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Gli architetti del futuro alla Trento Smart City Week

20 Settembre 2019

In una Piazza Duomo versione “smart” si sono ritrovati i bambini della 5^ elementare di Vela (TN) assieme ai ricercatori di FBK per immaginare come potrà essere la città di domani

Si è aperta ufficialmente oggi la tre giorni dedicata ai “cittadini al tempo del digitale” nella piazza centrale di Trento, e quale migliore evento di apertura poteva esserci se non un incontro con i bambini sulla città che vorrebbero abitare? Il laboratorio realizzato con la classe 5^ elementare di Vela ha utilizzato tecniche di progettazione partecipata: divisione in gruppi, foto di Trento del passato per far capire il cambiamento continuo degli spazi e una grande mappa della città su cui scrivere, disegnare o incollare le proprie idee. Il tutto accompagnato dall’esperienza della ricerca nel campo della co-progettazione dell’unità i3 della Fondazione: “L’obiettivo principale di questo laboratorio – ci spiega Chiara Leonardi, ricercatrice FBK – è stato quello di responsabilizzare i bambini nell’immaginare il futuro della propria città. Quella di oggi è stata un’attività sperimentale che rientra negli obiettivi della nostra ricerca, ovvero includere nel processo di innovazione diverse categorie di utenti come anziani, giovani, famiglie, compresi i bambini stessi, in un percorso che porta alla progettazione delle tecnologie che miglioreranno la vita delle città e delle persone che ci abitano.

I bambini della V elementare di Vela al lavoro con i ricercatori

Trento negli anni ’60. I bambini hanno avuto modo di confrontare le foto del passato con lo stato attuale per capire l’evoluzione della città (Fonte: Biblioteca di Trento)

L’evento è durato poco più di due ore ma le proposte sono state moltissime: alcune sulla sostenibilità ambientale, come quelle sull’utilizzo dei mezzi elettrici dotati di sensori di sicurezza al posto delle macchine a combustibile, cestini intelligenti per incoraggiare a tenere pulita la città, l’aumento della presenza degli alberi per rendere la città più green e come materia prima per la costruzione di abitazioni.  Altre più di carattere economico/inclusivo, come la possibilità di pagare con i sorrisi, o di costruire case per i più poveri. Alta anche la sensibilità sulla sicurezza, con grande attenzione alla presenza di ladri da assicurare alle carceri. Tra le proposte più smart e al contempo utopistiche quella dell’auto alimentata ad aria, di cui ovviamente i bambini non potevano conoscere la già poco fortunata esperienza sul mercato. Seppur alcune proposte possano sembrare strampalate, questo rientra nel normale processo di progettazione in cui solitamente sono coinvolti gli individui più grandi di età, ma con un paradossale vantaggio: “noi adulti non riusciamo a immaginarci le cose che spesso i bambini propongono, – ci spiega Paolo Massa, ricercatore FBK – questo soprattutto grazie alla loro grande fantasia, l’assenza di chiusure e di particolari schemi mentali, permettendo così di far emergere cose più innovative e particolari.

Co-Design in azione

Il coinvolgimento fin da giovanissimi nel co-design delle città è un’attività che sta prendendo sempre più forza anche nel mondo scientifico, come ci conferma Michela Ferron, anche lei ricercatrice FBK: “Mentre in passato venivano considerati come oggetti della progettazione, il mondo della ricerca in questo momento sta rendendo i bambini protagonisti nelle attività di co-progettazione. Quindi ora vengono sempre più visti soggetti attivi, in qualità di cittadini del futuro

Il laboratorio al termine con tutti i bambini in piazza

Un trend che affonda le radici nella storia recente della società. Già nel 1989 l’art. 12 della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia recita: “Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo vanno debitamente prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità”.  A questo punto non ci resta che continuare a immaginare con loro il futuro che vorrebbero, per aiutarli, con il supporto della ricerca, a realizzarlo.

 


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