For a Human-Centered AI

La terza via dell’intelligenza artificiale

November 11, 2019

Paolo Traverso, direttore del Centro ICT di FBK, ha partecipato al summit voluto da Macron che ha riunito a Parigi i massimi esperti del mondo scientifico per delineare una via europea per l'intelligenza artificiale

Un’intelligenza artificiale responsabile e a beneficio dell’umanità. È stato questo il focus del Global Forum on AI for Humanity, evento promosso dal governo Francese che ha riunito a Parigi esperti di intelligenza artificiale, scienze sociali, diritto, privacy, scienze umane e ingegneria, innovatori, attori economici, responsabili politici e rappresentanti della società civile al fine di discutere su come realizzare il pieno potenziale dell’intelligenza artificiale a beneficio di tutti i cittadini.

Paolo Traverso, direttore del Centro Information and Communication Technology della Fondazione Bruno Kessler e membro del Comitato di Programma del Global Forum, ed è stato tra i protagonisti riuniti presso l’istituto di Francia dal presidente Macron.

Oltre a partecipare ai workshop e alle sessioni di lavoro della tre-giorni, Traverso ha condotto la sessione Next big Challenges in core AI Technology in programma la mattina del 30 ottobre, giornata in cui è intervenuto anche il presidente Emmanuel Macron.

Quello che in Europa ci si prefigge di realizzare è arrivare a delineare un modello di intelligenza artificiale diverso, etico, responsabile, inclusivo, trasparente, le cui applicazioni contribuiscano al benessere della collettività – spiega Paolo Traverso -. Un modello totalmente differente dai due oggi predominanti, quello americano e quello cinese, il primo orientato al business e in mano ai grandi player come Google, Amazon, Facebook, il secondo con una forte impronta governativa e concepito prevalentemente, ma non solo, a fini di controllo sociale. È stato interessante confrontarsi con i massimi esperti del mondo  scientifico e dibattere in modo aperto e critico di come l’intelligenza artificiale possa essere pericolosa, fare del bene, avere dei bias al fine di individuare quelle caratteristiche necessarie alla costruzione di un sistema di intelligenza artificiale per l’umanità, diverso da quello statunitense e cinese”.

Questa terza via dell’intelligenza artificiale, secondo il ricercatore, deve passare attraverso un cambio di paradigma.

Si parla moltissimo di intelligenza artificiale per l’umanità ma pochi si chiedono come una concezione di questo tipo si riflette nella tecnologia e che implicazioni può avere da un punto di vista pratico e operativo per chi fa ricerca e chi lavora allo sviluppo di sistemi basati sull’intelligenza artificiale – continua Traverso -. Io credo che si si vuole una intelligenza artificiale diversa, per l’umanità appunto, occorre anche anche una tecnologia diversa. Credo sia necessario capovolgere la prospettiva e partire proprio dalla base, dalla tecnologia, che deve essere una tecnologia diversa rispetto agli altri modelli e produrre dei risultati che devono rispettare dei criteri fondamentali, come ad esempio la verificabilità e la spiegabilità, oltre a lasciare che sia l’intelligenza umana ad avere l’ultima parola. Ecco quindi che occorrono sistemi capaci di distinguere le fake news (verificabilità), o sistemi che abbiano delle narrative capaci di spiegare ad un paziente il perchè una tecnologia predittiva per la salute sia giunta ad una determinata diagnosi (spiegabilità). Infine, ma non meno importante, la persona e il ragionamento umano devono essere sempre al di sopra di tutto e avere l’ultima parola. Ecco quindi che pensare un modello di questo tipo implica un gran coinvolgimento dei ricercatori e dei tecnologi che lavorano alla base. Quello che sta emergendo con forza è la convinzione che le tecnologie che negli ultimi anni hanno contribuito al successo dei sistemi di intelligenza artificiale – quelle basati sui dati e quelle basati sui modelli – per essere più efficaci e performanti abbiano necessità di avere più connessioni e dialogare tra loro”.

Il Global Forum on AI for Humanity organizzato sotto l’Alto Patronato del presidente Macron, fungerà da piattaforma di lancio formale della Global Partnership on AI (GPAI), partenariato avviato da Canada e Francia per lo studio e lo sviluppo di un modello di intelligenza artificiale responsabile, trasparente, etico, inclusivo e umano-centrico.

Il Canada e la Francia sono stati i primi ad impegnarsi concretamente e ad avviare una collaborazione globale sul tema dell’intelligenza artificiale, allargando alle grandi potenze del G7 – continua Traverso -. Il Global Forum on AI for Humanity rientra tra le attività di lavoro previste dall’accordo franco-canadese e i suoi risultati saranno la base su cui il GPAI continuerà a lavorare. Quello che mi ha colpito è la grande attenzione e il forte impegno politico che ho avvertito. Il governo francese sta dimostrando, non solo a parole, di credere molto nell’intelligenza artificiale e di avere una visione che intende perseguire. Recentemente sono stati costituiti quattro nuovi centri per lo studio dell’intelligenza artificiale, ognuno con un finanziamento iniziale di 25 milioni di euro, sono state aperte nuove posizioni di dottorato, avviate politiche per attrarre e trattenere talenti, lanciati programmi per portare l’intelligenza artificiale nelle imprese. Il presidente Macron può contare di uno staff preparato e competente, come la ministra per l’Università, Ricerca e Innovazione Frederique Vidal e Cedric Villani, lo scienziato incaricato dal governo di delineare le linee strategiche del lavoro sull’intelligenza artificiale, il Segretario di Stato francese per gli affari digitali, Cédric O.”.

Degli argomenti discussi a Parigi, molti ricalcano le linee di ricerca che la Fondazione Bruno Kessler ha già intrapreso nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
È stato bello constatare come i principali temi di discussione emersi dal dibattito vadano nella direzione già delineata nel nostro piano strategico, e quindi AI per l’industria 4.0, AI e Cybersecurity, AI e Digital Society , AI per l’ambiente e l’energia, AI per la Salute e Wellbeing. È un segnale importante che testimonia come anche noi ci stiamo muovendo nella direzione giusta e possiamo continuare ad essere competitivi nello scenario internazionale” conclude il responsabile del Centro ICT.

 


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