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Mobility Stories: Antonio Marsico, FBK CREATE-NET

28 Novembre 2018

L'esperienza di mobilità del ricercatore FBK CREATE-NET

Antonio Marsico, ricercatore FBK CREATE-NET, ha svolto il suo periodo di mobility presso l’Università di Cambridge lavorando su un progetto di sistemi intelligenti di data center load balancing insieme ad alcuni dei migliori esperti del settore.
Un’importante occasione per approfondire gli ambiti di ricerca, avvinarsi a nuovi argomenti ed ampliare il network di conoscenze e relazioni professionali.

Un’esperienza che ha portato anche all’avvio di una collaborazione tra la Fondazione Bruno Kessler e l’Università di Cambridge.

Hai partecipato al bando mobility della Fondazione. Raccontaci
Sono stato a Cambridge, da aprile ad agosto. Nel mio lavoro in FBK mi occupo di Software-Defined Networking (SDN) e di come questa tecnologia possa aiutare a migliorare il funzionamento delle reti internet. A Cambridge mi sono occupato di sistemi intelligenti di datacenter load balancing. In particolare abbiamo svolto un’attività di ricerca durante la quale abbiamo cercato di capire i maggiori problemi dei sistemi di data center load balancing. Sulla base di questo stiamo cercando di proporre soluzioni intelligenti per la loro risoluzione.

Come hai deciso la tua destinazione?
Ho scelto di andare in mobility all’Università di Cambridge, e in particolare presso il Computer Laboratory, perchè all’interno del gruppo di lavoro sapevo che avrei incontrato e lavorato con persone davvero esperte nell’ambito del networking, delle tecnologie SDN e dei sistemi di dataplane programmabile. E’ stata un’occasione per conoscere nuovi argomenti innovativi che in Fondazione non trattiamo direttamente e allo stesso tempo di ampliare la mia rete di networking e di entrare in contatto con i massimi esperti del settore.

Ma anche per avviare una collaborazione.
Esatto, Fondazione Bruno Kessler e Università di Cambridge stanno lavorando insieme sui temi di data center network load balancing.

Altre considerazioni?
La scelta di andare in mobility pone ovviamente alcune considerazioni da fare, anche in ambito familiare. Nel mio caso, non essendo troppo distante, sono riuscito a conciliare vita professionale e familiare grazie ad un lavoro di organizzazione e pianificazione. Ero un po’ preoccupato ma alla fine si è rivelato tutto molto gestibile. Ogni situazione ovviamente è soggettiva ma il mio personale consiglio ai colleghi è di non scartare a priori la possibilità di vivere un’esperienza di mobility solo perchè si ha paura dalle difficoltà che si pensa di poter avere, ad esempio, nella gestione della famiglia.


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