For a Human-Centered AI

In Siberia la casa-laboratorio con anima e tecnologie “made in Trentino”

10 Ottobre 2019

I sensori di FBK monitoreranno l’abitazione fornendo ai ricercatori russi e italiani informazioni utili a individuare soluzioni costruttive e abitative che garantiscano efficienza energetica e massimo comfort abitativo anche in condizioni climatiche estreme

La casa-laboratorio “made in trentino” nel territorio di Bernaul, in Siberia, è realtà. Il progetto isolMAX, promosso dal sistema trentino di Ricerca a cui partecipano Fondazione Bruno Kessler, Università degli Studi di Trento, Cogi Srl e Altai State Technical University (Barnaul, Russia) può finalmente entrare nel vivo.

Con il taglio del nastro avvenuto lo scorso settembre, la casetta realizzata con il sistema costruttivo a secco steelMAX® di Cogi, è pronta ad accogliere gli inquilini che la abiteranno per i cinque anni di sperimentazione e a fornire ai sensori sviluppati da FBK quelle informazioni che i ricercatori dovranno analizzare e tradurre in linee guida progettuali per costruire la casa del futuro: dalla corretta scelta e posa in opera di materiali ed elementi costruttivi più efficienti, alle migliori soluzioni tecniche e progettuali per assicurare elevate prestazioni di risparmio energetico, fino al comfort abitativo e alla durabilità della struttura edilizia anche in condizioni climatiche estreme.

Oltre all’inaugurazione ufficiale dell’abitazione-laboratorio, è stato un momento di ulteriore confronto e scambio di idee tra i partner del progetto, utile anche per raccogliere feedback per il prosieguo della sperimentazione, che andrà avanti fino al 2023.
I colleghi russi sono rimasti piacevolmente sorpresi dal nostro modo di lavorare e dalle nostre competenze – le parole di Andrea Tomasi, che ha seguito il progetto per la Fondazione Bruno Kessler -. Hanno apprezzato molto come è stata condotta l’intera filiera progettuale e costruttiva e ci è stato chiesto di partecipare ad altre attività e sviluppare nuove ricerche. Anche in Russia, che pure è un Paese energeticamente ricco, si sta iniziando a capire l’importanza della sostenibilità, del risparmio energetico e dell’impatto ambientale degli edifici. In questi mesi la stessa Università degli studi di Trento con il professor Albatici del dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, ha svolto un ruolo importante tenendo corsi di progettazione e sostenibilità. L’importanza di realizzare case di qualità abbattendo costi e tempi di costruzione, con ridotte spese di gestione, sono elementi che nel mercato dell’edilizia Russia vengono guardati con attenzione per le potenzialità che possono offrire, ad esempio per la realizzazione di piani casa per le fasce deboli della popolazione in alcuni centri urbani, o anche per interventi abitativi temporanei”.
C’è quindi interesse attorno ad un nuovo modo di progettare e di intendere l’abitazione, anche se le costruzioni come quella realizzata per la sperimentazione sono ancora considerate meno sicure ed affidabili rispetto a quelle in mattoni. La ricerca si propone anche di smentire questa convinzione. “Soprattutto per i partner russi è importante dimostrare che è possibile costruire abitazioni efficienti e qualitativamente valide, che possono competere con quelle tradizionali anche in condizioni climatiche difficili, a costi che possono arrivare ad essere inferiori anche del 30%”, continua Tomasi.

L’edificio realizzato dai tecnici russi ed italiani misura 80 mq ed è pronto ad accogliere una coppia con un figlio piccolo che nei prossimi giorni andranno ad abitarlo. È stato realizzato quasi totalmente a mano, senza necessità di gru o altri macchinari particolari, in appena nove giorni di lavoro seguendo il modello costruttivo steelMAX® di Cogi che permette di sviluppare edifici abitativi “a secco”, con la parte strutturale portante in metallo. L’impiantistica complessa e l’installazione di sensori e sistemi di monitoraggio hanno richiesto più tempo: riscaldamento a pavimento, sistema di ventilazione, di scambio e di recupero dell’aria fanno della casa un grande thermos, i sensori della Fondazione Bruno Kessler la rendono “smart” e monitorata 24 ore su 24.

L’obiettivo della ricerca e del gruppo di lavoro, come detto, è arrivare a individuare la migliore soluzione per costruire una casa intelligente, energeticamente efficiente e a basso impatto ambientale, ma anche garantire un elevato livello di comfort alle persone che la abitano. I sensori della Fondazione Bruno Kessler, installati nelle pareti, nel tetto e nel pavimento dell’abitazione, avranno un ruolo fondamentale anche in questo secondo aspetto, monitorando in tempo reale per l’intera durata della sperimentazione parametri strutturali e ambientali, sia interni sia esterni (grado di umidità, temperatura, funzionamento degli impianti di ventilazione, condizioni delle strutture portanti, consumi energetici, efficienza termica dell’involucro, etc.), che le università di Trento e Altai dovranno poi studiare e tradurre in linee guida costruttive.

Il progetto – conclude Tomasi – rappresenta un buon esempio di come l’alta tecnologia può dare nuova spinta anche a settori, come quello dell’edilizia, in alcuni contesti ancora molto tradizionali”.

isolMAX è un progetto di ricerca promosso dal sistema trentino di Ricerca a cui partecipano Fondazione Bruno Kessler, Università degli Studi di Trento, Altai State Technical University (Barnaul, Russia) e Cogi Srl. L’iniziativa è co-finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR 2014-2020), dal Governo Italiano e dall’Assessorato allo Sviluppo Economico, Ricerca e Lavoro della Provincia autonoma di Trento (fino al 2020).


Autore/i