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Grenzakten 2.0: un’indagine sugli atti dei confini conservati a Trento e a Innsbruck

8 Giugno 2022

La storica ISIG Katia Occhi racconta l’articolato progetto dedicato ai documenti sui confini creati fra 1400 e 1800

Il progetto “Grenzakten 2.0” costituisce l’evoluzione di un più ampio progetto di indagine dedicato all’archivio del principato ecclesiastico di Trento, co-finanziato tramite quattro Bandi Archivi della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, a partire dal 2011, e in parte dalla Sovrintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento e dall’Università di Trento. Sono stati prodotti tre volumi e quattro inventari online, consultabili sul sito di Isig e contemporaneamente sul portale del Sistema informativo degli archivi storici del Trentino (AST) che contiene oggi quasi 800.000 progetti archivistici.

Il lavoro in corso si concentra sui cosiddetti Ältere Grenzakten conservati al Tiroler Landesarchiv di Innsbruck, che è uno dei partner del progetto. La ricerca completa l’indagine dedicata agli “Atti dei Confini” conservati in Archivio di Stato a Trento, su cui io e la collega Rossella Ioppi abbiamo lavorato in precedenza. La raccolta contiene documentazione in copia compresa tra 1400-1820 e fu creata a metà del XVIII secolo dal Gubernium di Innsbruck con vari materiali relativi ai confini verso la Baviera, Salisburgo, i Grigioni, Trento e Venezia, per essere messi a disposizione delle commissioni per i confini, ai quali si aggiungono quelli da loro prodotti durante i congressi confinari. Queste iniziative rientravano tra le  misure promosse dalla monarchia asburgica in una più ampia operazione di riorganizzazione che riguardò anche la materia amministrativa, ecclesiastica, daziaria e monetaria.

Grenzakten_ mappa antica campo grosso _Archvio di stato Trento_2

Al momento stiamo lavorando sui cosiddetti Venediger Grenzakten, che riguardano le linee confinarie verso la Repubblica di Venezia. Tanto gli Asburgo quanto Venezia all’epoca erano interessati a porre fine alle interminabili dispute tra i villaggi e le giurisdizioni frontaliere e a definire i termini della propria sovranità con una precisa linea che seguisse i confini naturali, linee ideali che procedevano lungo le creste dei monti o il corso dei fiumi. A tale scopo, nel corso del secondo Settecento furono stipulate numerose convenzioni tra la Repubblica e la monarchia asburgica, in seguito alle quali furono istituiti commissari straordinari per i confini (che si estendevano dall’Istria al Mantovano). Fu perseguita una precisa definizione delle linee di confine, basate sull’antico possesso e su consuetudini incontrastate. Nel corso di alcuni anni si giunse alla stipula di trattati bilaterali che regolavano minuziosamente ogni possibile contenzioso, perseguendo una politica di neutralità impostata dai governanti veneziani già lungo la prima metà del secolo. Attraverso gli Ältere Grenzakten è possibile seguire le modalità di costruzione e di definizione, nel tempo e nello spazio, della linea di confinazione austro-veneta tra il XVI e gli inizi del XIX secolo. 

L’obiettivo del progetto di ricerca è ricostituire virtualmente questa sezione, che oggi si trova suddivisa tra Italia e Austria per mettere a disposizione della comunità scientifica una raccolta poco conosciuta e che fino a due anni fa non disponeva nemmeno di strumenti di corredo aggiornati. 

In chiusura un’ultima precisazione in merito al valore storico di questi documenti. Essi infatti sono i soli a essere sopravvissuti tra quelli prodotti dai commissari austriaci per i confini. Gli originali erano conservati nel Palazzo di Giustizia di Vienna e furono distrutti nell’incendio avvenuto nel corso dei tumulti del 15 luglio 1927, costati 90 morti e 600 feriti. Tra le carte perdute figurano altresì i diari e i protocolli della commissione austriaca, che operò a Rovereto a metà Settecento, e così pure due modellini in legno, dei veri e propri plastici orografici realizzati per la vertenza confinaria tra Folgaria e il vicentino in occasione dei convegni roveretani del 1710 e del 1751.

Oggi sappiamo che le copie lignee destinate ai commissari veneti si sono fortunatamente salvate e si trovano nell’Archivio di Stato di Venezia, mentre una copia autentica del protocollo commissariale di Rovereto è conservata nell’Archivio di Stato di Trento, cosa che rende la nostra documentazione ancora più preziosa per la comunità scientifica internazionale.

Per saperne di più:

  1. Occhi, Archivalien zwischen Italien und Österreich: Auslieferungen, Rückgaben, Neuordnungen im 19. und 20. Jahrhundert, in “Tiroler Heimat”, 85, 2021, pp. 117-130

Immagini provenienti da Archivio di Stato di Trento, Atti dei confini, Serie I, b. 16, n. 12


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