HOLYLAB: una organizzazione economica globale nella prima età moderna. La custodia francescana di Terra Santa attraverso i suoi documenti contabili
L’Istituto Storico Italo-Germanico di FBK è partner del progetto “ERC Holylab - A global economic organization in the early modern period: The Custody of the Holy Land through its account books (1600-1800)”. Ce ne parla Felicita Tramontana, principal investigator del progetto.
Holylab intende studiare il ricco archivio della Custodia Francescana di Terra Santa, un’organizzazione globale che, grazie ad un complesso sistema di raccolta di elemosine, assicurò nel corso dei secoli il mantenimento del Santo Sepolcro e la presenza dei frati in Terra Santa. Felicita Tramontana racconta a FBK Magazine idee, questioni e problematiche legate al suo affascinante “lavori in corso”.
1. Come nasce il progetto?
Il progetto nasce da una scoperta che ho fatto nell’archivio di Propaganda Fide in Vaticano. Mentre lavoravo ad un progetto Marie Skłodowska–Curie sulla circolazione di persone, mi sono imbattuta in un volume contenente documenti contabili dei secoli XVII e XVIII, redatti dai Commissariati della Custodia francescana di Terra Santa (est. 1342). Poco studiati finora, i commissariati sono istituzioni fund-raising dislocate in diverse province francescane. Oggi come allora hanno il compito di raccogliere e inviare a Gerusalemme le elemosine necessarie al mantenimento del Santo Sepolcro e dei frati che vi abitano. I documenti contabili elencano entrate e uscite dei commissariati, per lo più su base giornaliera. Le entrate sono costituite principalmente da elemosine, lasciti e donazioni. Le uscite consistono nell’acquisto di oggetti e generi alimentari destinati a Gerusalemme; spese giornaliere dei commissariati; costi legati al trasporto di oggetti – dagli imballaggi, al pagamento delle navi e dei facchini – e di persone.
I documenti mi sono subito sembrati il materiale perfetto su cui costruire un progetto ERC. Poiché contengono enormi quantità di dati, la raccolta e analisi di questi ultimi non può essere svolta da un singolo ricercatore, ma richiede il coinvolgimento di un gruppo di ricerca dedicato. I documenti, inoltre, sono anche delle fonti storiche molto promettenti. Anzitutto, incrociati con un’altra fonte economica poco studiata, i libri contabili del convento di San Salvatore a Gerusalemme (la sede della Custodia), permettono di ricostruire l’organizzazione economica che ha consentito a un’istituzione come la Custodia di sopravvivere attraverso i secoli. In secondo luogo, essi forniscono grandi quantità di dati su vari temi, come la circolazione di oggetti e persone da e verso Gerusalemme. Inoltre, lo studio dei commissariati e dell’organizzazione economica della Custodia di Terra Santa interseca e contribuisce allo studio di un gran numero di temi, come la contabilità religiosa; le pratiche di consumo; le organizzazioni (religiose e non) e il loro funzionamento in età moderna; i network; e l’economia francescana, giusto per fare qualche esempio.
Da un punto di vista personale, la candidatura ad un ERC Consolidator Grant era la tappa naturale di un percorso di ricerca portato avanti per lo più grazie a finanziamenti esterni (dal programma FIRB del MIUR, alla DFG tedesca, ai programmi finanziati e cofinanziati dalla Commissione Europea, come EURIAS e Marie Skłodowska-Curie fellowship programme), e che mi ha dato una vasta esperienza nella scrittura e nella gestione di progetti di ricerca. Come per tanti altri, il grant ERC è poi diventato un’occasione per rientrare in Italia, dopo anni trascorsi all’estero.
2. Quali sono le sfide che hai dovuto e devi affrontare durante la costruzione del team e come team leader?
L’ERC mi ha dato la possibilità di costituire e guidare un team di ricercatori con il compito di estrarre grandi quantità di dati dalle fonti, costruire un database e, soprattutto, utilizzare le informazioni raccolte per portare avanti delle ricerche individuali, connesse ai temi del progetto ERC.
