperimentazione, la ricerca e l’innovazione, basti pensare ai progetti in corso sulla valutazione automatica delle competenze per i ragazzi. Sulla stessa linea si è espressa anche Viviana Sbardella, nuova sovrintendente della Provincia di Trento: “I progetti realizzati con FBK sono progetti di qualità che per davvero modificano le competenze degli studenti che vi hanno partecipato. A scuola ci sono ancora dei limiti nella didattica, legati a modalità convenzionali che ancora non offrono strumenti adeguati alla complessità del mondo che poi dovranno affrontare. Per questo credo sia importante aprire le porte della scuola verso l’esterno. Permettere ai giovani di affrontare tematiche con lo spirito del ricercatore è fondamentale, perché alcune competenze come il problem solving e il teamworking sono tra quelle che permettono di affrontare al meglio il mondo del lavoro. Per questo dico che è bene fare entrare dalla finestra quello che dalla non entra dalla porta attraverso l’operato convenzionale.”

Tra le attività portate avanti per gli studenti è stato molto apprezzato anche il ciclo di incontri “Costruire il futuro”, ideato da Piero Angela, che ha permesso a molti di loro di avvicinarsi a tematiche legate a possibili indirizzi e occupazioni future. E insieme a questo è stata sottolineata l’importanza del modello di “alleanza” scuola-lavoro Domosens: un modo completamente diverso dal solito per far fare esperienza lavorativa agli studenti, un modello che non prevede la loro presenza continua sul posto di lavoro, ma che permette loro di diventare protagonisti, con ruoli e competenze diverse in base agli istituti di provenienze, della realizzazione di un prodotto innovativo, che possa anche entrare in commercio: “ il progetto Domosens è nato quando incrementò la domanda di tirocini in FBK. – ci racconta Pierluigi Bellutti, ricercatore della Fondazione e responsabile del progetto – C’erano troppe presenze e i limiti imposti dalla sicurezza dei laboratori non permettevano di ospitare troppe persone. Allora abbiamo pensato di strutturare un modello di scuola lavoro diverso, che mostrasse la traiettoria dell’innovazione, permettendo ai ragazzi di creare dei veri e propri prodotti. Portare l’intera filiera dell’innovazione nelle scuole, sfruttando le competenze delle singoli istituti: legge, chimica, elettronica, economia, informatica etc.. Insegnando così sia elementi delle singole discipline che i processi che riguardano il mondo del lavoro in generale”.

L’incontro si è concluso con un’apertura al dialogo sul prossimo futuro.  Il proposito è quello di raccogliere idee che possano migliorare il percorso fatto finora per aiutare al meglio i ragazzi ad avere un futuro più consapevole e con gli strumenti adeguati per affrontarlo, gli strumenti per imparare a imparare.


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