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Fra storia e archivistica: l’uso pubblico degli archivi

5 Marzo 2018

Si è tenuto a Trento nella giornata del 9 ottobre 2017 il seminario ISIG "Fra storia e archivistica: l’uso pubblico degli archivi", coordinato da Katia Occhi e Cecilia Nubola

Dopo i saluti istituzionali del direttore dell’Istituto storico italo-germanico (ISIG) Christoph Cornelißen e della direttrice dell’Archivio di Stato di Trento Luisa Villotta si è aperta la prima sessione con la presentazione dei progetti di ricerca storico-archivistica dedicati a una raccolta del fondo Manoscritti della Biblioteca comunale di Trento e a due serie conservate nell’Archivio di Stato della stessa città, condotti nel periodo 2011-2017 dall’Istituto storico italo-germanico della Fondazione Bruno Kessler.

I progetti sono nati dall’esigenza di ricostruire in modo più approfondito la fisionomia dell’archivio del principato ecclesiastico di Trento, soppresso nel 1803. Le ricerche hanno permesso di fissare alcuni punti chiave della vicenda e della struttura del complesso archivistico, la cui parte più antica fu prelevata dopo la secolarizzazione dal personale in servizio presso il Gubernialarchiv di Innsbruck già nel 1805, per prendere la via di Innsbruck, di Vienna e di Monaco di Baviera. La documentazione ritornò a Trento, nella neonata sede dell’Archivio di Stato, in seguito all’annessione del Trentino e dell’Alto Adige al Regno d’Italia alla fine della Prima guerra mondiale. Se la documentazione dell’archivio segreto, dove si conservano i titoli giuridici del principato vescovile, è ampiamente nota grazie a un repertorio settecentesco ristampato recentemente (relativo alla Sezione latina) e all’inventario compilato nel XIX secolo a Innsbruck (relativo alla Sezione tedesca), non si poteva dire lo stesso per le altre serie dell’archivio vescovile, la cui struttura fu in parte ridefinita entro i primi due decenni del Novecento dal personale in servizio presso lo Statthaltereiarchiv, erede del Gubernialarchiv citato sopra. È proprio per chiarire lo spettro degli interventi effettuati e approfondire la tipologia documentaria di alcune serie che sono nati i progetti dell’Istituto italo germanico degli ultimi anni, cofinanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e dalla Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari, archivistici della Provincia autonoma di Trento. Le schedature informatizzate frutto di questi lavori sono a disposizione degli utenti e possono essere consultate nella banca dati online degli “Archivi storici del Trentino” e presso le rispettive istituzioni (Biblioteca comunale e Archivio di Stato di Trento).

La relazione di apertura di Silvano Groff della Biblioteca comunale di Trento, partner scientifico del progetto di ricerca “Frammenti dell’Archivio del Principato Vescovile nel fondo Manoscritti della Biblioteca comunale di Trento (secc. XV-XVIII)” si è soffermata sulla Raccolta Mazzetti (voll. 1-1548), costituitasi sulla scorta del lascito testamentario del giudice Antonio Mazzetti (1784-1841). L’indagine ha permesso di mettere a fuoco il nucleo costituito da documentazione principesco-vescovile (circa 230 unità composte da materiali di natura fiscale e giudiziaria, più circa 7.200 lettere destinate ai principi vescovi e ai suoi collaboratori), a cui sono uniti gruppi di scritture provenienti da vari archivi (archivi personali di letterati e uomini politici d’antico regime, archivi di comunità trentine, ecc.). Estrapolate dalla sede originaria di custodia in seguito alla secolarizzazione del 1803, esse seguirono itinerari diversi rispetto a quelli della documentazione trasportata oltralpe e furono raccolte dal collettore in quella che doveva costituire la Biblioteca universale trentina.

In concomitanza con il progetto sulla documentazione vescovile contenuta nella Raccolta Mazzetti, Isig ha condotto lo studio e la schedatura informatizzata dei cosiddetti Atti trentini, una miscellanea formata da circa 70.000 documenti (in originale e in copia) datati tra i secoli XIV e XIX, attualmente condizionati in 152 buste e custoditi nell’Archivio di Stato di Trento. Si tratta di materiali inventariati e riordinati entro il 1912 allo Statthaltereiarchiv di Innsbruck, provenienti in modo preponderante dalla cancelleria vescovile e che diedero vita al cosiddetto “Trientner Archiv. Abteilung Akten”, come hanno evidenziato lo studio e le schede descrittive pubblicate nel volume Per una storia degli archivi di Trento, Bressanone e Innsbruck. Ricerche e fonti (XIV-XIX secolo), Bologna, il Mulino, 2015 curato da chi scrive.

Agli Akten-Codizes, oggetto del medesimo intervento di inventariazione del 1912, è stato dedicato il progetto coordinato da Cecilia Nubola sulla serie denominata oggi Libri copiali (I e II). Come ha illustrato Marco Stenico i Libri copiali. Serie II sono costituiti attualmente da 119 volumi compresi tra il 1730 e il 1801 contenente atti prodotti dal Consiglio aulico di Trento nell’esercizio delle sue funzioni. La cosiddetta Prima serie è costituita da 17 registri (1487-1671), già collocati nel XIX secolo nella raccolta Handschriften dello Statthaltereiarchiv di Innsbruck e affiancati ai Libri copiali. Serie II solo attorno alla metà del XX secolo, come ha illustrato Cristina Belloni.

