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Highlanders! Popolamenti e spopolamenti nell’Arco Alpino

8 Febbraio 2018

Il ricercatore ISR Paolo Costa parla della cultura come mezzo di rigenerazione delle aree alpine in un convegno della Fondazione Demarchi a Trento dal 9 al 10 Febbraio 2018

Quando si pensa all’innovazione – un termine chiave nella nuova mission del Centro per le Scienze Religiose di FBK  – la montagna non è certo la prima cosa che viene in mente.
Eppure anche gli ambienti alpini sono stati al centro di continui cambiamenti prima dell’età moderna e, ancor più, dopo le trasformazioni sociali indotte dalla Rivoluzione industriale e tecnologica. Alcuni di questi cambiamenti sono sicuramente negativi, come il progressivo spopolamento di molte aree rurali a partire dagli anni Cinquanta del Novecento.
Altri sono più ambivalenti, per esempio la trasformazione dell’economia di sussistenza montana in un’impresa turistica ad alto profitto e a intenso sfruttamento del territorio.

Il futuro della montagna è al centro del convegno organizzato dalla Fondazione Franco Demarchi a Trento il 9-10 febbraio, a cui parteciperà anche Paolo Costa, ricercatore del Centro per le Scienze Religiose.
Nel suo intervento Costa affronterà tre temi principali. Partirà chiedendosi che cosa rende speciale la montagna agli occhi dei suoi cultori o di chi la sceglie come luogo di vacanza occasionale. Dopo averla descritta come un luogo per eccellenza “risonante”, Costa cercherà di chiarire quali innovazioni culturali potrebbero consentire alla civiltà alpina di sopravvivere senza snaturarsi anche in una società votata all’accelerazione e alla performance. A tal fine ne indicherà tre: (a) la salvaguardia di uno stile di vita che non rifiuta la passività; (b) la valorizzazione dell’arte del saper fare da sé; (c) la riscoperta di una forma di ospitalità non ostile al diverso.
L’attività rientra nella linea di ricerca “Spiritualità e stili di vita” , al cui interno Costa sta sviluppando un progetto su montagna e spiritualità.


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