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Il Forum di ARO dedicato al volume “Libri pericolosi”

15 Giugno 2023

Un invito a ragionare sugli effetti culturali del controllo dei mezzi di informazione.

Da pochi giorni è stata pubblicata l’ultima rassegna proposta da Annali. Recensioni. Online 2023/02, la rivista ad accesso aperto dell’Istituto storico italo -germanico che promuove la disseminazione della ricerca scientifica e favorisce il dialogo transnazionale tra specialisti e specialiste di scienze storiche. Venticinque recensioni offrono una selezione della più recente storiografia e presentano al lettore i temi di storia sociale, politica e culturale al centro degli interessi della comunità scientifica internazionale. Il numero affianca i contributi del gruppo di ricerca dell’Istituto storico italo germanico a quelli di studiosi italiani e stranieri, provenienti da varie istituzioni di ricerca – dall’università Ca’ Foscari di Venezia all’University of St. Andrews, dalla Federico II di Napoli all’East Tennessee State University, da Roma Tre all’Universität Basel.

Il Forum è dedicato alla nuova monografia di Giorgio Caravale, Libri pericolosi. Censura e cultura italiana in età moderna, opera di sintesi che affronta uno dei temi più dibattuti dalla storiografia italiana degli ultimi decenni, la censura, e offre al contempo importanti spunti di riflessioni sul presente. Lo studio pone l’accento su come le autorità italiane di antico regime plasmassero la produzione culturale – o tentassero di farlo – censurando, ma anche modificando, tagliando, epurando i testi a stampa e rimettendoli in circolazione, e su come queste operazioni di controllo influirono sulle nuove opere. Le recensioni di Mario Infelise ed Emily Michelson dialogano su questi aspetti e aprono paralleli con il presente.

Come afferma Infelise, dall’inizio di questo secolo viviamo “una stagione di profonde trasformazioni”, accentuate dall’irruzione “nella nostra quotidianità degli effetti di tecnologie della comunicazione precedentemente inesistenti e inimmaginabili che hanno alterato in profondità e in pochissimo tempo il nostro rapporto” con ciò che è ammesso dire e ciò che non lo è. Le azioni di censura del passato studiate da Caravale, paragonabili agli odierni divieti di espressione, ci insegnano che “chi fu testimone del passaggio da un regime di sostanziale libertà a uno sorvegliato visse le proibizioni come una sorta di violenza, ma chi venne dopo finì con l’abituarsi al nuovo clima e con l’introiettare le proibizioni. Caravale illustra con abbondanza di dettagli questo complesso processo di adattamento, che ebbe ripercussioni in tutti gli aspetti della vita. Chi scriveva doveva infatti conoscere il sistema e trattare con i censori. Tipografi e librai finirono con l’adeguarsi passivamente al nuovo corso, ma qualcuno si attrezzò a correre i rischi della produzione clandestina che sino al pieno Settecento fu elemento caratterizzante del mercato editoriale.”

Proprio questi effetti della censura furono, secondo Emily Michelson, inquietantemente cupi (grim), perché influenzarono per un lungo periodo la produzione letteraria italiana, arrivando a partorire una serie grottesca di rifacimenti delle grandi opere proibite – per esempio un Decameron in cui tutte le donzelle erano virtuose, le discussioni vertevano sulla compassione cristiana e i testi spirituali sostituivano le novelle. Inoltre, sottolinea Michelson, Libri proibiti dimostra che il ‘controllo’ sulla cultura fu solo un primo passo di un più ampio progetto. Se inizialmente la priorità dell’Indice dei Libri proibiti (la lista di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica introdotta nel 1559) era di fermare la trasmissione di idee protestanti provenienti da Oltralpe, gradualmente le azioni delle autorità furono rivolte verso l’interno del territorio italiano, con l’obiettivo di monitorare la vita quotidiana, regolare i comportamenti, soffocare le ambizioni umanistiche e promuovere la cultura ecclesiastica.

Come afferma Infelise, insomma, il libro di Caravale invita a riflettere “circa il ruolo che i sistemi di controllo hanno avuto, all’interno di un tentativo più articolato di definire le relazioni tra la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero e le eventuali costrizioni sociali, politiche e culturali che vanno in senso contrario […] dalle proibizioni e dai controlli antichi alle libertà contemporanee.”

Il resto delle recensioni offre una varietà di ricerche su molteplici temi: dalla predicazione alla cultura culinaria, dalla migrazione al diario della parlamentare Tullia Romagnoli Carettoni, dalla guerra in Italia e nel Mediterraneo agli statuti delle fiere di Bolzano di fine Settecento fino a una storia dell’India contemporanea. Anche in questo numero non mancano le connessioni tra la ricerca storica e l’attuale dibattito pubblico e le suggestioni offerte sono davvero molte! Sulla piattaforma di «ARO» potrete scegliere quelle più vicine ai vostri interessi.

 


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