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A scuola di economia circolare

20 Maggio 2019

Adolfo Villafiorita, leader del gruppo di lavoro ICT4Good in FBK, introduce il progetto E-Mining@School, finanziato da EIT KIC RAW Materials e rivolto agli studenti degli istituti professionali e secondari di cinque Paesi europei

La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell’ambiente o in discariche e termovalorizzatori con conseguenze di inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua e con ripercussioni sulla salute umana.

I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche o semplicemente rifiuti elettronici (talvolta citati anche semplicemente con l’acronimo RAEE, o in lingua inglese Waste of electric and electronic equipment o con l’acronimo derivante da tale espressione inglese WEEE o sempre in lingua inglese e-waste), sono oggetto di raccolta differenziata e possono attivare la cosiddetta economia circolare, ossia un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo la propria eco-sostenibilità. In un’economia circolare i flussi di materiali possono essere biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, oppure tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

I principali problemi derivanti dai RAEE sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l’ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi.

Il progetto E-Mining@School, promosso da Hub Innovazione Trentino in collaborazione con FBK, Università di Trento e molti altri partner internazionali, prevede che gli studenti affrontino in primo luogo una serie di attività educative: lezioni frontali, attività laboratoriali, visite alle strutture che si occupano di e-waste, ecc.

La prima fase ha lo scopo di trasmettere le conoscenze fondamentali per capire l’importanza ambientale, economica e sociale della gestione dei rifiuti elettronici.

In seguito gli studenti si metteranno in gioco e daranno vita a delle campagne di raccolta dei RAEE: le informazioni sui RAEE raccolti saranno inserite su una piattaforma online per una competizione internazionale. Attraverso quest’ultima sarà possibile decretare il gruppo che avrà raggiunto i risultati migliori. Il gruppo di studenti (o un sottogruppo) che riusciranno a generare più impatto saranno accompagnati da un docente dell’istituto in una visita di istruzione in Europa per incontrare gli esperti delle materie prime e della economia circolare.

In altre parole, abbiamo una miniera in casa: i rifiuti elettronici possono essere riciclati o riparati grazie al riuso e allo smaltimento sostenibile. A fare la differenza è la sensibilità di tutti i cittadini. Per questo sono estremamete importanti i progetti con le scuole che mettono le bsi per un cambio dimentalità e un’asunzione di responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle prossime generazioni.

Venerdì 17 maggio 2019 si è tenuta presso l’ITT Buonarroti-Pozzo di Trento una giornata informativa che rientra fra le attività previste dal progetto E-Mining@School.

Il progetto, co-finanziato dalla EIT KIC Raw Materials, prevede di sensibilizzare oltre un migliaio di giovani e cittadini in Europa sul tema dei rifiuti elettronici, del loro ciclo di vita e delle possibilità di business ad essi collegate.

Gli studenti, oltre alle attività di informazione sui RAEE, hanno partecipato alla raccolta di apparecchiature elettriche ed elettroniche, mostrando alla cittadinanza come gestire correttamente i RAEE e contemporaneamente rendere più consapevoli tutti della ricchezza nascosta in questi “scarti”.

All’incontro è intervenuto anche Adolfo Villafiorita, ricercatore FBK ed esperto nel settore, per dialogare con gli studenti di rifiuti tecnologici, RAEE e degli elementi preziosi e rari che contengono, il cui smaltimento e approvvigionamento si accompagna allo sfruttamento minerario del Pianeta e delle popolazioni dei Paesi del terzo mondo.


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