Il ritorno della guerra

Il motto della Fondazione Bruno Kessler, “Future Built on Knowledge”, ci interroga di continuo, perché della conoscenza e del futuro è impossibile vedere i limiti. Come ricercatori e come comunicatori, cerchiamo di dare il contributo alla lettura dell’oggi per aprirci al domani.

L’attualità, purtroppo, ci parla di guerra e per comprenderla abbiamo intervistato Marco Mondini, professore di Storia Contemporanea e di History of Conflicts all’Università di Padova, già ricercatore presso l’Istituto Storico Italo-Germanico della nostra Fondazione.

Con verve comunicativa e attraverso la sua solida capacità di analisi, Mondini ci racconta di come alla base delle azioni di Vladimir Putin sia individuabile la volontà di prestigio e di potenza, estranea da decenni alla concezione di guerra propria della mentalità euro-occidentale, tesa a misurare tutto o quasi attraverso il contatore del benessere economico.

Oggi i conflitti si combattono con la tecnologia, con le armi e con la strategia mediatica: se nei primi due casi la superiorità russa ha indotto l’Ucraina a chiedere (e ottenere) aiuti immediati, nel terzo la voce di Kiev ha preso il sopravvento fin dal 24 febbraio, data dell’invasione.

A malincuore, dobbiamo però riconoscere come le bombe esplodano e le armi sparino: la guerra esiste, come esistono le vittime anche e soprattutto tra i civili, nonostante convenzioni e leggi internazionali impongano l’illegittimità assoluta del loro diventare bersagli bellici.

L’Europa ripensa alle armi, la Germania cambia i propri programmi economici in tal senso, sono segnali da non sottovalutare e con i quali dovremo fare i conti. Sono questi alcuni dei temi toccati nell’intervista, attraverso la quale puntiamo a ragionare sull’importanza della conoscenza del passato per la comprensione del presente.

Immaginiamo questa intervista come la prima di una serie dedicata alla costruzione del futuro basata sulla conoscenza, cercheremo di dare il nostro meglio per comunicare le nostre ricerche e i nostri interessi, grazie in primo luogo al contributo di tante e tanti ospiti, nella speranza di parlare presto pure di cose belle.

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