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Tempo di vacanze

26 Luglio 2023

La corrispondenza di Kessler non è fatta solo di lunghe lettere a tema politico, ma anche di biglietti d’auguri, telegrammi e cartoline

La maggioranza della mia ricerca si svolge in archivio. Le carte di Kessler conservate nell’Archivio Provinciale di Trento sono tantissime, divise in moltissime buste, 2254 per la precisione. Tra queste alcune raccolgono biglietti di auguri, di congratulazioni o di ringraziamento di esponenti politici di primo piano (Giulio Andreotti, ad esempio) e di persone comuni, soprattutto della sua amata Val di Sole. Quando però ci si occupa di persone così vive nella memoria di molti, capita di imbattersi in fonti, magari meno importanti, ma che ci possono dare un piccolo assaggio di quella figura. È successo esattamente questo con una grossa busta di cartoline indirizzate a Kessler e arrivata sulla mia scrivania. Sono cartoline di tutti i tipi.

Vengono da tutto il mondo: dal rifugio Mandrone “Città di Trento” e anche da Rotorua in Nuova Zelanda (un posto bellissimo, tra l’altro), da New York e anche da Mosca, Istanbul e Pechino. Di conseguenza, interessanti sono anche i francobolli. Ce ne sono con effigi di politici: Ataturk, John Fitzgerald Kennedy, il generale Franco, Lenin – quest’ultimo accompagnato dal francobollo commemorativo dell’impresa di Jurij Gagarin nel 1961. Dall’Ecuador e dalla Nuova Zelanda arrivano invece francobolli con riproduzioni di immagini cristiane: la presentazione della Vergine, un Cristo in croce e un’annunciazione, per il Natale del 1971. Una Madonna con il bambino è anche nella riproduzione di un quadro di Filippo Lippi ripreso per un francobollo del 1970. Ci sono poi francobolli celebrativi di eventi come il campionato mondiale di canoa (slalom e discesa) di Merano nel 1971 o le Universiadi di Torino del 1970. Non mancano anche gli animali, come uno schnauzer su un francobollo polacco, delle grandi otarde dall’Ungheria o una pernice rossa dalla Spagna.

Quasi tutte sono indirizzate a Bruno Kessler “Presidente Giunta Provinciale” o “Presidente della Provincia”, “Provincia”, “Palazzo della Provincia” e senza nessun indirizzo. Evidentemente il postino avrebbe saputo dove trovarlo.

Quasi tutti vogliono porgere cordiali o distinti saluti, a parte Guido Lorenzi, che scrivendo da Varna in Bulgaria nel 1970 saluta con «cordialità sociologica» da buon assessore alla cultura di una giunta Kessler. Alcune cartoline invece accennano a ricordi e auspicano visite: «Arrivederci in Africa» scrive qualcuno da Mileto, che però è in Turchia.

Le immagini sono delle più diverse: dai rifugi innevati alle spiagge soleggiate, molte città, ma anche qualche particolarità; come la foto di un aereo Lufthansa o quella di una guida alpina emerita, che poi è lo stesso autore della cartolina di ringraziamento. C’è anche la cartolina della Golden Lion Beer House di Roma: «Ristorante tipico scozzese» dell’EUR. «Rinomate specialità al girarrosto e gastronomiche, birra alla spina Moretti, tavola calda, rosticceria». Ancora più interessante è vedere che a inviarla «sicuri di farti cosa grata» sono gli «amici»: Pierluigi Angeli, Enrica Perazzolli, Claudia Piccoli, Flaminio Piccoli, Remo Segnana e altri. Si tratta di esponenti di primo piano della Democrazia Cristiana trentina e non necessariamente del fronte più vicino a Kessler.

Anche i corrispondenti sono di tutti tipi: sono politici appunto, ma anche giornalisti come Aldo Gorfer che scrive con la moglie da Mikulov, sul confine tra Austria e l’allora Cecoslovacchia. Mandano poi la cartolina con l’immagine di un’arena spagnola al completo per la corrida «i diplomandi e accompagnatori» con ogni probabilità dell’Istituto agrario di San Michele, come annota a matita Kessler, che di quell’istituto, oggi conosciuto come Fondazione Edmund Mach, era presidente dal 1957. Non sempre, infatti, Kessler conosceva gli autori di queste corrispondenze: sotto la firma di una cartolina da Pont Valsavacche (in Valle d’Aosta), ad esempio, c’è una sottolineatura rossa con la scritta «chi è»; fortunatamente grazie, si presume, al fornito team di segreteria del presidente della giunta provinciale si poteva riconoscere i mittenti, tanto che ai margini della cartolina sono presenti note e indirizzo.

Un tema ricorrente è quello della montagna, una delle grandi passioni di Kessler. Così, ad esempio, con immagini delle vette innevate dei monti Tatra (sui Carpazi, al confine tra Polonia e Slovacchia) qualcuno scriveva: «I cervi sono in “spasmodica” attesa della tua venuta», dato che quella della caccia era infatti un’altra delle attività predilette del nostro. Invece, nel 1971 da Courchevel (Francia) si promette una «documentazione completa» sull’aviazione di montagna che lì è «già una cosa concreta e grossa».

Questa piccola collezione di 63 cartoline non sarà sicuramente fondamentale per la prosecuzione delle mie ricerche su Kessler. Certo però ci mostra alcune caratteristiche sia dell’uomo, sia della sua rete sociale, sia anche dell’ambiente in cui si muoveva: la cura con cui cercava di risalire all’identità di tutti i corrispondenti per poter rispondere, i contatti diretti e amichevoli con alcune personalità del Trentino dell’epoca, come Gorfer e altri, sono sicuramente dettagli, ma aiutano a mettere a fuoco una personalità che a volte sfugge nelle lettere ufficiali.


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