For a Human-Centered AI

Co.Scienza aumentata

8 Aprile 2025

Cosa c’entra la coscienza con l’AI e la ricerca scientifica? Una serata con Nicolò Crescini e Geopop per scoprirlo

Spesso la diamo per scontata, ma sappiamo davvero cos’è la coscienza? Come funziona? Dove risiede? La risposta è tutt’altro che semplice. Anche quando non sappiamo definirla con precisione, tendiamo a cercarla anche al di fuori dell’essere umano, negli animali o persino nell’intelligenza artificiale.

Ad esempio: quando interagiamo con un’AI generativa, ha coscienza delle risposte che produce? I testi che genera sono talmente ben costruiti che, a volte, risulta difficile distinguerli da quelli scritti da una mano umana. È stato il caso della definizione di “cucina italiana” proposta da MeriB durante la serata di chiusura del Co.Scienza festival.

Maria Bosco, matematica e divulgatrice scientifica di Geopop nota come MeriB , ha discusso proprio di intelligenza artificiale insieme a Emiliano Biasini, professore dell’Università di Trento, e Nicolò Crescini, ricercatore e Science Ambassador della Fondazione Bruno Kessler.

Due scienziati “in carne e ossa” che si discostano parecchio dall’immaginario costruito dall’AI proiettata durata la serata al teatro Sanbàpolis: un uomo bianco, di bell’aspetto, con indosso una tuta immacolata in un laboratorio sterile e pieno di schermi, intento a maneggiare provette contenenti un ignoto liquido blu elettrico.

“Nicolò, Emiliano, vi riconoscete in questa immagine dello scienziato con la provetta in mano?”

Da questa provocazione è partito il racconto della loro giornata tipo. Per Nicolò Crescini, ad esempio, il lavoro si svolge spesso all’interno dei laboratori della Fondazione Bruno Kessler. Per aiutare il pubblico a immergersi nel suo ambiente di lavoro, ha fatto ascoltare alcuni dei suoni che lo accompagnano ogni giorno: il rumore di una cassetta degli attrezzi, il refrigeratore, il gesso sulla lavagna, e altri suoni caratteristici dei laboratori dove lavora.

Crescini, fisico specializzato in tecnologie quantistiche applicate alla fisica fondamentale, ha sottolineato come l’intelligenza artificiale sia da tempo una presenza costante nella sua attività di ricerca. Non ha quindi vissuto una “svolta” con l’arrivo dell’IA, come invece è accaduto in altri ambiti tra cui lo studio delle proteine, come ha raccontato il professor Biasini.

Guardando al futuro, entrambi hanno espresso la speranza di assistere a significativi avanzamenti nei rispettivi ambiti di ricerca. Tuttavia, come hanno evidenziato rispondendo alle numerose domande del pubblico presente al teatro Sanbàpolis, il progresso scientifico non è quasi mai frutto di rivoluzioni improvvise, ma piuttosto il risultato di un cammino lento fatto di dedizione quotidiana e di innumerevoli tentativi. La scienza avanza a piccoli passi, attraverso un processo spesso faticoso ma profondamente umano, in cui la pazienza, la passione e l’errore sono strumenti fondamentali. È normale, raccontano, passare mesi su un’ipotesi solo per poi accorgersi che non regge, e ricominciare da capo seguendo una nuova intuizione. È questa la vera essenza della ricerca: un esercizio continuo di umiltà e tenacia, dove ogni fallimento apre la strada a una nuova possibilità, e ogni incertezza diventa occasione di crescita.

La serata Co.Scienza Aumentata, organizzata da Fondazione HIT come evento conclusivo del festival Co.Scienza nato nel 2018 dalle associazioni studentesche UNITiN e Open Wet Lab, è stata un’occasione preziosa per “portare la scienza fuori dai laboratori”, raccontandola in modo aperto, trasparente e coinvolgente.

 


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