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La lingua batte dove il dente Vuole

16 Gennaio 2020

Cosa hanno in comune l’arte dei titoli nel giornalismo con l’arguzia, la persuasione e le esagerazioni? Insieme a Carlo Strapparava esploriamo le meraviglie delle connotazioni del linguaggio fra recente passato e futuro prossimo in cui la creatività incorporata nelle tecnologie di NLP gioca un ruolo sempre più importante

Viviamo di infinite possibilità di dare senso alle parole che pronunciamo o scriviamo. Se pensiamo, ad esempio, alla nostra poesia preferita, sappiamo quanto ogni dettaglio, ciascuna lettera conti, come e più che per i linguaggi visuali a cui siamo abituati dopo anni di scrolling. La creazione artistica si basa spesso sul concetto di fusione. La creatività linguistica non fa eccezione, come dimostrato ad esempio dall’importanza delle metafore nella poesia.

La Teoria della Metafora Concettuale di Lakoff & Johnson risale al 1980 e descrive la metafora come un fenomeno pervasivo della lingua, messo in atto quotidianamente da tutti i parlanti nelle più svariate tipologie di scambi linguistici. Viviamo di metafore sia perché esse costituiscono uno strumento fondamentale di cui ci serviamo ogni giorno nelle più comuni situazioni comunicative, sia perché senza di esse non potremmo esprimere una miriade di concetti astratti che non trovano espressione letterale nella lingua. L’espressione metaforica è quindi un fenomeno necessario, non un’alternativa “creativa” all’uso letterale, ma in molti casi l’unica opzione disponibile al parlante; un fenomeno autonomo, dotato di proprie regole e strutture, indipendente dal sistema della lingua letterale.

La fusione può anche essere usata per evocare un concetto secondario, sia con l’intenzione di rendere il concetto secondario ben percepibile per il lettore, sia, invece, per evocare sottilmente qualcosa di aggiuntivo. La linguistica computazionale attuale può fare molto in questo senso e l’automatizzazione del processo creativo linguistico può essere utile nei casi in cui l’input o il target devono cambiare continuamente, creando strumenti automatici di supporto alla produzione umana.

Carlo Strapparava, Oliviero Stock, Marco Guerini, Bernardo Magnini e altri ricercatori in FBK da tempo si dedicano allo studio dell’intelligenza artificiale, dell’elaborazione del linguaggio naturale, della disambiguazione delle parole, della cosiddetta informatica affettiva e del linguaggio creativo. Tali forme di creatività linguistica supportata dalle tecnologie sono costituite da sistemi in grado di suggerire all’agente umano delle direzioni di senso o delle trasformazioni della struttura linguistica.

Ad esempio cambiando il testo di una canzone come mostrato nel video sopra, oppure concependo un sistema che prende espressioni esistenti ben note e le innova introducendo un nuovo concetto proveniente da notizie in evoluzione. La tecnologia necessaria per far questo è composta da diversi passaggi che riguardano la selezione dei concetti ordinabili e la produzione di nuove espressioni. Le applicazioni che ne derivano includono la possibilità di produrre titoli accattivanti di notizie o quella di generare slogan che alludono alle notizie del giorno. Sempre applicando le tecniche di elaborazione del linguaggio naturale si può anche stabilire con ragionevole approssimazione in quali anni è stato scritto un dato testo, a partire da alcune “parole spia” che permettono di triangolare la temperie culturale in cui si inserisce. Un aspetto su cui è in corso una indagine analoga in questo momento è lo studio delle esagerazioni: false, sottili, persuasive eppure entro certi limiti accettate nel sentire comune.

Un caso di studio emblematico è il capolavoro di Raymond Queneau Esercizi di stile, una collezione di 99 variazioni della stessa succinta storia, rivisitata ogni volta con uno stile differente. Le variazioni letterarie si rifanno a Erasmo da Rotterdam. Ci sono quelle enigmistiche (anagrammi, apocopi, aferesi, permutazioni delle lettere, lipogrammi), quelle retoriche (litoti, metafore, apostrofe), quelle con i linguaggi settoriali (geometrico, gastronomico, medico, botanico), quelle coi gerghi e le lingue maccheroniche (con anglicismi, francesismi, volgare, ingiurioso) e le varianti di tipi testuali (testo teatrale, tema scolastico, interrogatorio, poesia tanka, sonetto, telegrafico). I 99 texticules, come li definisce Queneau stesso con un gioco di parole, utilizzano quindi le più svariate figure retoriche e i più disparati registri linguistici per dirci sempre la stessa cosa e vogliono mostrarci come nella parola e nella lingua siano implicite infinite potenzialità, che vanno solo lasciate libere di esprimersi.

Le emozioni non sono entità linguistiche ma sono opportunamente espresse attraverso la lingua.
I sentimenti influenzano azioni, pensieri e ovviamente il nostro modo di comunicare.
(Carlo Strapparava)


Bibliografia

  • L. Birnbaum, O. Popescu, and C. Strapparava, (editors). Natural Language Processing meets Journalism – Proceedings of IJCAI 2016 workshop, New York, July 2016.
  • C. Strapparava and Rada Mihalcea. “Affect detection in texts”. In R. Calvo, et al., (editors), Oxford Handbook of Affective Computing. Oxford University Press, December 2014.
  • C. Strapparava, O. Stock, and R. Mihalcea. “Computational humour”. In R. Cowie, et al., (editors), Emotion-Oriented Systems: The HUMAINE Handbook, Cognitive Technologies, chapter 6.4. Springer, March 2011.
  • M. Guerini, C. Strapparava, and O. Stock. CORPS: “A corpus of tagged political speeches for persuasive communication processing”. Journal of Information Technology & Politics, 5(1):19–32, 2008.

Foto di copertina (Jean Paz): “Cent mille milliards de poémes” (Cem mil milhões de poemas), 1973. Raymond Queneau. Licenza: CC BY-NC-ND 2.0


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