A scuola di science center
Città della Scienza di Napoli ha ospitato la terza edizione della EMME Summer School for Science Communication, una settimana di conferenze e workshop sul tema della gestione di centri polivalenti dedicati alla divulgazione scientifica
Musei, mostre scientifiche, planetari, science center: in tutto il mondo, la presenza di queste strutture è in continua crescita (pur con importanti differenze tra i vari paesi), con un sensibile aumento anche del numero di visitatori.
Ma “come si fa” un science center? E cosa significa gestire strutture come queste, spesso molto complesse? Se ne è parlato, dal 10 al 15 settembre scorsi, alla EMME Summer School for Science Communication, organizzata presso uno dei più importanti science center italiani, Città della Scienza di Napoli.
La scuola, giunta quest’anno alla terza edizione e promossa dalle associazioni Ecsite e Names – che accorpano i musei della scienza rispettivamente di Europa e del Nord Africa e Medio Oriente – ha rappresentato un’ottima opportunità di incontro e scambio di idee per comunicatori della scienza, manager e personale di musei e centri scientifici, appartenenti in particolare a strutture dell’area euro-mediterranea e del Medio Oriente.
I ventisei partecipanti, provenienti da dieci paesi (Italia, Portogallo, Cipro, Egitto, Iran, Giordania, Kuwait, Palestina, Arabia Saudita e Tunisia), sono stati coinvolti in numerosi workshop in cui hanno avuto la possibilità di toccare con mano molte situazioni pratiche e gestionali strettamente legate all’organizzazione di un science center: dalla pianificazione all’amministrazione dei fondi, dalla gestione delle risorse umane alle strategie di comunicazione, fino alle attività per i più piccoli.
Molti gli speaker di alto profilo, provenienti da alcuni tra i più importanti science center mondiali: tra questi Michele Lanzinger, direttore del Muse, Maissa Azab (Bibliotheca Alexandrina), Rosalia Vargas (Ciencia Viva, Lisbona), Mikko Myllykoski (Heureka, Finlandia) e Kua Patten, ex direttore degli exhibit dell’Exploratorium di San Francisco e oggi consulente di Città della Scienza.
Durante la sei giorni non sono mancate anche visite guidate alle principali attrazioni di Città della Scienza, come la mostra Corporea e il Planetario, così come attività sociali legate alla cultura e alla gastronomia napoletana, molto apprezzate soprattutto dai partecipanti provenienti dai paesi del Medio Oriente.
Il bilancio finale è molto positivo: i partecipanti che già lavorano in un science center potranno ora tornare alle loro realtà locali con un bagaglio di conoscenze e di relazioni più ricco, mentre chi prevede di lavorarci in futuro, o è semplicemente interessato all’argomento, avrà ora le idee più chiare su cosa significa gestire queste strutture.