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L’Italia e la schiavitù atlantica: una storia rimossa

20 Giugno 2025

Federica Morelli anticipa le linee di ricerca di BlackItaly

Per lungo tempo si è ritenuto che gli abitanti della penisola italiana avessero un ruolo marginale nella storia della schiavitù atlantica. Gli Stati italiani dell’età moderna, privi di colonie dirette, sembravano estranei alle dinamiche del commercio transoceanico di esseri umani, e i pochi mercanti italiani coinvolti apparivano figure minori rispetto alle grandi compagnie schiaviste straniere. Questa narrazione convenzionale ha portato a credere che la schiavitù atlantica avesse avuto un impatto quasi nullo sulla penisola, con conseguenze che si prolungano fino al presente nel modo di affrontare le questioni razziali.

Il progetto BlackItaly, guidato da Federica Morelli e ospitato presso l’Istituto Storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler, si propone di rivedere radicalmente questa prospettiva, rivelando i profondi legami tra l’Italia e il sistema schiavista atlantico dal tardo Quattrocento – quando gli schiavi neri iniziarono a giungere in Europa attraverso le rotte atlantiche – fino all’Ottocento, nel cuore del dibattito abolizionista. Attraverso lo studio del coinvolgimento di mercanti, banchieri e investitori italiani, il recupero delle storie di africani ridotti in schiavitù nelle città italiane e l’analisi delle idee pro o contro la schiavitù circolanti nella penisola, BlackItaly colloca l’Italia in un contesto globale.

L’obiettivo è dimostrare come le categorie razziali emerse in età moderna siano il frutto di un fenomeno di lunga durata, legato all’esperienza atlantica e non solo al colonialismo italiano in Africa o al fascismo. In questa intervista, Federica Morelli – che coordinerà presso FBK-ISIG un team di studiose e studiosi – delinea i contorni di una storia rimossa e le prospettive di ricerca di BlackItaly. Il progetto vedrà il coinvolgimento di ricercatrici e ricercatori con competenze diversificate, chiamati a restituire voce ai protagonisti dimenticati di questa vicenda e a tracciare nuove connessioni tra la penisola italiana e la storia globale della schiavitù.


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