FBK al Trento Film Festival
La Fondazione Bruno Kessler alla 67^ edizione della kermesse con cinque caffè scientifici il 27 e 28 aprile e il 4 e 5 maggio
Dal 27 aprile al 5 maggio si è tenuto il Trento Film Festival, la più antica rassegna internazionale di cinema e culture di montagna.
Il programma della 67^ edizione ha offerto anche quest’anno un calendario ricco di appuntamenti e di spunti di riflessione con centocinquanta eventi, tra presentazioni di libri, mostre, seminari ed attività sull’ambiente con ospiti d’eccezione.
Alla selezione cinematografica (127 pellicole), si sono affiancate le otto serate del Trento Film Festival che hanno affrontato i temi dell’ecologia, dell’alpinismo, della musica, della filosofia e dell’avventura, Montagnalibri, la più grande rassegna al mondo dell’editoria di montagna, mostre e approfondimenti.
Quest’anno anche la Fondazione Bruno Kesser ha partecipato alla kermesse curando 5 caffè scientifici, il 27 e 28 aprile e il 4 e 5 maggio in Piazza Lodron, durante i quali alcuni ambiti di ricerca studiati in Fondazione hanno incontrato i temi cari al festival del cinema di montagna, dal rapporto con l’ambiente montano, alle tecnologie per la sicurezza e la tutela del territorio.
Il dettaglio dei caffè scientifici curati dalla Fondazione nell’ambito del Trento Film Festival.
MONTAGNA E SPIRITUALITÀ: OLTRE LE CIME (27/4)
Paolo Costa (Ricercatore FBK) e Simonetta Paradisi (Direttore Artistico del Festival Le parole della montagna)
Tradizionalmente l’ambiente montano ha rappresentato una sfida per il pensiero e l’immaginazione. La grandezza, maestosità, verticalità, in qualche caso addirittura l’inaccessibilità delle vette, degli altipiani, delle foreste alpine, ha nutrito per secoli la convinzione che le montagne rappresentassero, se non l’antitesi, quantomeno il confine estremo, la frontiera, della civiltà.
Da questo punto di vista la modernità, e soprattutto la tecnologia moderna, hanno cambiato drasticamente le carte in tavola. In un breve, ma denso articolo, pubblicato in un anno emblematico della storia recente – il 1968 – è stato il grande alpinista sudtirolese Reinhold Messner a esprimere il timore che lo sviluppo tecnico, con l’eliminazione, anzi, per usare le sue stesse parole, con l’«assassinio» dell’impossibile, potesse incrinare irrimediabilmente qualsiasi rapporto autentico con la montagna. Quest’ultimo presuppone infatti la possibilità del fallimento, la rinuncia alla conquista o, detto altrimenti, un qualche senso del valore ultimo, del significato non strumentale, se non addirittura della «sacralità» delle cime.
Sebbene la preoccupazione di Messner non abbia perso la sua ragion d’essere, il rapporto delle persone con la montagna è rimasto nondimeno spiritualmente ricco e sfaccettato anche ai nostri giorni. Per molte persone, anzi, la montagna nelle sue varie forme ha finito per incarnare un’alternativa alla forma di vita moderna, con i suoi ritmi accelerati, la competizione sfrenata, la ricerca della distinzione a ogni costo, l’omologazione dei gusti. Pur senza idealizzarla, molti riconoscono cioè nella vita che sperimentano tra i monti le tracce di un’esistenza «risonante», che parla loro una lingua diversa da quella con cui hanno a che fare quotidianamente e che lascia intravedere potenzialità umane inesplorate.
In questo senso la montagna continua a essere ancora oggi una sfida per il pensiero e l’immaginazione. Questa sfida è stata al centro della riflessione filosofica di Paolo Costa che, dopo averla tematizzata attraverso alcuni esempi contemporanei, ne ha discusso con Simonetta Paradisi, Direttore artistico del Festival di Smerillo (FM) “Le parole della montagna”.
SATELLITI PER PRESERVARE L’AMBIENTE E LA MONTAGNA (28/4)
Francesca Bovolo, Ricercatrice FBK
Dalle previsioni meteo a Google Maps, le immagini satellitari sono diventate ormai parte della nostra quotidianità e utilizzate per svariate tipologie di applicazioni.