Durante la costruzione del team, una delle sfide principali è quella di trovare ricercatori che abbiano le capacità e le competenze richieste dal progetto e che siano buoni team players. Quest’ultima caratteristica è fondamentale in un progetto costituito da work packages strettamente connessi tra loro, come HOLYLAB. Le regole di ingaggio italiane possono creare alcuni problemi. La valutazione dei candidati si basa principalmente sul numero delle pubblicazioni, e alle monografie viene assegnato il punteggio più alto. Ciò favorisce i ricercatori con un alto numero di pubblicazioni rispetto a quelli più giovani che hanno appena concluso un dottorato di ricerca, anche se le esperienze di ricerca di questi ultimi sono più in sintonia con i temi del progetto. Nel mio caso, un altro problema è stato il basso numero di application da parte di ricercatrici, uno squilibrio che mi ha sorpreso, ma che ha caratterizzato ogni bando che ho fatto finora, mettendo a repentaglio la possibilità di avere un team bilanciato dal punto di vista del genere. Una volta costruito il team, un problema che i PI devono spesso affrontare è che i ricercatori post-dottorato cercano comprensibilmente lavori più stabili, accademici o no, il che significa che talvolta, dopo uno o due anni è necessario ribandire le posizioni.
Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda, guidare un gruppo di ricerca è un’esperienza molto impegnativa e gratificante allo stesso tempo. Soprattutto per chi come me è stata post-doc per molti anni, uno degli obiettivi principali è quello di riuscire a bilanciare le esigenze del progetto con quelle dei ricercatori che ci lavorano. Ciò significa assicurarsi che il progetto abbia un impatto positivo sulla loro carriera e allo stesso tempo che le scadenze del progetto siano rispettate e gli output prodotti, come pianificato.
3. Il progetto esplora la vita quotidiana dei frati a Gerusalemme?
Uno degli aspetti più affascinanti del progetto è che svela molti aspetti della vita quotidiana dei frati a Gerusalemme attraverso l‘analisi delle spese quotidiane del convento di San Salvatore e degli oggetti e dei cibi che arrivavano a Gerusalemme dalle varie parti del mondo. Combinando questi dati, ad esempio, possiamo farci un’idea della dieta dei frati , di cosa mangiavano nei giorni di digiuno, di quali alimenti venivano acquistati localmente, di quali arrivavano dall’estero e di cosa veniva prodotto nel convento. Le fonti fanno luce anche sulle attività produttive del convento, come gli oggetti utilizzati nelle “officine”: la cucina, la farmacia, la falegnameria e la biblioteca. L’analisi delle fonti svela anche i rapporti dei frati con la gente del posto, soprattutto con le autorità ottomane ma anche con coloro che erano alle dipendenze dei frati o che fornivano loro servizi, come, ad esempio, portalettere.
4. Quali sono le conseguenze sul progetto della guerra iniziata il 7 ottobre?
Le proposte ERC prevedono sempre una sezione in cui i candidati descrivono i potenziali rischi che potrebbero mettere a repentaglio la realizzazione del progetto. Poiché parte delle fonti su cui si basa HOLYLAB sono conservate in Israele e a Gerusalemme (i libri contabili della Custodia di Terra Santa, sono conservati nell’Archivio Storico del convento di San Salvatore, a Gerusalemme; i registri della locale corte ottomana del 17th secolo sono accessibili in microfilm presso la Jewish National Library, Gerusalemme, presso l’Università di Haifa, Israele, e presso il Centre for Palestinian Heritage, Abu Dis-Bethany, Territori Palestinesi), nel preparare l’application naturalmente ho menzionato l’instabilità politica della regione come un potenziale fattore di rischio. Tuttavia, la gravità degli eventi accaduti il 7 ottobre e nei mesi successivi, nonché la portata della violenza, non erano stati previsti.
La regione è stata a lungo caratterizzata da conflitti di durata relativamente breve, che di solito mettevano a rischio più la possibilità di seguire una tempistica pianificata, piuttosto che il raggiungimento di tutti i risultati attesi dal progetto. Le mitigating measures previste, quindi, includevano una struttura del progetto sufficientemente flessibile da accomodare eventuali ritardi nel reperimento di fonti archivistiche e, a un livello più pratico, biglietti aerei flessibili. Gli eventi degli ultimi mesi, e il timore di un’espansione regionale del conflitto, generano una maggiore incertezza riguardo al momento in cui sarà possibile riprendere il lavoro d’archivio nell’area. Prima dell’attacco del 7 ottobre, io e altri membri del team abbiamo condotto alcuni viaggi di ricerca, e un altro era programmato per due giorni dopo l’attacco. Il viaggio è stato immediatamente annullato, nella speranza che fosse solo rinviato di qualche settimana. Le settimane sono diventate mesi e, sinceramente, non so quando ci saranno le condizioni per trascorrere nuovamente qualche mese nell’area.