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Media e società: il ruolo della televisione

8 Settembre 2017

La storica Christina von Hodenberg ha raccontato in FBK come la tv abbia cambiato i ritmi e le abitudini delle famiglie dal dopoguerra a oggi

Lo scorso 31 agosto l’Istituto Storico Italo Germanico di FBK ha ospitato un seminario di Christina von Hodenberg, docente di storia europea alla Queen Mary University di Londra ed esperta di storia del giornalismo e dei mass media. Il seminario, intitolato “Scrivere la storia nazionale e transnazionale dei mass media dopo il 1945”, ha avviato idealmente le attività del nuovo piano strategico 2017-2019 dell’istituto, guidato da qualche mese da Christoph Cornelissen.

L’intervento di von Hodenberg è stato incentrato soprattutto sul concetto di “mediatizzazione”, ossia il progressivo aumento dell’impatto dei media (in particolare la televisione) sulle abitudini e i costumi della società moderna. Un percorso iniziato fin dagli anni ’50, nel periodo definito come quello della “scelta limitata”, quando cioè esistevano pochissimi canali televisivi e tutti guardavano gli stessi programmi: il linguaggio della televisione era quindi unico, e chiunque volesse usare il mezzo televisivo per influenzare le opinioni del pubblico e raccogliere consensi, come i politici, doveva necessariamente adattarsi a quel linguaggio.

Lo scenario è cambiato molto rapidamente negli ultimi anni. «Ci sono stati dei momenti di svolta importanti relativamente al modo in cui i media possono influenzare le scelte e le opinioni, come ad esempio, in Italia, il caso di Berlusconi», ha sottolineato la professoressa. «Poi con l’avvento di Internet, alla fine degli anni ’90, il ruolo egemone della televisione è stato superato».

Oggi i media a disposizione sono molti di più, ma secondo von Hodenberg non si escludono affatto a vicenda. «Le persone tendono a usare contemporanemente più mezzi di comunicazione, dedicando ai media complessivamente più tempo che in passato».

Un altro punto importante toccato durante il seminario è quello relativo al carattere transnazionale dei mass media. «Per loro natura i media forniscono informazioni e contenuti che possono non limitarsi ai confini nazionali. Soprattutto il settore dell’intrattenimento televisivo, che include anche la trasmissione di film, è sempre stato un mercato privo di frontiere. E non mancano esempi di vere e proprie trasmissioni televisive transnazionali, come ad esempio l’Eurovision Song Contest».


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