Il futuro dell’IA in Europa con AI Act
Al Festival dell'Economia, il dibattito sulla normativa europea di recente approvata
Si è tenuto il 24 maggio presso il Museo Diocesano Tridentino – Sala degli Arazzi, l’atteso evento dedicato alla legge sull’intelligenza artificiale (AI ACT) durante il Festival dell’Economia di Trento.
L’incontro ha visto la partecipazione di illustri esperti e protagonisti del settore: Ferruccio Resta, Presidente della Fondazione Bruno Kessler, Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Roberto Viola, Direttore generale di DG Connect, Commissione Europea, Rita Cucchiara, Professoressa all’Università di Modena e Reggio Emilia. Moderato da Luca De Biase, giornalista de Il Sole 24 Ore, l’evento ha approfondito gli sviluppi e le implicazioni della recente approvazione dell’AI ACT da parte del Parlamento Europeo.
L’evento ha rappresentato un momento significativo di riflessione e dibattito sull’importanza di una regolamentazione equilibrata e di investimenti strategici per garantire all’Europa un ruolo di primo piano nel panorama globale dell’intelligenza artificiale. L’AI ACT rappresenta infatti un quadro normativo cruciale per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali, promuovendo al contempo l’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale. La normativa stabilisce obblighi specifici per l’IA, basati sui rischi e sull’impatto delle tecnologie.
Partendo dagli spunti offerti dal libro “Il codice del futuro” scritto a quattro mani da Luca De Biase e Roberto Viola, l’evento ha indagato le esigenze che hanno reso necessario l’AI Act, evidenziando l’urgenza di passare dalla semplice regolamentazione alla produzione di un’intelligenza artificiale europea.
Ferruccio Resta, Presidente della Fondazione Bruno Kessler, ha espresso il suo sostegno all’AI ACT, sottolineando tuttavia l’importanza di non limitarsi alla sola regolamentazione: “La regolamentazione europea dell’Intelligenza Artificiale è un passo fondamentale per tutelare gli utenti dai potenziali rischi di questa tecnologia rivoluzionaria, ma non deve frenare l’innovazione. Per attrarre talenti e capitali, l’Europa deve investire massicciamente nell’IA, evitando la dispersione delle risorse e concentrandosi su progetti ambiziosi, rapidi e di comprovata efficacia, capaci di garantire risultati tangibili e di grande impatto. Queste iniziative, per essere veramente distintive, devono riflettere un approccio tipicamente europeo all’Intelligenza Artificiale. In quest’ottica, FBK si è posta l’obiettivo di costruire un’IA antropocentrica, integrata e creativa, che soddisfi regole e bisogni sociali e sia rivolta primariamente al benessere delle persone».
Roberto Viola ha evidenziato che la cultura della sicurezza e della trasparenza è fondamentale per lo sviluppo tecnologico europeo. Di conseguenza, l’AI “made in Europe” è sicura, certificata e funziona grazie agli investimenti e alla collaborazione tra diverse eccellenze, assolutamente comparabili a quelle dei grandi player internazionali. Durante l’evento, Rita Cucchiara ha sottolineato che la nuova normativa europea rappresenta una seria garanzia sia per i ricercatori che per le imprese, mentre Giorgio Metta ha enfatizzato come l’AI Act abbia imposto vincoli ragionevoli, evidenziando che la sfida sarà produrre algoritmi capaci di integrare tali vincoli.
FBK, in linea con la visione europea, lavora a un’AI che si distingue per valori e mentalità differenti rispetto a quella made in USA o in Cina ed è quindi fortemente impegnata nel dare corpo alla capacità europea di sviluppare un’intelligenza artificiale ad alto impatto e, al contempo, rispettosa dei valori. La sfida di oggi è quella di poter attirare talenti e capitali su questo modello.
La missione della FBK è costruire un’IA che soddisfi regole e bisogni sociali, rivolta in primis al benessere delle persone. Attraverso il Talent Program, la FBK promuove progetti di ricerca e alta formazione, offrendo percorsi di apprendimento esperienziale personalizzati per massimizzare le potenzialità di giovani ricercatori e dottorandi. Il programma prevede iniziative di welfare ad hoc e un onboarding continuo, rispondendo ai bisogni dei talenti per attrarre capitale umano e massa critica.