Il filo conduttore delle ricerche presentate nel seminario scaturisce dall’esigenza di indagare la specificità dei materiali oggi conservati a Trento, profondamente segnati dagli interventi di riordino e di inventariazione condotti in Austria, al fine di consentirne una maggiore comprensione e valorizzazione. L’esigenza di approfondimenti accurati è confermata anche dai risultati dell’ultimo progetto presentato, dedicato ai cosiddetti Atti dei Confini, un complesso documentario arrivato in Archivio di Stato a Trento nel 1919. Il progetto, coordinato da chi scrive, e la relativa schedatura informatizzata, ha permesso di evidenziare come la documentazione degli Atti dei Confini. Serie I (1452-1911) sia chiaramente riconducibile alla IV. Sezionedei cosiddetti Ältere Grenzakten, conservati sino alla fine della Prima guerra mondiale nello Statthalterei-Archiv di Innsbruck, ed estrapolata da un corpus ripartito in 5 sezioni corrispondenti ai confini del Tirolo (Baviera, Grigioni, Salisburgo, Trento, Venezia). Il materiale proviene dai cosiddetti Ältere Venediger Grenzakten, corrispondente ai mazzi 47-53 della miscellanea tuttora conservata al Tiroler Landesarchiv di Innsbruck (i cosiddetti Confini italiani della Contea principesca del Tirolo). Si tratta di documentazione riunita nella seconda metà del Diciottesimo secolo dal Gubernium di Innsbruck in una raccolta unica contenente la documentazione preparatoria ai lavori della commissione austriaca e dei visitatori che operarono in territorio tirolese all’epoca delle riforme teresiane per la regolamentazione delle linee confinarie negli anni 1750-1754, cui fu allegata documentazione più antica relativa ai confini.

La relazione di chi scrive ha evidenziato come durante le operazioni di prelevamento da parte della commissione archivistica, che operò a Innsbruck nell’immediato primo dopoguerra, furono inspiegabilmente ritirati i documenti degli Ältere Grenzaktencontravvenendo così al principio di provenienza stabilito dal Trattato di Saint Germain del 10 settembre 1919. È pur vero che tali operazioni furono eseguite entro il marzo del 1919, prima della firma del Trattato, ma non si provvide mai alla restituzione, nonostante le richieste avanzate dalla Direzione austriaca nel 1921. Come ha illustrato Rossella Ioppi, ad essi furono aggiunti materiali estrapolati dai Neuere Grenzakten (mazzi 2-8) del medesimo archivio, che contenevano atti prodotti dal Gubernium e dalla Statthalterei (la Luogotenenza per il Tirolo) relativi ai confini dello Stato e della regione verso l‘Italia, la Svizzera, la Baviera, la Carinzia e Salisburgo e che oggi formano la Seconda serie degli Atti dei confini (1803-1912) conservati a Trento.
L’anomalia di questo caso e le complessità della ricostruzione delle vicende di cui è stato oggetto, mostrano come l’Archivio di Stato di Trento non sia solo un luogo di conservazione dei materiali documentari, ma anche un laboratorio di studio per ricostruire la storia del territorio e delle sue lacerazioni, in particolare nel Diciannovesimo e nel Ventesimo secolo.

Nella seconda parte del pomeriggio la riflessione si è spostata sui temi legati alla contemporaneità. Nella tavola rotonda dedicata a «Archivi e storia del territorio: incontro fra storici e archivisti», i curatori di alcune istituzioni archivistiche attive in Trentino hanno potuto illustrare la tipologia dei fondi, gli incrementi più recenti, il tipo di utenza, gli strumenti di corredo tradizionali e informatizzati attualmente disponibili, dando conto di alcune ricerche in corso. In particolare ne hanno parlato Katia Pizzini dell’Archivio diocesano tridentino, Armando Tomasi e Stefania Franzoi dell’Archivio provinciale di Trento, Andrea Giorgi dell’Università di Trento e Franco Cagol dell’Archivio storico del Comune di Trento sottolineando i punti forti delle istituzioni preposte alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio archivistico. Al dibattito ha partecipato anche il direttore della rivista «Studi Trentini. Storia», Emanuele Curzel. Alcuni passaggi della discussione hanno messo in evidenza le recenti criticità, costituite dalla riduzione di risorse e da una collocazione di alcuni istituti in una sede decentrata. Un’eccezione è rappresentata dal Vigilianum, dove è situato l’Archivio diocesano tridentino, una struttura particolarmente funzionale e appropriata alla conservazione e alla consultazione dei materiali documentari.

Non è sempre facile, come hanno mostrato le riflessioni emerse dalla tavola rotonda, fronteggiare il calo di risorse, ma molto si è potuto fare in anni recenti anche grazie al sostegno di fondazioni bancarie e alla collaborazione fattiva tra enti di ricerca scientifica e l’Università.

Fonte: Il mondo degli archivi, edizione 29.01.2018


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