Denaro e Religioni
Nell'ambito della XIX Edizione del Festival dell’Economia di Trento, il 25 maggio 2024 presso il Cinema Vittoria si è tenuto il Panel “Denaro e Religioni”.
All’evento, moderato da SILVIA MARZIALETTI (Giornalista Radiocor), sono intervenuti:
PAOLO COSTA (Ricercatore, FBK-ISR), FEDERICA MIGLIETTA (Università di Bari Aldo Moro), YAHYA SERGIO YAHE PALLAVICINI, (Imam e vice presidente, Comunità Religiosa Islamica Italiana), RICHARD ROBB (School of International and Public Affairs, Columbia University), LAURA ZANFRINI (Università Cattolica del Sacro Cuore).
Il tema proposto per il panel: “Denaro e Religioni” è stato affrontato dagli ospiti invitati sotto diverse prospettive. Richard Robb ha aperto il panel proponendo una breve lecture incentrata su un excursus storico delle principali teorie economiche che, dal rifiuto antico del lavoro come attività non degna di un uomo libero, hanno condotto alla percezione del lavoro come attività produttiva cui appartiene una dimensione non solo fisica ma anche etica e spirituale.
Ad esempio durante il Rinascimento Ignazio Loyola affermava che:
“Qualsiasi opera che non sia malvagia può essere meritoria per la vita spirituale; essa viene compiuta per la maggior gloria di Dio.”
L’economia neoclassica, invece, non è andata oltre la seguente assunzione di Adam Smith:”I consumatori massimizzano la produzione familiare e il lavoro è il sacrificio del tempo libero finalizzato al guadagno di denaro.”
Mentre per l’economista statunitense Edmund Phelps, premio Nobel per l’economia nel 2006 e capostipite dei neo-keynesiani, i principi fondamentali di una “buona economia” sono i seguenti:
- una buona economia promuove vite floride
- la sua sede naturale risiede in un’economia capitalistica dinamica
- imprenditori e lavoratori provano nuove idee e l’innovazione nasce dalla base
- si realizza in un contesto sociale
A livello globale, i dati del 2023 (Gallup poll) hanno registrato una larga insoddisfazione relativa al lavoro (di cui gli entusiasti sono solo il 23%) che ha sicuramente un legame con la stagnazione della crescita della produttività e dell’innovazione a partire dalla metà degli anni ’70.
Concludendo Robb è tornato sulla domanda guida del Festival: “Dove stiamo andando?”, auspicando una visione dell’economia nel senso di Phelps come un’economia dinamica, che promuove valori moderni, allentando la morsa dell’economia neoclassica senza fare leva sui soli bias cognitivi.
Il lavoro non può essere concepito esclusivamente come una fonte di valore economico, perché racchiude una dimensione irriducibilmente espressiva che si collega all’autorealizzazione personale.
Nel suo intervento, Paolo Costa ha ribadito il concetto evidenziato da Robb, ricordando come il nocciolo sapienziale delle grandi religioni stia proprio nella distinzione tra un valore, diciamo così orizzontale, quello monetizzabile, e un valore di grado superiore, come ad esempio il “valore” di un figlio. Nella Bibbia, in particolare, la distinzione tra valori indisponibili e disponibili è sintetizzato mediante la contrapposizione tra il vero Dio e gli idoli, che quando li servi ti rendono schiavo, mentre il vero Dio ti libera da ogni forma di schiavitù terrena.
L’imam Pallavicini ha parlato di speranza come possibilità di rifondazione di un’etica economica dove il rischio di omologazione e di standardadizzazione dettati dalla globalizzazione siano superati attraverso il mantenimento di un’identità confessionale, ponendo l’accento sul carattere non autoritario, non “eteronormativo”, di qualsiasi fede religiosa autentica. Quello che manca oggi spesso è il “rendersi accessibili” all’invisibile sottraendosi all’idolatria delle monete e all’inseguimento delle illusioni. Il punto di partenza dovrebbe essere una visione dove lo scambio e lo sviluppo economico e sociale sono anche la condizione per uno sviluppo personale e spirituale autentico.
La prof.ssa Miglietta ha affrontato il tema della finanza islamica e di come questa sia sempre stata permeata da un’etica che impediva l’accumulazione finanziaria in poche mani. La finanza islamica, infatti, si basa sul Corano che tocca tutti gli ambiti, non solo quello religioso, ma tratta anche di diritto familiare, commerciale e, appunto, di finanza. Il suo intervento ha esaminato nel dettaglio il modo in cui nell’Islam è stata governata storicamente la tendenza del denaro a diventare un fine in sé, dalla condanna dell’usura fino al rifiuto di considerare la finanza come un sistema autonomo e autosufficiente.
Interessante notare come, anche per il Corano, non è tanto l’accumulazione di denaro a essere osteggiata, quanto la sua tesaurizzazione e quindi la sua “staticità”. Mentre “far circolare il denaro” è considerato positivo anche nella visione coranica dell’economia che ha quindi una sorprendente affinità con il dinamismo economico caldeggiato da Phelps.
Laura Zanfrini ha cominciato il suo intervento facendo notare quanto sia importante che tutte le religioni siano integrate nei luoghi di lavoro. Riallacciandosi alla lecture di Robb ha sottolineando poi come in una società sempre più diversa, a seguito delle migrazioni, la fede religiosa sia destinata a essere un fattore rilevante nel mondo del lavoro, che merita di essere valorizzato, tanto più se ci sta a cuore la crescita della produttività. Ha evidenziato infine la legittimità della religione sia nella sfera pubblica che nei luoghi di lavoro, soffermandosi anche su temi quali la socializzazione e l’integrazione delle giovani generazioni, in particolare delle donne immigrate.
In definitiva i luoghi di lavoro, così come le scuole, possono essere viste come “palestre di cittadinanza” in cui anche i valori religiosi possono contribuire a costruire un’etica con nuovi paradigmi più inclusivi.