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Moda e tecnologia insieme contro la violenza sulle donne

27 Ottobre 2016

Alla presenza dell’Ass. Sara Ferrari (P.a.T.), la sede FBK di Povo si è trasformata in una passarella. A sfilare le studentesse del Centro Moda Canossa. I capi indossati, dotati di sensori polivalenti, sono frutto di una sperimentazione che vede la ricerca e la scuola lavorare fianco a fianco. Obiettivi: creare nuove opportunità per i giovani e combattere la violenza sulle donne.

“La moda è un’attenta osservatrice delle trasformazioni sociali e culturali, si pone in un atteggiamento di continua ricerca, di esplorazione di nuove frontiere dell’estetica e dei materiali, di scoperte di possibili nuovi abbinamenti. Come la scienza, anche la moda guarda al futuro. Occuparsi di moda implica sempre più spesso confrontarsi con tessuti ad alta funzionalità e con le molte soluzioni tecnologiche e digitali che abitano il nostro quotidiano. L’abito è chiamato oggi ad essere strumentazione importante in molte situazioni di lavoro e di vita, come nel caso del progetto awese.” (Claudia Mammani, Direttrice del CENTRO MODA Canossa – Trento)

A partire da questo parallelismo fra l’attività di ricerca e la tensione evolutiva nel fare moda oggi, la Fondazione Bruno Kessler e il Centro Moda Canossa hanno avviato un percorso di alternanza scuola-lavoro che rende operativo l’accordo di collaborazione siglato dai due enti lo scorso 24 giugno 2016.

Oggetto della convenzione è una collaborazione che permette ai giovani studenti di accedere al programma di attività FBKJUNIOR “La Ricerca come Mestiere/la tecnologia nei mestieri”.

Ogni attività di formazione e orientamento è co-progettata e verificata congiuntamente da un tutor docente, designato dall’Istituto e da un responsabile scientifico individuato da FBK.

Tali attività comprendono: incontri con la ricerca; periodi di tirocinio curriculare in forma individuale e/o di gruppo e progetti condivisi annuali o pluriennali.

Il progetto “awese, a wearable security” ha inaugurato questo percorso e ne ha mostrato tutti gli attori. L’incontro di presentazione ha coinvolto e raccolto il contributo di autorità locali, che hanno testimoniato grande interesse per l’iniziativa.

Dopo il saluto di benvenuto del Segretario Generale di FBK, Andrea Simoni, Claudia Mammani e Micaela Vettori, responsabile del programma FBK- Junior, hanno presentato il progetto ponendo enfasi sulla valorizzazione dei suoi risultati e in particolare sull’interesse che i prodotti suscitano, come dimostrato di recente a ROMA in occasione dell’ultima edizione della MAKER FAIRE. Indicazione che rivela un potenziale mercato da approfondire ed esplorare.

Le studentesse hanno indossato dei capi dotati di sensori attivabili con facilità dalle vittime di aggressioni, sensori capaci di riprodurre un allarme a 130 db in grado di provocare il disorientamento dell’aggressore.

Sara Ferrari (Assessora P.a.T. all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo) ha sottolineato l’interdisciplinarietà della proposta formativa e si è rivolta alle ragazze presenti invitandole a non abbassare la guardia di fronte alla violenza fisica o verbale, esortando un cambio di mentalità: affinché emerga maggiormente il fenomeno della violenza, troppo spesso tollerata o nascosta.

La Vice Questore di Trento Anna Maria Maggio ha ripreso le parole dell’assessora e ha formulato la domanda al centro della riflessione: esistono regole per vivere in contesti e relazioni rispettose della mia incolumità e della mia persona?

Il Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri di Trento, Giovanni Cuccurullo, ha approfondito un altro aspetto: il numero dei casi denunciati è dell’ordine di grandezza di un decimo a confronto col totale di quelli stimati, la “punta dell’iceberg”.

Con awese, scuola e ricerca FBK si cimentano sul terreno di un bisogno reale come la sicurezza delle donne, e costruiscono insieme una soluzione che, senza penalizzare l’aspetto estetico, produce immediati benefici e svolge anche un’azione educativa ampia.

Sui rilievi tecnici, ossia le funzionalità del sensore installato negli indumenti e il disegno dell’attività di ricerca, hanno preso la parola i ricercatori FBK Amos Collini e Mario Zen, del Centro Materiali e Microsistemi.

Non è mancato il punto di vista della scuola, con il plauso della dott.ssa Laura Pedron (Dipartimento della conoscenza dellla P.a.T.).

Infine è stata realizzata una “sfilata con sorpresa”, un ricercatore FBK si è messo nei panni di un aggressore e la ragazza sotto attacco lo ha prontamente allontanato facendo scattare l’allarme.

I riflettori non si spengono qui: ne seguiremo gli sviluppi prossimamente!


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