Infrastrutture digitali per cittadini e imprese
La Provincia autonoma di Trento come laboratorio d’avanguardia in Europa per le infrastrutture pubbliche digitali
L’incontro, organizzato dalla Fondazione Hub Innovazione Trentino (HIT) e intitolato “Infrastrutture digitali per cittadini e imprese“, si è tenuto oggi presso la Fondazione Caritro nell’ambito del FESTIVAL ECONOMIA di Trento.
Protagonisti del confronto sono stati: l’Assessore allo Sviluppo economico, lavoro, università e ricerca della Provincia autonoma di Trento; Franco Accordino (Commissione europea); Felipe González-Zapata (OCSE – Digital Government and Data); Andrea Simoni (Segretario Generale della Fondazione Bruno Kessler); Maurizio Fatarella (Direttore Generale PagoPA), Andrea De Maria (Responsabile Innovation Management – Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato). A moderarli è intervenuto il giornalista del Sole 24 Ore Pierangelo Soldavini.
Tema del dibattito le Digital Public Infrastructures (DPI), che da un anno a questa parte sono al centro dell’agenda internazionale per una trasformazione digitale che pone l’accento su protocolli, standard e soluzioni aperte, e che rappresentano un approccio in grado di creare le condizioni ideali per la crescita di servizi digitali pubblici e privati, con un accesso equo e inclusivo per tutta la popolazione.
Durante l’incontro l’assessore allo sviluppo economico, lavoro, università e ricerca ha sottolineato come la Provincia sia impegnata a creare un contesto favorevole allo sviluppo sostenibile del territorio attraverso il progetto PA semplice, un ecosistema digitale amministrativo efficiente e integrato sul territorio, con una rete tra le PA che velocizzi le procedure, minimizzi gli oneri burocratici, valorizzi i dati, che sia in grado di soddisfare al meglio i bisogni dei cittadini e delle imprese anche anticipandone le richieste, come agente di cambiamento. Su questi temi e sulle progettualità innovative in atto – si pensi all’utilizzo dell’AI nella PA e al Wallet europeo – il valore aggiunto è sicuramente dato anche dalle sinergie in atto con gli attori del territorio e con il sistema della ricerca.
Nel suo contributo, Franco Accordino (Commissione Europea) ha parlato del portafoglio di identità digitale (Digital Wallet Europeo) come strumento fondamentale per i cittadini e le imprese europei, ricordando l’importanza dei progetti pilota in corso e gli innumerevoli benefici che il Wallet porterebbe in termini di inclusione digitale, sicurezza dei servizi digitali e crescita economica e sociale. «Il Digital Wallet Europeo va inquadrato in un ambito più ampio di infrastrutture digitali per l’innovazione e la competitività, compresi le reti ad alte prestazioni, gli edge cloud, il supercalcolo e l’intelligenza artificiale, senza i quali il processo di digitalizzazione dei servizi pubblici non può compiersi pienamente. Occorre dunque investire in infrastrutture per la connettività e nelle capacità digitali, compresi i nodi cloud, i data spaces e appunto, i sistemi per la gestione dell’identità digitale, passando dalla fase dei progetti pilota fino ai sistemi di produzione».
Andrea Simoni ha ricordato il ruolo di FBK sul tema DPI: «La Fondazione Bruno Kessler è in prima linea nella realizzazione delle infrastrutture tecnologiche europee, contribuendo significativamente alla realizzazione del grande progetto denominato Unione dei dati della UE, iniziativa ambiziosa in cui le persone possono trarre beneficio dal mettere in comune i propri dati con sicurezza e trasparenza. Attraverso iniziative come il Test and Experimentation Facility (TEF) e il Consorzio europeo per le infrastrutture digitali (EDIC), stiamo creando piattaforme che facilitino l’innovazione e la collaborazione tra imprese e istituzioni, promuovendo la crescita di un ecosistema digitale avanzato e integrato. La gestione sicura e trasparente dei dati è una priorità fondamentale per noi. Il cittadino e l’azienda devono potersi fidare delle soluzioni digitali europee, e il Digital Wallet rappresenta un passo significativo in questa direzione. FBK gioca un ruolo chiave in questo contesto, garantendo che le tecnologie sviluppate rispettino i più alti standard di sicurezza e privacy, proteggendo i dati personali e aziendali e costruendo un ambiente di fiducia reciproca».
Maurizio Fatarella si è concentrato sul ruolo di PagoPA quale interlocutore chiave in tema di DPI a livello nazionale, che oggi può portare la propria expertise anche sul piano europeo, facendo leva sulla solidità delle piattaforme che sviluppa e gestisce, come esempio concreto e funzionante di DPI. «Il concetto di DPI ricalca la visione con cui PagoPA, già da quattro anni, sta contribuendo a costruire l’ecosistema di infrastrutture su cui oggi si fonda la transizione digitale del settore pubblico italiano. Gestiamo soluzioni che sono nelle mani di milioni di cittadini e che, per questo, ci impongono di operare in ottica multicanale e inclusiva. La scelta di architetture basate su standard aperti, sicure e scalabili, in grado di lavorare in maniera interconnessa ci consente di garantire un’esperienza semplificata per Enti e cittadini su tutto il territorio. I risultati che registriamo su piattaforme come pagoPA e app IO sono la testimonianza del successo di questo modello, che sta producendo efficienza, innovazione e valore per tutti gli attori dell’ecosistema, rispettando i diritti e la libertà delle persone. Un approccio già riconosciuto come best practice internazionale che oggi stiamo applicando, insieme agli altri partner, per realizzare quella che sarà la prossima DPI: il Digital Wallet».
Andrea De Maria (IPZS) ha evidenziato come le infrastrutture digitali abbiano bisogno di un layer di fiducia, di ‘trust’, e fornire garanzia per conto dello Stato è proprio la missione del Poligrafico. Assieme ad FBK il Poligrafico assicura l’identità digitale dei cittadini con “Entra con CIE” prima, e con il Wallet ora realizzando tutta la componente di trust del sistema. «Per garantire l’identità e gli attributi dell’identità il Poligrafico ha progettato e svilupperà protocolli di sicurezza che si basano su un diffuso utilizzo della crittografia, su standard aperti, che rendono possibile l’interoperabilità. Il tutto su una infrastruttura IT concepita appositamente per garantire continuità di servizio e performance elevate».
Felipe González-Zapata (OCSE) ha rimarcato il fatto che le DPI rappresentino un meccanismo essenziale per l’inclusione nell’era digitale, consentendo l’accesso a servizi pubblici e privati attraverso sistemi affidabili. «Un approccio più strategico alla DPI è diventato una priorità per i Paesi dell’OCSE ed è sempre più importante nelle agende del G7 e del G20. Non si tratta solo di avere DPI, ma anche di costruirle bene e di sfruttarle al meglio. Ciò implica sistemi di governance e investimenti adeguati allo scopo, richiede capacità di sviluppare e distribuire le DPI in modo da garantire un approccio incentrato sull’uomo e promuovere l’interoperabilità e il riconoscimento reciproco all’interno e al di là delle frontiere. Questi principi sono al centro della Raccomandazione dell’OCSE sulla governance dell’identità digitale, strumento chiave per sostenere l’attuale Presidenza italiana del G7».