For a Human-Centered AI

Webvalley 2018: blockchain, intelligenza artificiale e privacy

27 Marzo 2018

WebValley 2018: oltre 70 le candidature di ragazze/i tra i 17 e i 18 anni provenienti da tutta Italia. Tema di quest'anno: Machine Learning for Healthcare with Privacy-by-Design

Il 18 marzo si sono chiuse le iscrizioni all’edizione 2018 di WebValley, il camp estivo di FBK dedicato ai giovani tra i 17 e i 18 anni.

Durante le tre settimane di WebValley gli studenti saranno chiamati a sviluppare soluzioni innovative nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale applicata all’Healthcare.

“Gli studenti e i ricercatori FBK svilupperanno in team con esperti clinici del Bambino Gesù una piattaforma che combinerà tecnologie blockchain e metodi di Intelligenza Artificiale” le parole di Cesare Furlanello, direttore scientifico di Webvalley. “La summer school includerà lezioni e lavoro a progetto sugli strumenti della data science per elaborare e integrare dati biomedici, e per costruire modelli predittivi, cercando di identificare all’interno di questo processo i punti deboli”.

Particolarità di questa edizione è l’introduzione del principio di privacy-by-design, secondo il quale tutti gli aspetti riguardanti la privacy e il trattamento dei dati personali devono essere tenuti in considerazione sin dalla progettazione di un processo aziendale, e che la Fondazione sta adottando su tutti i nuovi progetti e attività.

“Il nostro obiettivo – continua Furlanello – è costruire il seme di sviluppo di strumenti per aiutare i pazienti, e nel farlo contribuire a creare una nuova generazione di ricercatori e di cittadini in grado di gestire con sicurezza il passaggio ad un uso più responsabile dei dati personali. Dobbiamo pensare ad una data science attenta alla privacy, e al contempo in grado di accelerare la ricerca medica, rispettando la volontà dei pazienti e dei loro parenti di contribuire allo sviluppo di nuove cure, che saranno al contempo personalizzate e basate su dati condivisi. In particolare alcuni modelli di machine learning possono essere riprodotti per estrarne elementi base che individuano in modo unico un paziente, o più semplicemente vogliamo garantire al paziente che condivide i propri dati di avere sempre la capacità di controllare come sono stati utilizzati, quindi tracciando in modo completo delle azioni di calcolo che sono necessariamente svolte in cloud ed in futuro saranno probabilmente assegnati ad intelligenze artificiali dedicate. Questi temi sono di fondamentale importanza per la nostra comunità di ricerca e contiamo di avere tra i nostri tutor ricercatori che hanno originariamente segnalato le problematiche ora emerse a livello pubblico della gestione dei dati in Facebook e che sono protagonisti del dibattito su etica e intelligenza artificiale”.

“La scommessa – conclude Furlanello – è realizzare questo progetto con dei giovanissimi, ma sono sicuro che ancora una volta ci stupiranno per il loro entusiasmo e la freschezza delle loro idee. Abbiamo ricevuto 71 candidature di ragazze e ragazzi in questa prima fase dedicata ai candidati nazionali, e quindi ci aspettiamo di superare le cento domande. In ogni caso un successo di interesse da parte dei giovani per il tema della privacy nel mondo della ricerca”.


Autore/i