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Chi ha inventato Halloween?

28 Ottobre 2021

Prima della festa cattolica di Ognissanti (1 novembre) c’è quella di Halloween (31 ottobre), sempre più presente nelle famiglie italiane. Ma si tratta davvero di due occasioni distinte? Marciando con passo avveduto indietro nei secoli, possiamo trovare gli argomenti per costruire la nostra risposta a questa domanda.

Halloween è roba americana, sentiamo dire dai difensori della tradizione, i quali spesso non sono pienamente consapevoli di quale tradizione debbano mai difendere. Ok, lo è (e infatti scriviamo “ok”), ma qual è la sua storia?

Nel calendario cattolico i santi hanno diritto al loro tempo di memoria in un giorno preciso, coincidente di norma con quello della morte. C’è però il momento in cui salutarli tutti, ed è il primo novembre, Ognissanti, una parola che è il risultato dell’unione di due. Lo stesso si può dire per Halloween. To hallow in inglese significa “santificare”, mentre hallow è termine arcaico che traduciamo con “santo”. Questo è chiaro, ma “een”?  Molto prima di arrivare di là dall’Atlantico, la festa di inizio novembre cominciava al tramonto del 31 ottobre, alla vigilia, (“eve” in inglese) e alla sera (“even”). Hallow-eve(n)… etimologia spiegata.

Serve però capire se Halloween sia sostanzialmente, oltre che linguisticamente, connesso con Ognissanti. La ricorrenza della notte tra ultimo giorno di ottobre e primo di novembre era prima di tutto una rievocazione spirituale celtica che i cristiani avrebbero tacciato come pagana. Si chiamava Samhain (fine dell’estate, in celtico, novembre in gaelico antico) e salutava, in maschera, il raccolto autunnale, quello della parte buia dell’anno. Grazie anche all’oscurità e al mascheramento si riteneva che i celebranti potessero più facilmente oltrepassare le barriere tra universo fisico e spirituale, trovando così occasione di interagire con gli abitanti dell’altro mondo. A chi ne aveva le capacità, questa apertura delle frontiere tra mondi consentiva di prevedere il futuro.

Poco dopo la morte di Cristo, laddove vivevano i Celti celebrando Samhain (Irlanda e Britannia) arrivarono i Romani, che si fermarono per quattro secoli ed ebbero tutto il tempo di mescolare le proprie ricorrenze con quelle locali. A complicare il quadro, pure la religiosità dei conquistatori cambiò: molte feste pagane si trasformarono in cristiane, lasciando memoria di sé anche dopo la fine dell’Impero.

Nel 609 Bonifacio IV stabilì che il 13 maggio si commemorassero tutti i martiri cristiani, Gregorio III (731-741) decise che il ricordo dovesse comprendere anche i santi non martiri (ognissanti) e scelse la nuova data del primo novembre. Erano decenni in cui il cristianesimo si stava diffondendo in Irlanda e una delle grandi strategie di evangelizzazione era quella di officiare i riti cristiani negli stessi luoghi e nelle stesse date dei riti pagani. Così i fedeli non perdevano le proprie abitudini, bisognava semplicemente far loro cambiare strada e direzione: andare negli stessi posti, negli stessi giorni ma per fare cose diverse. Successe così anche per Samhain mescolato a Ognissanti? Qualcuno dice sì, qualcuno no, ma gli indizi e la ricostruzione storica fanno supporre ci siano buonissime possibilità.

Il tempo passa, e il mondo cristiano si espanse oltreatlantico. Con una complicazione, però, tanti coloni e pellegrini del mare non erano cattolici, ma protestanti e come tali di fare memoria di ricorrenze cattoliche non ne volevano affatto sapere. Ecco allora che nel New England puritano poco si diffuse la celebrazione del primo novembre, diversamente dai più cattolici Maryland e Louisiana. Luoghi dove, a intricare gli sbocchi possibili, oltre a migranti di varia provenienza vivevano a pieno diritto gli americani originari, che nelle loro feste del raccolto autunnale erano tradizionalmente soliti ricordare i propri morti. I vari ingredienti si mescolarono bene assieme, ed eccoci qui, alla festa americana… che però è pure un po’ celtica, parzialmente romana, di ispirazione cristiana, con un tocco di indigena fantasia. Ok.


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