Covid-19: Scienza o rappresentazione?
La lectio magistralis del presidente dell’AIFA Giorgio Palù, fra analisi clinica del virus e derive infodemiche.
Un evento molto tecnico, per personale esperto, quello del Prof. Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che ha ripercorso come si è evoluto il virus SARS-COV2, l’impatto sulla patogenesi, come il virus causa la malattia, qual è il ruolo chiave dei vaccini, della prevenzione e dei nuovi farmaci disponibili. Una lectio che ha restituito spessore e dignità alla virologia, tra le maggiori scienze destinatarie di premi Nobel ma purtroppo banalizzata negli ultimi due anni nei talk show televisivi, dove chiunque si improvvisava d’un tratto esperto in materia.
Il dottor Ioppi, presidente dell’Ordine dei Medici di Trento, ha ricordato come, tristemente, la pandemia sia stata affiancata dall’infodemia, ovvero dall’eccesso di informazione fatta dai media in maniera inappropriata e spesso anche errata che ha creato ansia, angoscia e insicurezza nella popolazione già provata da un contesto incerto ed inedito. Ora si deve di conseguenza fare i conti con l’affaticamento della psiche che si riscontra in parecchie persone, non solo nei fragili ma anche in adulti che hanno maturato un senso di avversione verso i vaccini proprio per l’eccesso di disinformazione che incontri come questo cercano di contrastare.
Ma come accadde con la peste del 1600, la speranza è che la pandemia di Covid-19 determini un cambiamento reale nella società, stimolando oggi il dibattito sulla scienza e sulla sua rappresentazione. Secondo il presidente della Fondazione Bruno Kessler Francesco Profumo serve ragionare sul lungo termine, non pensando solo al presente ma anche al domani, come hanno dimostrato i vaccini e la necessità di investire nella prevenzione e in progetti scientifici a lungo termine, oltre che, come sempre, sull’educazione.