Francesca Bovolo, ricercatrice della Fondazione Bruno Kessler, ha spiegato come funzionano le tecnologie satellitari per osservazione della terra e come possono essere impiegate a supporto alla gestione del territorio e dell’ambiente, anche in montagna. Lo ha fatto proponendo al pubblico di Piazza Lodron alcuni esempi molto concreti, come la mappatura della copertura nevosa, l’analisi e la classificazione della superficie boschiva e agricola, l’espansione del paesaggio urbano e della qualità delle acque lacustri, dimostrando come l’utilizzo di queste conoscenze sia di fondamentale importanza sia nelle attività di pianificazione strategica e prevenzione, sia in caso di interventi di ripristino o progettazione del paesaggio a seguito di calamità ed eventi naturali.
SENSAT: LE NUOVE GENERAZIONI IN UN TRENTINO CHE EVOLVE (4/5)
Pierluigi Bellutti (Ricercatore FBK), Claudia Dolci (Unità Ricerca e Innovazione per la Scuola, FBK) e Claudio Bassetti (Commissione scuola SAT)
SenSAT è un progetto che ha visto 280 studenti circa, appartenenti a 7 scuole trentine, con 10 classi distinte che hanno lavorato insieme per sviluppare un sistema di monitoraggio ambientale nei rifugi alpini gestiti dalla SAT. Nel progetto sono stati affrontati diversi aspetti della filiera dell’innovazione che coprono la traiettoria : dall’idea alla realizzazione. Si parte dal contesto nel quale l’innovazione va ad inserirsi, si valuta il potenziale mercato e la tipologia d’impatto della soluzione proposta, arrivando a definire uno specifico business plan. Si passa quindi alla fase realizzativa dei sensori che prevede: l’uso di nanotecnologie, la proposizione di design del prodotto finito in sintonia con l’ambiente nel quale sarà installato, l’integrazione delle soluzioni tecnologiche per assicurare la trasmissione dei dati raccolti. Accanto a tutto ciò, vengono valutati gli aspetti giuridici legati alla protezione delle idee (brand e brevetto).
BIG DATA PER LA MONTAGNA: IL MONDO DELLO SCI (5/5)
Riccardo De Filippi (Motorialab)
Ogni giorno tramite i nostri smartphone, le nostre carte di pagamento e i nostri PC connessi in rete, forniamo dati a provider e aziende. Tra i casi in cui le intenzioni di queste operazioni chiare, definite e con risvolti positivi per tutta la comunità c’è quello della digitalizzazione delle esperienze in montagna e in particolare di quella sciistica.
Su questo tema, confrontandoci con degli esperti del settore sul territorio Trentino, nel caffè scientifico ci siamo chiesti: dove ci porterà la digitalizzazione dei servizi nel mondo dello sci? E come può essere migliorata l’esperienza dello sciatore attraverso di essi?
Dott.ssa Tiziana Romanelli (Responsabile Diabetologia APSS Trento) e le mamme che hanno partecipato alla sperimentazione.
Si chiama “TreC_Diabete” ed è una applicazione per il monitoraggio costante delle mamme diabetiche sviluppata nell’ambito del progetto TreC- cartella clinica del cittadino e promossa da TrentinoSalute4.0, il Centro di competenza per lo sviluppo della sanità digitale, frutto della collaborazione tra l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS), il Dipartimento Salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento e la Fondazione Bruno Kessler (Trento).
La tecnologia utilizzata – e descritta nel video presentato all’incontro – si propone di aiutare le donne diabetiche che vivono lontano dal capoluogo, nelle valli trentine, a gestire la gravidanza grazie ad un monitoraggio remoto. Alla mamma viene prescritta una App installata su un cellulare che le permette, attraverso alcune azioni quotidiane, di essere seguita dal medico e dal personale infermieristico anche da casa e ha il vantaggio di ridurre la frequenza degli appuntamenti presso il Centro. Dal 2013, TreC_Diabete è stata prescritta a più di 26 donne, di cui 23 mamme che la hanno utilizzata quotidianamente già dalle prime settimane di gestazione fino al parto.