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Interrogarsi sull’estremo

24 Novembre 2022

Il significato che diamo al senso dell'estremo dipende dal divenire del linguaggio. A che punto siamo in questo divenire?

Riflettere sul senso impervio significa prendere in considerazione la trasformazione dei linguaggi, del significato, e delle interpretazioni quando ci si spinge verso l’estremo. Si tratta di una tendenza manifestatasi sovente nella storia delle ideologie religiose ed etiche, ma che assume nuovi connotati con il mutare delle condizioni e delle tecnologie di comunicazione. Primo passo per cogliere i tratti del senso impervio è dunque interrogarsi sull’estremo, e sulla sua versione ideologica, l’estremismo, nonché sulle polarizzazioni che esso implica.

“Estremismo” è un termine e un concetto che non designa una posizione precisa, determinata e definitiva nella semiosfera (l’area astratta in cui una comunità produce, gestisce e fa circolare il senso). Come suggerisce l’etimologia stessa della parola, il suo significato è intrinsecamente topologico e relazionale. Qualcosa può essere estremo solo situandosi alla periferia di uno spettro, al confine di un’area di potenzialità. Il termine e il concetto corrispondente, inoltre, segnalano che questo spettro, così come quest’area, non sono disposti in modo neutrale, ma contengono almeno una dialettica e, di conseguenza, una polarizzazione. In altre parole, il termine “estremismo” si riferisce implicitamente a un’assiologia, che include anche l’impossibilità di non adottare una prospettiva, un punto di vista.

Pertanto, quando qualcosa viene qualificato come espressione di “estremismo”, tale qualificazione evidenzia intrinsecamente che: 1) questo qualcosa, sia esso un’affermazione o un comportamento, è paragonabile e commensurabile con altri eventi simili nella semiosfera; 2) tutti questi eventi possono essere disposti lungo uno spettro, in relazione alla pertinenza che determina la loro commensurabilità; 3) coloro che considerano l’affermazione o il comportamento come estremo ritengono di avere il diritto di posizionarsi al centro dello spettro, e contemporaneamente di collocare ciò che giudicano all’uno o all’altro estremo di esso. Il breve testo collegato a questo editoriale indaga appunto il significato di “estremismo” nella comunicazione attuale, e la sua relazione con l’impervietà del senso che essa produce.


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