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Tra diritto e IA: il percorso in FBK di Elena Della Valentina, giovane giurista

9 Settembre 2025

Cosa possono avere in comune lo studio di norme e statuti con la passione per le nuove applicazioni di Intelligenza Artificiale? Ce lo spiega Elena Della Valentina, 23 anni, studentessa del corso magistrale in Global Law Making, che sta conducendo un internship alla Fondazione Bruno Kessler.

Il suo curriculum traccia già un percorso chiaro e coerente, all’incrocio tra diritto, tecnologia ed etica. Originaria di Venezia, Elena ha scelto di spostarsi a Trento attratta dalla proposta universitaria e – lo dice senza esitazioni – dalla presenza della Fondazione Bruno Kessler, dove ha già collezionato tre diverse esperienze. La prima, durante il percorso di studi triennale,  nell’Unità Intelligence Interfaces and Interactions (i3) del Centro Augmented Intelligence, dove ha partecipato alla creazione di un corpus annotato per identificare diverse tipologie di clausole all’interno di contratti di termini e condizioni. 

Ottenuta quindi la laurea triennale, ha ricevuto offerte di ammissione da atenei internazionali del calibro di London School of Economics, Sciences Po Parigi, King’s College a Londra e Università di Edimburgo, ma Elena ha scelto di restare a Trento per l’avvio del nuovo corso magistrale in Global Law-Making, focalizzato sul diritto delle “transizioni” ecologica e digitale, in un’ottica globale. “Le università all’estero mi affascinavano, ma il mio amore per questa città e per quello che può offrire ha avuto la meglio. Quando Trento ha attivato il nuovo corso magistrale, è stata una coincidenza perfetta. Sentivo che qui avrei trovato l’ambiente ideale per continuare il mio percorso, con tutti i vantaggi di vivere in una città di cui mi sono innamorata”, ha affermato la studentessa.

E così è stato. Sempre tramite l’Università, ha avuto modo di attivare un secondo tirocinio in FBK, che l’ha vista impegnata nel Digital Commons Lab del Centro Digital Society, nell’analisi normativa sull’impatto dell’AI Act sulla pubblica amministrazione e sul suo rapporto con privati e cittadini. Il terzo stage, attualmente in corso, è con l’Unità Prevenzione della Corruzione, Trasparenza e Privacy, sempre con un focus sull’AI Act e sulle sue implicazioni. “Ogni esperienza mi ha dato prospettive nuove e ha rafforzato in me la volontà di contribuire a questo campo con uno sguardo critico, attento all’etica e alla responsabilità”.

Elena, la tua storia accademica è un continuo intreccio tra diritto e scienza. Quando hai capito che questo ‘confine’ sarebbe stato il tuo terreno di lavoro?

“Al liceo non sapevo ancora che esistesse un ambito chiamato ‘diritto dell’intelligenza artificiale’, ma sapevo che volevo studiare qualcosa che mi permettesse di rimanere a metà strada tra il mondo umanistico e quello scientifico. Ed è così che, tra una ricerca e l’altra, ho conosciuto la Fondazione Bruno Kessler.
Con il tempo, mi sono avvicinata al tema dei Big Data e da lì il passo verso il diritto dell’intelligenza artificiale è stato naturale. Non esisteva ancora una vera e propria offerta accademica in Italia in questo ambito, ma sentivo che Trento era il posto giusto per approfondire queste nuove tematiche”.

Il tuo primo stage in FBK ti ha portato a seguire un progetto ben definito: la creazione di un corpus annotato di termini e condizioni d’uso. Come ti sei trovata a lavorare con informatici e data scientist?

“È stata un’esperienza preziosissima. Mi ha permesso di vedere come si costruisce dal basso un dataset, che poi servirà ad addestrare un algoritmo. Lavorare in team con persone con background diversi mi ha insegnato che la tecnologia non si fa solo con le competenze informatiche, ma richiede anche una riflessione critica sui contenuti, sui significati. Abbiamo analizzato contratti reali, lavorando in team con competenze molto diverse. È stato il mio primo vero contatto con la ricerca applicata”.

Successivamente hai lavorato sull’AI Act. Che aspetti della normativa vorresti approfondire?

L’AI Act è un testo ambizioso e complesso, che cerca di anticipare gli effetti sociali ed economici di una tecnologia in rapida evoluzione. Non è un semplice insieme di regole, è una scelta politica e culturale. Stabilire cosa sia “rischioso” o “accettabile” nell’uso dell’IA significa interrogarsi su che tipo di società vogliamo costruire. Questo tipo di riflessione è esattamente ciò che mi ha spinto ad occuparmi di diritto dell’IA.

Dici di aver scelto Trento anche per la presenza di FBK. Cosa ti ha colpito della Fondazione?

“La prima cosa che mi ha colpito è stata la sua capacità di fare ricerca applicata, vicina alla realtà e alla società. Ho percepito subito un ambiente molto dinamico, con persone preparate ma anche pronte a collaborare e a confrontarsi. E poi il fatto che FBK fosse così radicata sul territorio, in dialogo con l’Università e con le istituzioni, mi ha dato la sensazione che qui ci fosse davvero spazio per fare ricerca che abbia un impatto. Questo è un aspetto che in Italia non si trova facilmente, soprattutto in ambiti emergenti come il diritto dell’IA”.

Hai già scelto l’argomento del tuo progetto di tesi?

Sto analizzando diverse implicazioni etiche e giuridiche legate all’utilizzo dei robot sociali nella cura degli anziani, un tema che trovo molto affascinante sotto svariati punti di vista. Penso che questi strumenti, già in parte utilizzati, diventeranno una realtà sempre più diffusa sia nelle strutture di cura che persino nelle case. Le implicazioni da considerare e da tenere monitorate sono molte, penso sia un ambito interessante da esplorare.

Dove ti vedi in futuro?

Vorrei continuare a lavorare nell’ambito della ricerca, non escludo anche la carriera accademica. Quasi sicuramente procederò con un dottorato e lascio le porte aperte al futuro.


Elena Della Valentina è studentessa magistrale in Global Law Making presso l’Università degli Studi di Trento, dove ha conseguito nel 2024 una laurea triennale in Comparative, European, and International Legal Studies con una tesi intitolata “Chilling Realities: The regulation of facial recognition technologies in the European Union and the chilling effect”. Si interessa principalmente dell’interazione fra diritto e nuove tecnologie e, in particolare, di diritto e intelligenza artificiale.


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