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La non-religione nel mondo

1 Settembre 2020

Nella categoria dei non-affiliati, i cosiddetti religious nones, rientrano tutti coloro che dichiarano di non appartenere a nessuna denominazione religiosa. La maggiore diffusione è tra gli uomini, tra persone di età inferiore ai cinquant’anni, tra soggetti altamente educati e tra coloro che risiedono nelle aree urbane.

Il report “Mapping Religious Nones in 112 Countries: An Overview of European Values Study and World Values Survey Data (1981-2020)”, recentemente pubblicato sul sito del centro di ricerca FBK-ISR, fornisce una panoramica aggiornata della distribuzione della non-religione nel mondo tra il 1981 e il 2020.

Nella categoria dei non-affiliati, i cosiddetti religious nones, rientrano tutti coloro che dichiarano di non appartenere a nessuna denominazione religiosa. La non appartenenza religiosa non implica quindi un’assenza di credenze, siano esse religiose o laiche.

L’analisi utilizza i recenti dati delle due survey internazionali European Values Study e World Values Survey ed evidenzia alcune caratteristiche socio-demografiche frequentemente associate alla non-affiliazione: la sua maggiore diffusione tra gli uomini, tra persone di età inferiore ai cinquant’anni, tra soggetti altamente  educati e tra coloro che risiedono nelle aree urbane. Si tratta di un fenomeno particolarmente presente in Europa, Asia Orientale, Nord America e Australasia; mentre Africa, Medio Oriente e alcune zone dell’Asia Occidentale sono invece caratterizzate da una percentuale di nones nettamente inferiore.

In confronto alla media dei Paesi non europei, il caso europeo si contraddistingue per una diffusione più ampia del fenomeno – soprattutto a partire dai primi anni ’90 – e per un livello maggiore di secolarizzazione dei nones. Nei Paesi non europei infatti, i non-affiliati tendono ad aderire di più a credenze religiose, partecipare più spesso a riti religiosi e ad attribuire una maggiore rilevanza a Dio nella propria vita quotidiana. Nel 2017-20, l’Europa registra una quota di non-affiliazione pari al 30,2% contro una media dei Paesi non europei che si assesta sul 21,7%.

Il report evidenzia l’importanza di superare la tradizionale distinzione binaria tra religione e non-religione per analizzare le diverse forme di religiosità, non-religiosità e indifferenza religiosa emerse nelle società contemporanee. Una maggiore comprensione di questo fenomeno migliorerà anche la nostra conoscenza di altri aspetti della realtà sociale frequentemente correlati con la dimensione religiosa, come la fiducia nelle istituzioni o la partecipazione elettorale. Se i dati delle grandi survey internazionali rendono particolarmente difficile un’analisi approfondita di queste nuove forme del credere, l’esponenziale crescita del settore dei Big Data costituisce una nuova opportunità per lo sviluppo della sociologia della religione.


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