Citizen Science: per una scienza democratica
Il secondo approfondimento ricavato dall'ultima edizione dell’Annuario Scienza, Tecnologia e Società di Observa è dedicato alla Citizen Science e alla partecipazione pubblica alla ricerca. Con un cenno alla felice esperienza della "bottega della scienza" condotta negli anni scorsi in FBK
Negli ultimi anni si è sviluppata una sensibilità sempre più marcata, all’interno delle istituzioni e fra i privati cittadini, per l’inclusione di questi ultimi nella ricerca scientifica. I progetti di Citizen Science, che cercano di concretizzare questa sensibilità, si trovano a dover mediare fra due necessità: includere democraticamente i cittadini nella ricerca scientifica e nell’elaborazione delle policy, e rispettare l’expertise della comunità scientifica e dell’organo politico. Particolarmente riuscito, in questo senso, è stato il progetto “La bottega della scienza”, inserito all’interno del macro-progetto “CISA (CittadinI per la ScienzA)”, finanziato fra il 2018 e il 2021 dalla Provincia autonoma di Trento e da FBK e coordinato da Matteo Serra.
Citizen Science
Quello di Citizen Science è un termine “ombrellare” ormai entrato nel dibattito pubblico, che si riferisce a tutte quelle attività realizzate per coinvolgere i cittadini in pratiche di ricerca utili a sviluppare conoscenza scientifica, o per inserirli in percorsi di consultazione e decisione consapevole su questioni tecnico-scientifiche. A tali dimensioni se ne può aggiungere una terza, che è stata il nodo centrale di “Bottega della scienza”: l’inclusione dei cittadini nella definizione di specifici “indirizzi di ricerca”, sulla base di istanze emerse proprio da loro.
Diagrammi di partecipazione
Quelle presenti nel diagramma sono le iniziative principali di Citizen Science, classificate secondo due assi combinati: quello orizzontale classifica lo scopo che l’iniziativa si prefigge di raggiungere; quello verticale, il ruolo del cittadino. Per chi volesse approfondire il ruolo e il significato di queste iniziative, proponiamo un glossario di riferimento in fondo all’articolo.
Per quanto riguarda la Bottega della Scienza, si è trattato di un esperimento unico in Trentino, che ha coinvolto i cittadini in un progetto di “science shop”. Ma che cos’è uno science shop?
Cittadini e ricerca, ricerca e cittadini
Molto spesso la ricerca rischia di incagliarsi nelle soffitte di una torre d’avorio: ciò non è sempre un male, dal momento che le tecnicità e le complessità di ogni disciplina scientifica richiedono il rispetto dell’expertise degli scienziati. Tuttavia, quando la scienza non si interroga sui bisogni dei cittadini e persegue unicamente gli indirizzi dettati dai fondi privati, dagli interessi dei singoli ricercatori o anche semplicemente da linee di ricerca consolidate, è necessario introdurre una piccola rottura di paradigma: qualcosa che si inserisce, non che sostituisce.
Lo science-shop, di cui la Bottega della Scienza è un ottimo esempio (ma con una novità rispetto allo science-shop classico), è un’iniziativa che risponde a questa necessità: i cittadini di Trento, nel 2018 e nel 2019 (la Bottega della Scienza ha infatti avuto due edizioni, la prima coincidente con l’anno scolastico 2018-2019 e la seconda sviluppatasi tra il 2019 e il 2021), hanno avuto occasione di avanzare proposte di ricerca, sulla base di loro bisogni ed esigenze. Ma qual è stata la novità? A realizzare queste proposte di ricerca sono stati gli studenti delle scuole secondarie, con la supervisione di ricercatori e ricercatrici. Un terzo attore, la scuola, s’è unito alla tradizionale accoppiata cittadinanza-ricerca dello science-shop. Nel progetto “La bottega della scienza” sono state percorse entrambe le strade della Citizen Science: quella di consultazione della cittadinanza (privati cittadini di Trento) in merito a proposte di ricerca, e quella di coinvolgimento attivo della scuola (gli studenti) nell’ideazione e nella realizzazione di tali proposte .
Emblematico dello spirito dell’iniziativa è il caso di Cecilia Cainelli, cittadina affetta sin dall’infanzia da diabete di tipo I, che un giorno s’imbattè su LinkedIn nel progetto di Bottega: da questo fortunato scrolling nacque una proposta, da questa proposta una collaborazione con l’ITT “M. Buonarroti” di Trento, e da questa collaborazione un applicativo software basato su intelligenza artificiale. L’app ha la funzione di semplificare notevolmente il calcolo della quantità corretta di insulina da assumere quotidianamente per un paziente diabetico. Un report più dettagliato di questa esperienza è riportato in questo articolo.
In questo caso è condensato tutto lo spirito dell’iniziativa: un problema reale avanzato da una cittadina, non esperta ma comunque diretta interessata, lo sviluppo di una proposta in un clima di collaborazione, un diretto coinvolgimento degli studenti nella sua realizzazione.
Immanuel Kant sosteneva che la ragione senza i sensi fosse vuota, e i sensi senza la ragione fossero ciechi. Allo stesso modo la scienza, senza bisogni sociali a cui rispondere, rimarrebbe vuota, fine a sé stessa, e la società, senza la scienza, non potrebbe vedere i mezzi per affrontare i suoi problemi.