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Ecco RISS, la rete italiana degli sportelli della scienza

25 Marzo 2020

È nata l'associazione nazionale dei science shop, strutture che raccolgono e realizzano proposte di ricerca scientifica provenienti dalla società civile

Nell’immagine di copertina i fondatori della rete RISS: da sinistra, Giovanna Grossi (Università di Brescia), Franco Bagnoli (Università di Firenze), Matteo Serra (Fondazione Bruno Kessler), Giovanna Pacini (Università di Firenze), Andrea Vargiu (Università di Sassari)

 

Promuovere e portare avanti in modo coordinato iniziative di ricerca partecipata: è questo lo spirito di “RISS”, la Rete Italiana degli Sportelli della Scienza, presentata lo scorso 12 febbraio a Roma nella sede di Binario F. La rete – che comprende le Università di Firenze, Brescia e Sassari e la Fondazione Bruno Kessler – unisce le realtà italiane che coinvolgono in modo diretto la cittadinanza, e in alcuni casi anche il mondo della scuola, in attività di ricerca scientifica, sperimentando in particolare la modalità nota come “sportello della scienza” (dall’inglese Science Shop).

I science shop, nati negli anni settanta in Olanda e oggi diffusi in gran parte d’Europa, sono strutture che fanno da ponte tra il mondo della ricerca scientifica e quello della cosiddetta “società civile”, raccogliendo idee e proposte di ricerca provenienti dalla cittadinanza e sottoponendole all’attenzione dei ricercatori, che in alcuni casi trasformano queste idee in progetti di ricerca veri e propri. È qualcosa di diverso, quindi, dalla più nota citizen science, dove tipicamente i cittadini e gli appassionati partecipano a una ricerca entrando a “partita iniziata”, ad esempio con la raccolta e analisi di dati in remoto (come in molti progetti riguardanti l’astronomia) o anche con osservazioni sul campo (soprattutto in progetti di carattere naturalistico o ambientale).

Nei science shop, invece, i cittadini avanzano l’idea alla base del progetto di ricerca, mentre solitamente sono i soli ricercatori a realizzare la ricerca (anche se esistono casi in cui i proponenti possono avere un ruolo attivo anche nella fase realizzativa). In molti casi poi, specialmente per ciò che riguarda i science shop che si appoggiano a università pubbliche (cioè la maggioranza), i progetti di ricerca a nome della cittadinanza vengono realizzati da dottorandi o anche da studenti universitari, che spesso basano la propria tesi o il proprio tirocinio pre-laurea su questi progetti, come accade ad esempio all’Università di Lione.

Negli ultimi anni, poi, la creazione e la crescita di numerosi sportelli della scienza europei è stata sostenuta da molti progetti finanziati dall’Unione Europea. Esiste anche una rete, Living Knowledge, che unisce i science shop del vecchio continente.

Il logo della Rete Italiana Sportelli della Scienza (RISS)

Ma in Italia? Nel nostro paese, per quanto riguarda gli sportelli della scienza, la tradizione è molto scarsa. Tuttavia negli ultimi anni, complici alcuni progetti europei che hanno coinvolto numerosi partner in tutta l’Europa, il numero di science shop italiani sta cominciando finalmente a crescere. Il più longevo è il Laboratorio FOIST dell’Università di Sassari, oggi diretto da Andrea Vargiu e fondato nel lontano 1977, da sempre impegnato in attività di ricerca e promozione sociale con le comunità del territorio.

Più recentemente hanno poi visto la luce lo Sportello della scienza e della sostenibilità dell’Università di Firenze, guidato da Franco Bagnoli e Giovanna Pacini all’interno del progetto europeo InSPIRES, e lo sportello WatShop dell’Università di Brescia, coordinato da Giovanna Grossi nell’ambito del progetto SciShops.

Da circa due anni anche la Fondazione Bruno Kessler ha il suo science shop, La bottega della scienza (grazie al bando “I comunicatori STAR della scienza”, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento), che oltre ai ricercatori e i cittadini coinvolge anche il mondo della scuola.

E proprio queste quattro realtà, trovatesi a lavorare insieme su alcuni progetti comuni, hanno deciso di rendere ancora più solida la propria collaborazione creando la rete nazionale RISS. Durante la presentazione dello scorso 12 febbraio i promotori hanno illustrato le attività dei singoli “nodi” della rete, oltre a proporre una discussione generale sul tema degli sportelli della scienza. L’evento è stato registrato ed è possibile rivederlo integralmente sul canale Youtube del Caffè-Scienza Firenze.

 


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