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FBK contribuisce alla valorizzazione del patrimonio nascosto sul monte Calisio

24 Giugno 2020

Grazie al progetto europeo VirtualArch, FBK ha valorizzato il patrimonio archeologico di 8 siti attraverso ricostruzioni 3D, realtà virtuale, visualizzazioni e App.

L’obiettivo principale del progetto VirtualArch è stato quello di utilizzare soluzioni innovative e di elaborare strategie transnazionali al fine di documentare, visualizzare e valorizzare siti culturali poco visibili, nascosti dalla vegetazione, sotterranei e subacquei.

Per il Trentino, il progetto ha visto la partecipazione dell’unità 3DOM della FBK, della Soprintendenza per i beni culturali di Trento e dell’Ecomuseo Argentario che hanno collaborato per diffondere la conoscenza del ricco patrimonio legato all’attività mineraria sul Monte Calisio di Trento e per aumentare la conoscenza e la fruizione da parte del pubblico.

Il Calisio, conosciuto anche come Monte Argentario, e’ stato frequentato fin dai tempi più antichi. Noto per la sua ricchezza geologica e naturalistica, conserva migliaia di tracce legate all’attività mineraria per l’estrazione dell’argento fin dalla fine del XII secolo.

“La nostra esperienza nel settore della documentazione 3D e nella valorizzazione del patrimonio culturale – spiega Fabio Remondino, ricercatore della FBK e responsabile dell’unità 3DOM – ci ha permesso di supportare la Soprintendenza della Provincia Autonoma di Trento (in collaborazione con l’azienda Arc-Team di Cles) ed offrire soluzioni innovative per la documentazione e visualizzazione del patrimonio archeologico nascosto sul Monte Calisio. La collaborazione ha anche portato a discutere la valorizzazione economica dell’area attraverso lo sviluppo di pratiche di turismo sostenibile per integrare e caratterizzare l’offerta culturale del territorio”.

Per conoscere ed esplorare meglio il patrimonio nascosto sul Monte Calisio, grazie al progetto VirtualArch è stata sviluppata una App per dispositivi mobili con 16 punti di interesse lungo tre percorsi già attivati dall’Ecomuseo dell’Argentario: il Sentiero delle Canope, il biotopo Le Grave e il Sentiero degli Gnomi. A questo, sono stati aggiunti nuovi pannelli informativi posti lungo il Sentiero delle Canope.

La App e i pannelli installati forniscono informazioni non solo sui tracciati, ma illustrano inotlre varie tematiche connesse allo sfruttamento minerario antico, alla geologia e alle tecniche di estrazione oltre agli gli strumenti dell’epoca. La App è scaricabile e consultabile, anche offline, lungo i sentieri interessati dal progetto. Attraverso descrizioni, immagini, modelli 3D, realtà virtuale e video è quindi possibile scoprire l’attività mineraria che ha caratterizzato il territorio del Calisio in epoca medievale ed entrare, virtualmente, in luoghi ancora nascosti.

“Il progetto – continua Fabio Remondino – ci ha permesso di mettere a disposizione le nostre soluzioni tecnologiche ed esperienze al fine di valorizzare il patrimonio nascosto attorno a Trento. In questi anni abbiamo inoltre supportato la Soprintendenza e il territorio attraverso innumerevoli progetti di valorizzazione quali Trento Città Fortezza, i forti della Prima Guerra Mondiale, i castelli medievali del Trentino (progetto 3D-ARCH), le impronte di dinosauro, i rifugi preistorici del Gaban e Dalmeri, le stele di Laces, Forte Larino a Lardaro, e ora il progetto TOTEM- 4D Trento Time Machine”.

VirtualArch è un progetto co-finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nell’ambito del programma di cooperazione transnazionale Interreg Central Europe. Coordinato dalla Soprintendenza archeologica della Sassonia (Germania), il progetto ha coinvolto, oltre ai partner Trentini, anche il Museo di Storia Naturale di Vienna (Austria), il Dipartimento di Archeologia dell’Università Niccolò Copernico di Torun (Polonia), l’Istituto di Archeologia dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca di Praga, l’Istituto per la Protezione del Patrimonio Culturale della Slovenia, il Centro di Archeologia Preventiva di Lubiana (Slovenia), l’Accademia Slovacca delle Scienze, l’Istituto di Archeologia di Nitra (Slovacchia), il Comune di Puck (Polonia) e la Città di Zara (Croazia).

 


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