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REPLICATE: ricostruzioni in 3D e realtà aumentata con lo smartphone

16 Novembre 2017

Il progetto, che permette di ricostruire facilmente oggetti e ambienti in 3D tramite un semplice smartphone, è in fase di sperimentazione in divese realtà del territorio, tra cui il Muse e il castello del Buonconsiglio

È ormai entrato nel vivo REPLICATE (cReative-asset harvEsting PipeLine to Inspire Collective-AuThoring and Experimentation), un progetto di realtà aumentata coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler e che coinvolge altri sei partner europei, tra cui l’ETH di Zurigo, il Fraunhofer Heinrich-Hertz-Institut e la società “t2i-trasferimento tecnologico e innovazione” di Treviso.

Il progetto, finanziato dal programma europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020, si pone l’obiettivo di sfruttare la fotocamera degli smartphone (o tablet), per arrivare a ricostruire oggetti e ambienti in 3D.

Il tutto è reso possibile da un’applicazione, facilissima da usare con il proprio smartphone, che funziona come una semplice fotocamera: basta premere il tasto “REC” e realizzare una scansione dell’oggetto che si vuole poi ricostruire in 3D. A quel punto, un algoritmo seleziona alcune immagini e le invia a un server, che ricostruisce in tre dimensioni l’oggetto scansionato. L’applicazione funziona con oggetti sia di piccole che di grandi dimensioni, come giocattoli e edifici (nella foto in basso la ricostruzione di Villa Tambosi).

L’obiettivo è stimolare la creatività, a tutti i livelli: il progetto infatti è pensato sia per professionisti dell’industria creativa, interessati in particolare ad applicazioni di realtà virtuale e aumentata, sia per semplici cittadini appassionati. «Si tratta di una tecnologia che possono usare tutti, ovunque e in qualsiasi momento: non necessita di strumenti complessi o costosi, basta uno smartphone», sottolinea il project manager di REPLICATE Paul Chippendale, dell’unità di ricerca TeV di FBK, coinvolta nel progetto insieme al gruppo 3DOM.

Partito nel gennaio 2016, e destinato a concludersi alla fine del 2018, il progetto è ora entrato nella fase più operativa: i ricercatori stanno infatti testando in diversi contesti l’applicazione, che è stata distribuita all’interno di alcuni “incubatori”, studiando il modo in cui gli utenti la usano e le loro valutazioni positive o negative.

In particolare è in corso una sperimentazione in tre realtà del territorio, molto diverse tra loro: il Muse, il castello del Buonconsiglio e il liceo “Maffei” di Riva del Garda. Il progetto è stato inoltre presentato al pubblico in occasione della Notte dei Ricercatori, lo scorso 29 settembre.


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