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Ricercatrice di FBK vince il Radhia Cousot Young Researcher Best Paper Award 2019

23 Ottobre 2019

Anna Becchi, ricercatrice dell'Unità ES della Fondazione Bruno Kessler, è stata premiata a SAS 2019 per l'elaborazione di nuove tecniche di verifica basate su interpretazione astratta nel dominio dei poliedri

Importante riconoscimento per la Fondazione Bruno Kessler che grazie al lavoro di Anna Becchi si è aggiudicato il prestigioso Radhia Cousot Young Researcher Best Paper Award 2019, assegnato nell’ambito della 26^ edizione dello Static Analysis Symposium.
Dal 2014 il comitato di programma di ogni edizione di  SAS seleziona e premia un articolo per ricordare Radhia Cousot e il suo fondamentale contributo nell’analisi statica. Quest’anno il premio è andato al lavoro firmato da Anna Becchi e Enea Zaffanella, Revisiting Polyhedral Analysis for Hybrid System.

L’articolo premiato riguarda la rivisitazione e l’elaborazione di nuove tecniche di verifica basate su Interpretazione Astratta nel dominio dei poliedri, che sono state implementate all’interno del tool, PHAVerLite, sviluppato insieme al professor Enea Zaffanella dell’Università di Parma, dove ho svolto la laurea triennale” ci spiega Anna Becchi, giovane ricercatrice che in Fondazione Bruno Kessler è part-time research assistant e sta completando la sua tesi di laurea specialistica in informatica all’interno dell’Unità ES.
“Attualmente sto lavorando sulla verifica di automi ibridi, un formalismo che può essere usato per modellare sistemi fisici (meccanici, elettrici, idraulici) ad alta criticità, in cui cioè può esserci un pericolo per la vita delle persone – continua la ricercatrice -.  Qui in FBK, ad esempio, li stiamo applicando in un progetto che conduciamo insieme a RFI. In Fondazione ho l’opportunità di esplorare altri approcci di verifica per i sistemi ibridi, con il vantaggio di vedere da vicino le caratteristiche e le difficoltà della loro concreta applicazione in ambito industriale ed è una cosa che mi piace molto. Un grande vantaggio di essere in FBK è proprio questo, sviluppare teoria con il feedback fornito dall’applicazione e dal riscontro aziendale. Mi piacerebbe fare qui il dottorato anche per questo, per la possibilità di unire parte teorica a riscontro pratico e lavoro con le imprese”.


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