For a Human-Centered AI

Weimar, cent’anni dopo

22 Novembre 2019

La Fondazione Bruno Kessler ospita il convegno Siscalt dedicato alla complessità dell'esperienza repubblicana tedesca a cent'anni dalla sua nascita

Sono trascorsi esattamente cent’anni dall’avvio di quello che da tutti è considerato un grande paradosso democratico. Una democrazia che per anni ha impegnato gli studiosi in lunghe e complesse analisi e che viene ricordata soprattutto come la fallimentare esperienza che ha consegnato il potere al regime nazionalsocialista guidato da Adolf Hitler.

Oggi, anche a causa delle dinamiche politiche e sociali che attraversano diversi Paesi europei, con l’ascesa di movimenti e partiti di estrema destra alimentati da diffusi e crescenti impulsi populisti, l’esperienza della Repubblica di Weimar è tornata ad essere oggetto di un vivace dibattito.

La Fondazione Bruno Kessler ospita fino a sabato 23 novembre Weimar, modernità e democrazia (1919-1933) il convegno che Siscalt – Società Italiana per la Storia Contemporanea dell’Area di Lingua Tedesca – quest’anno dedica all’esperienza democratica tedesca tra la fine del primo conflitto mondiale e l’inizio del Terzo Reich.

Un’esperienza, come detto, ricordata quasi esclusivamente per il suo tragico epilogo e presa d’esempio come monito circa i rischi di tenuta degli ordinamenti democratici. Ma al repubblica di Weimar è stata anche molto altro.  “Da tempo ormai la ricerca e il dibattito storico si sono allargati e hanno affiancato alla “tradizionale” visione catastrofica ed allarmistica una lettura alternativa di quel periodo, da cui emergono con forza elementi e caratteristiche di grande modernità, apertura e vivacità” – le parole di Christoph Cornelissen, direttore dell’Istituto Storico Italo Germanico della Fondazione Bruno Kessler -. Nei tre giorni di convegno studiosi e studiose di diverse discipline illustreranno proprio le numerose anime e prospettive della repubblica weimeriana, contestualizzandola nel più ampio quadro europeo“.

Negli ultimi anni gli storici, ma soprattutto i giuristi, hanno spostato l’attenzione su quello che era il modello costituzionale di Weimar.

Se la democrazia weimeriana ha fallito non è stato certamente per colpa della sua costituzione perchè il ritratto che gli studi ne restituiscono è quello di un testo moderno e originale, pionieristico per numerosi aspetti e che ha ben funzionato – continua Cornelissen -. Un giurista dell’università di Bielefeld ha realizzato uno studio comparato dei testi costituzionali degli stati europei degli anni Venti e quella di Weimar era la più avanzata. Furono molti i successi di quell’esperienza, nel welfare ad esempio, con l’introduzione di interventi di tutela sociale e forme di disoccupazione per la popolazione. Ma anche nel campo artistico ed espressivo, caratterizzati da un grande fermento. Si pensi alla scuola del Bauhaus, forse l’esperienza più immediatamente riconducibile agli anni weimeriani. Per non parlare della grande vitalità dei progetti politici maturati in quegli anni”.

La complessità di quell’esperienza ha segnato profondamente la Germania e l’intera Europa ed è bene non ricordarla solo per il suo epilogo, che pure non era inevitabile – conclude Cornelissen -.  Certamente Hitler ebbe un largo successo alle elezioni del 1933, ma esistevano delle alternative. Le forze politiche ed economiche dell’epoca avrebbero potuto fare delle scelte diverse ma evitarono di farle, lasciando il campo all’avanzare di forza populiste e nazionaliste. A ciò si univa un quadro economico difficile e un indebolimento dei rapporti internazionali e di politica estera che hanno indebolito ulteriormente le basi della Germania di allora. Ecco quindi che riflettendo su questi aspetti l’epilogo di Weimar può essere ancora una lezione utile per comprendere meglio anche alcune dinamiche che stanno tornando a ripetersi in alcune democrazie europee“.

A conclusione della seconda giornata del convegno Siscalt si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica DDR Ricordando la Germania dell’Est. Curata dal fotografo Augusto Bordato, la mostra racconta gli anni della Repubblica Democratica Tedesca a cavallo della caduta del muro di Berlino e sarà ospitata presso gli spazi della sede FBK di Via Santa Croce fino al 6 dicembre 2019.

 

 


Autore/i