For a Human-Centered AI

I discorsi dell’oltre, tra vette e abissi

13 Aprile 2023

Un’intervista al direttore del Centro per le Scienze Religiose sul volume di recente pubblicazione di FBK Press.

Scrivere la realtà è sempre molto difficile. Scendere nei suoi abissi e risalire le sue vette, saggiarne i poli opposti per soppesare le contraddizioni è l’obiettivo non facile che si è posto il volume pubblicato da FBK Press, I discorsi dell’oltre: fascino e pericoli della polarizzazione a cura di Massimo Leone, Direttore del Centro per le Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler, e disponibile in Open access.

All’interno dell’opera, la raccolta dei saggi propone l’attenzione su un concetto chiave, che risuona quasi imperativo: de-polarizzare come sinonimo di de-potenziare gli estremi attraverso processi di resistenza e coalizione culturale. Riflessioni che emergono chiaramente nel saggio Depolarizzazione nella religione e nell’etica della ricercatrice Sara Hejazi: “[…] Stabilire degli obiettivi comuni e condivisi tra gruppi diversi per incoraggiare la cooperazione verso uno scopo comune; questo può avvenire se ci abituiamo a pensarci sempre più come specie, piuttosto che come nazione, gruppo etnico, o individui.” In generale, nella prospettiva di un bilanciamento positivo tra progresso e spiritualità, gli autori e le autrici mantengono unita la molteplicità dei discorsi attraverso un ragionamento profondo sul senso dell’etica oggi (e della bioetica), come punto di forza contro comportamenti individualisti e convinzioni deliranti di gruppo (che ben descrive Eugenia Lancellotta nel suo contributo all’opera). Questo volume per chi lo leggerà, si presenta come un invito a meglio comprendere le dinamiche delle polarizzazioni contemporanee e provare a imboccare (o almeno immaginare) strade diverse, a favore del confronto culturale e sociale. Partendo da queste sintetiche riflessioni, abbiamo chiesto al curatore Massimo Leone di spiegarci alcune questioni sulla natura e sul senso dell’opera:

Come nasce l’idea del saggio e quali sono stati gli obiettivi che lei, le autrici e gli autori vi siete posti all’origine?

All’inizio del mio percorso come direttore di ISR, mi è stato chiesto di dare un programma di ricerca ad ampio respiro. A partire da questo obiettivo la prima idea che ho avuto, condivisa con il mio gruppo di ricerca, è stata di assegnare per ogni anno dei tre in programma una coppia dialettica per comprendere meglio Religione ed Etica contemporanee. Nel 2022 abbiamo scelto di occuparci della dualità polarizzazione-depolarizzazione. Abbiamo ravvisato che in tante culture c’è una tendenza all’esplorazione dei limiti estremi dell’etica e della spiritualità e, di conseguenza, alla loro polarizzazione nella dimensione socioculturale del termine. Dunque, penso che uno dei nostri compiti fondamentali come studiosi dei fenomeni religiosi contemporanei sia quello di sondare strategie di depolarizzazione per evitare gli effetti più estremi: conflitti e violenze.

A proposito di estremi, la società di oggi in Occidente sembra muoversi verso un loro rafforzamento (per esempio nella politica, nella cultura, nell’identità nazionale e nelle religioni). Crede sia possibile de-polarizzare la nostra forma mentis, o è troppo tardi?

Siamo una specie portata a trasformare la sua capacità di costruire immagini del mondo straordinarie in un abisso, conducendole in una esplosione simbolica dove l’esigenza di armonia e di contatto fra esseri umani non conta più. Le religioni sono un esempio perfetto di questo meccanismo umano e lo sono anche la tecnologia e (da poco) la digitalizzazione. L’evoluzione tecnologica accresce la possibilità di conflitti ideologici e di estremismi, ma questi stessi strumenti che interagiscono con le forme del linguaggio e della scrittura quotidiane sono gli stessi che ci aiutano a far deflagrare più velocemente i conflitti rispetto al passato. L’essere umano non potrà cambiare sé stesso, ma può favorire comportamenti costruttivi, piuttosto che distruttivi. Per questo, in nessun campo, dobbiamo essere indifferenti ai processi tecnologici e FBK con i suoi centri di ricerca all’avanguardia ne è un ottimo esempio; perché dall’utilizzo della tecnologia (come della scrittura e del linguaggio) può dipendere un gradiente maggiore o minore di polarizzazioni nella società contemporanea.

Materie di studio e di ricerca come Scienze delle religioni, Storia, Antropologia, come crede possano agire concretamente nel depotenziare questi estremi?

Lo studio rigoroso e la ricerca disciplinata, che si avvalgono non solo di un quadro metodologico ma anche epistemologico e di confronto, introducono elementi di raziocinio nella circolazione delle idee, risultando – almeno credo – di grande aiuto ai dibattiti quotidiani che riguardano la collettività. Quindi l’operazione che le Scienze Sociali possono fare è quella di invitare la comunità a prendere le distanze da queste dinamiche “polarizzanti”, che esprimono un malessere diffuso figlio di una conflittualità che rivela una mancanza profonda (più o meno latente) di luoghi di confronto. Penso che per la Religione e per l’Etica sia molto importante essere in contatto con la comunità e il territorio. Come nel nostro caso, in Fondazione Bruno Kessler, ci accorgiamo sempre di più quanto sia fondamentale la vicinanza con la comunità trentina e, allo stesso tempo, saperne prendere le distanze per veicolare le pluralità di posizioni e prospettive.

“La capacità di un saggio sta nella molteplicità, nell’infinita frattura, nell’incrociarsi di forze contrapposte che stabiliscono contrapposti centri di quiete”. Prendo in prestito parole di Carlos Williams per chiederle se lei pensa che questo saggio inviti a una prospettiva unitaria sul tema depolarizzazione oppure, in linea con l’idea del poeta e saggista americano, proponga frammentati punti di vista. Quale il risultato raggiunto?

Penso si tratti di un libro che mette in esergo punti di vista e prospettive che ben connotano il nostro centro di studi, dove coabitano ricercatori e ricercatrici di diversa estrazione (sociologica, storica, filosofica, semiotica, etica, psicologica). Ma, in questa varietà, pur esposti al clima della Fondazione e del Centro per le Scienze Religiose, sono abituati e abituate a un continuo processo di auto-riflessività (sul mondo, sulla religione, sull’etica, su temi attuali e molto difficili). Il nostro è stato un esercizio costante di ricerca e scrittura ma anche, appunto, di auto-riflessione sulla questione sociale della polarizzazione, basandoci su dati qualitativi e quantitativi. E poi abbiamo sfruttato, credo riuscendoci, il vantaggio delle scienze umane, sociali e degli studi religiosi: dare delle risposte a cui corrispondono domande. O meglio: dare risposte e trasformare ogni risposta in una nuova domanda, contribuendo a una comprensione sempre più completa dei fenomeni culturali, sociali, religiosi e storici.

 

Hanno contribuito al saggio: Paolo Costa, Valeria Fabretti, Lucia Galvagni, Sara Hejazi, Eugenia Lancellotta, Enrico Piergiacomi, Boris Rähme, Alberto Romele, Debora Tonelli. A cura di Massimo Leone (FBK Press, 2023).


Autore/i