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Covid-19 e tassi di mortalità. Nuovo studio coordinato da FBK

11 Agosto 2020

La ricerca guidata dall’epidemiologo Stefano Merler è stata pubblicata sulla rivista scientifica Eurosurveillance

Un nuovo studio coordinato dall’epidemiologo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler di Trento, pubblicato sulla rivista scientifica Eurosurveillance, ha definito i tassi di mortalità legati all’infezione da SARS-CoV-2 in relazione all’età, al sesso, ad altre patologie e al periodo in cui era avvenuta l’infezione stessa.

Per l’analisi, condotta in collaborazione con istituzioni sanitarie lombarde e atenei milanesi e degli Stati Uniti, sono state monitorate nel tempo 5,484 persone in Lombardia che avevano avuto contatti stretti con casi accertati di infezione da SARS-CoV-2 da febbraio ad aprile 2020. Di queste, 2,824 hanno sviluppato l’infezione e 62 sono decedute con una diagnosi di COVID-19.

Lo studio ha dimostrato una probabilità di morte a seguito dell’infezione da SARS-CoV-2 estremamente alta negli anziani: 10.5% negli over 70 e 18.35% negli over 80. Molto più bassa è risultata la letalità nelle classi di età più giovani: 0.43% negli under 70, con 0 decessi osservati nella popolazione studiata negli under 50.

Il tasso di mortalità non è rimasto però sempre lo stesso: differenze importanti sono state riscontrate tra chi si era infettato prima del 16 marzo o dopo questa data, specialmente negli anziani. Negli over 80, la probabilità di morte è stata del 30.43% prima del 16 marzo e dell’8.14% dopo tale data.

“Questo dimostra”, spiega Merler “che la mortalità da SARS-CoV-2 può essere estremamente elevata se ci si trova in una fase con il sistema sanitario sotto enorme stress”.

La ricerca ha evidenziato inoltre che la probabilità di morte è minore nelle donne rispetto agli uomini: 1.81% nelle femmine e 2.7% nei maschi. “I motivi”, specifica Merler, “sono per questo aspetto ancora tutti da individuare”.

Lo studio ha inoltre evidenziato che l’82.3% delle persone decedute soffriva di pregresse patologie cardiovascolari, come ad esempio ipertensione o ipercolesterolemia.

“Questi risultati”, sottolinea Merler “dimostrano che la letalità associata a COVID-19 è altissima, molto maggiore di quella associata all’influenza, specie negli anziani. Infatti, secondo lo studio sierologico nazionale appena reso pubblico, si sono infettate fino ad oggi circa 1.500.000 persone in Italia, pari al 2.5% della popolazione, e abbiamo avuto in proporzione un altissimo numero di morti: oltre 35.000 quelli accertati.”

“Questi risultati”, conclude Merler “dovrebbero spingerci a seguire le indicazioni che ci vengono date per proteggere noi stessi e gli altri dal COVID-19. Non possiamo assolutamente permetterci un ritorno ai mesi di febbraio e marzo, dove la letalità era ancora maggiore a causa dello stress sul sistema sanitario.”

Allo studio hanno partecipato anche i ricercatori FBK Piero Poletti, Filippo Trentini, Giorgio Guzzetta, Valentina Marziano.


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