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Cambiamenti: tra passato, presente e futuro

28 Maggio 2020

Le riflessioni di Francesco Profumo, Claudia Dolci e Fernanda Alfieri sul periodo di transizione che stiamo attraversando

Mai come in questo momento la parola “cambiamenti” è di assoluta attualità. Da declinare al plurale, perché coinvolge quasi tutti i settori della società, dal mondo del lavoro alla scuola, fino anche alla ricerca. Se ne è parlato in “Cambiamenti: tra passato, presente e futuro”, un webinar organizzato dalla Fondazione Bruno Kessler nei giorni scorsi, che ha avuto come ospite Flavio Bacci, formatore di InformaAzione.

L’incontro è stato arricchito anche da alcuni interventi di ricercatrici FBK e del presidente Francesco Profumo. Quest’ultimo ha sottolineato il carattere per certi versi irreversibile del cambiamento in atto. «Da questa fase abbiamo imparato che il mondo è cambiato rapidamente e che non torneremo indietro. Alcune cose resteranno e dovremo abituarci a vivere le nostre vite con modalità diverse». Per farlo però servirà una netta inversione di rotta: «I modelli di governance attuali sono molto lineari e quindi poco adatti a questa nuova situazione. Avremo quindi la necessità di riorganizzare il nostro modello di lavoro secondo nuovi canoni, non più lineari, ma ibridi e complessi». Profumo fa poi un esempio a lui sempre molto caro, ossia il mondo della scuola: «Finora abbiamo pensato alla scuola come a un “centro civico”: al mattino ospitava attività didattiche, nel pomeriggio altre attività sociali. Ora ci siamo rapidamente adattati all’idea che si possa fare scuola anche a casa, e questa idea di centro civico è ora legata anche alle case degli studenti, attraverso la connettività. La stessa connettività diventa quindi uno strumento importante, un investimento che permette altre possibilità, di lavoro (basti pensare allo smart-working) oltre che di studio».

A proposito di scuola, durante il webinar è intervenuta anche Claudia Dolci, responsabile dell’unità “Ricerca e innovazione per la scuola” (RIS) di FBK, che da diversi anni sperimenta per le scuole nuovi modelli di avvicinamento alla ricerca e al mondo del lavoro. «Queste settimane di chiusura scolastica ci hanno dimostrato che spazio e tempo possono e devono essere letti diversamente, e che i protagonisti di questo ecosistema viaggiano a velocità molto diverse. I ragazzi sono veloci, si adattano, accettano e raccolgono il cambiamento, mentre la scuola risente di una maggiore inerzia», sottolinea Dolci. «Anche noi abbiamo dovuto sperimentare un nuovo modello di lavoro, in particolare attraverso il programma #menoviruspiuconoscenza per le scuole, dove offriamo alle scuole superiori momenti di riflessione e approfondimento su temi di attualità scientifica e umanistica». Un aspetto molto importante, secondo Dolci, è saper fare sistema tra le varie istituzioni, mettendo insieme le riflessioni e le esperienze raccolte. «La domanda che dobbiamo porci ora è: di che cosa hanno bisogno i ragazzi, che cosa manca alla scuola di oggi? È importante intercettare le necessità della scuola e capire come un’istituzione come FBK possa contribuire a questo cambiamento».

A offrire una prospettiva storica è stata invece Fernanda Alfieri, storica e ricercatrice del centro di ricerca ISIG di FBK. «Il cambiamento è sostanziale alla storia. Non esiste un tassello di storia, in un arco anche minimo di tempo, in cui qualcosa non cambi. E la storia ci ha insegnato che il cambiamento non può essere preso al singolare, perché non è mai uguale per tutti. Parlare al plurale, quindi di “cambiamenti”, è doveroso. Tre mesi fa tutto si è fermato: qualcosa ha fatto irruzione rompendo un ritmo del tempo veloce, tipico del secondo Novecento, con il quale avevamo acquisito familiarità. L’insegnamento da trarre è che la storia non è mai sicura: non solo quella passata, che non sappiamo se abbiamo mai del tutto compreso, ma anche quella che milioni di donne e uomini vivono oggi. È un invito alla vigilanza critica e umana, alla quale siamo chiamati in un frangente come quello stiamo attraversando».