For a Human-Centered AI

Una macchina che riconosce le emozioni

14 Maggio 2019

Riconoscimento facciale: molteplici utilizzi e altrettante criticità. "Impactscool Magazine" ne ha parlato con Luca Giraldi, CEO della startup Emoj

Sullo schermo il proprio volto viene sovrapposto ad una serie di punti interconnessi da linee che seguono i nostri movimenti e le nostre espressioni. Si tratta dell’algoritmo sviluppato da Emoj in azione, un algoritmo in grado di riconoscere le emozioni: quei punti servono alla macchina per tracciare il nostro volto e le variazioni di distanza e posizione fra quei punti corrispondono alle diverse emozioni. Una applicazione innovativa del concetto di riconoscimento facciale: una tecnologia sempre più diffusa che viene utilizzata in moltissimi ambiti, dallo sblocco degli smartphone e l’uso di emoji o filtri Instagram animati, ad approcci più controversi come l’uso che ne viene fatto in Cina per tracciare i movimenti e le azioni dei suoi riconocittadini.

Questa tecnologia per funzionare sfrutta la capacità delle intelligenze artificiali di riconoscere dei pattern, degli schemi, in questo caso i volti e le loro caratteristiche fondamentali: occhi, bocca, naso. Gli algoritmi di riconoscimento facciale vengono addestrati a individuare queste forme fondamentali in migliaia e migliaia di immagini di volti, diventando sempre più accurati.

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