For a Human-Centered AI

Dialoghi su tecnologia e società

21 Ottobre 2019

40 conferenze, 5 laboratori per ragazzi, 1 documentario in anteprima nazionale e una conferenza spettacolo hanno coinvolto nei tre giorni di Festival di Informatici Senza Frontiere circa 50 relatori e più di 1.500 partecipanti. Tra loro addetti ai lavori e curiosi, professionisti e anche numerosi studenti, trentini e non

Un pubblico attento e partecipe che si è mostrato pronto a riflettere sull’impatto sociale delle nuove tecnologie, scopo principale del festival organizzato dall’associazione Informatici Senza Frontiere e il Comune di Rovereto.

La formula di quest’anno, curata da Impact Hub Trentino, è stata all’insegna della commistione: quella tra linguaggi (spettacoli, film, conferenze e spettacoli), quella tra professionalità dei relatori coinvolti e quella di pubblici diversi sia per età che per competenze.

«La rivoluzione digitale tocca ognuno di noi e c’è la necessità da parte di tutti, dai giovani ai meno giovani, di acquisire le conoscenze necessarie a un uso consapevole e sano delle nuove tecnologie. Ma la conoscenza non basta, è necessaria anche una cultura che aiuti a gestire i cambiamenti profondi che queste tecnologie introducono nella vita di tutti i giorni: cambia il rapporto di comunicare tra pubblico e privato, il modo con cui ci relazioniamo agli altri, la fiducia che abbiamo quando ci troviamo di fronte a una notizia, solo per fare alcuni esempi» spiega il presidente di ISF Dino Maurizio.

Dopo il film “Zero Days” – che parla del virus informatico creato da USA e Israele per sabotare il progetto nucleare iraniano – le conferenze si sono alternate ai laboratori e venerdì sera, in una coinvolgente conferenza spettacolo multimediale l’antopologo Duccio Canestrini ha messo in scena sul palco del teatro Zandonai il rapporto d’intimità che sempre più unisce l’uomo e la macchina in “Human machine symbiosis”.

Tante le tematiche trattate: sicurezza, cyberbullismo, educazione alla tecnologia, informatica come strumento per superare le barriere e aiutare l’integrazione, collaborazione fra istituzioni e società, etica nell’utilizzo delle nuove tecnologie e evoluzione e utilizzi dell’intelligenza artificiale.

Importanti sono state le collaborazioni con Educa Immagine, AICA e l’Università di Trento. Prezioso il sostegno di Provincia Autonoma di Trento, Comunità della Vallagarina e Caritro e degli sponsor DedaGroup e Dolomiti Energia.

Anche FBK ha contribuito con diversi laboratori a cura di ricercatori in vari ambiti di studio, come ad esempio la conferenza su Artificial Intelligence & Healthcare a cura di Venet Osmani, del gruppo di lavoro eHealth, o il seminario dei ricercatori del gruppo di lavoro i3 Gianluca Schiavo e Nadia Mana sugli strumenti compensativi (tecnologie a supporto dell’apprendimento quali quelle per la lettura, la scrittura, il calcolo e le lingue) che hanno come obiettivo di fondo permettere che ogni persona possa manifestare il proprio potenziale.

Gli stessi ricercatori hanno inoltre presentato il progetto Bridge, che verte su come il digitale può supportare la popolazione più fragile nella ricerca di opportunità di lavoro e di formazione al fine di favorire l’inclusione sociale, e condotto il laboratorio SmartLab, con l’obiettivo di favorire nei ragazzi un pensiero critico sulle potenzialità e limiti dell’intelligenza artificiale applicata alle auto a guida autonoma, attraverso l’esperienza diretta con la programmazione e la robotica educativa.

Riflessioni sui megatrend, da un lato, e consigli pratici per gli operatori, dall’altro, il macro e il micro che convergono nell’Atene del Trentino per diffondere le migliori pratiche e ampliare gli orizzonti del pensiero critico attorno al ruolo centrale delle tecnologie nella nostra società e alla necessaria consapevolezza con cui farne un uso responsabile.


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