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12 Agosto 2019

Alcuni esempi per presentare la “religione dell’innovazione”. La ricerca di Matteo Corsalini (dottorando Unisi / FBK-ISR) parte da una domanda centrale: la massimizzazione del profitto può essere letta come una nuova opzione di fede?

Lavorando ogni giorno tra le pareti della fabbrica e le macchine e i banchi e gli altri uomini per produrre qualcosa che vediamo correre nelle vie del mondo e ritornare a noi in salari che sono poi pane, vino e casa, partecipiamo ogni giorno alla vita pulsante della fabbrica, alle sue cose più piccole e alle sue cose più grandi, finiamo per amarla, per affezionarci e allora essa diventa veramente nostra, il lavoro diventa a poco a poco parte della nostra anima,
diventa quindi una immensa forza spirituale.”

[Adriano Olivetti]

“Ci sono molti motivi per cui le persone decidono di dedicarsi alla vendita diretta.
Una volta scoperte quali sono le opportunità di vendita, intuiscono subito il potenziale. E scatenano la loro fantasia”
(Doug DeVos, Presidente di Amway e Alticor)


La condizione dell’uomo contemporaneo appare strutturata per sostituire al mondo l’imitazione del mondo, all’espressione di sé l’esibizione di sé, alla narrazione lo storytelling, alla ricerca del senso della vita la ricerca di un livello sempre maggiore di benessere e visibilità. Una società che richiede costantemente opinioni, condivisioni ed esibizioni è una società che ha paura del silenzio, dello spazio, della costruzione, e dunque di un’autentica narrazione. Perché raccontarsi oggi significa fare addizioni, sommare like e post e immagini, non lasciare che qualcosa di sacro emerga da qualche parte di noi che si trova davvero in profondità. Come possiamo ritrovare la dimensione sacra e autentica dell’esistenza senza rimanere impigliati nelle maglie della società dell’immediatezza?

Sulla soglia delle società postmoderne e post-secolari, supponendo che l’innovazione sia diventata un veicolo per discorsi quasi religiosi, l’indagine scientifica di Matteo Corsalini (dottorando presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Siena con un’affiliazione a FBK-ISR ottenuta grazie all’FBK’s International PhD program), si concentra sul fatto che la crescita economica, la ricerca del profitto senza limiti e il benessere finanziario siano diventati essi stessi una nuova opzione di fede.

Questo scenario fa emergere diverse domande le cui risposte possono avere delle importanti implicazioni ben oltre la sfera religiosa fino a investire cambiamenti sociali profondi e trasversali. Ad esempio, ci aspetta un futuro più secolare e disincantato, dove la religione va a scomparire, oppure stiamo vivendo un ritorno verso il religioso? E inoltre, per quanto riguarda le imprese, il loro obbiettivo è massimizzare il profitto (Shareholder Theory), oppure tener conto delle responsabilità nei confronti della comunità (Stakeholder Theory)? Infine, come si interseca la dimensione spirituale e la libertà religiosa con lo sviluppo economico e la concorrenza nel mercato? Lo studio di Matteo Corsalini approfodnisce questi aspetti partendo da un’analisi storica e giuridica, andando a ricostruire la genealogia delle pratiche di “spiritual leadership”, classificandole e descrivendone i tratti distintivi.

In particolare la cultura aziendale genera “spiritual leadership” che si sviluppa in due principali direzioni di senso:

  • Il modello americano, in cui la cultura impresa di stampo cattolico contiene un elemento religioso esplicito, ad esempio come nei casi di Hobby lobby e Walmart.
  • Le imprese che propongono un allineamento valoriale ai portatori di interesse (dipendenti, fornitori, clienti, ecc.) con lo scopo di conseguire un maggiore benessere e quindi un incremento della produttività e del profitto come conseguenza.

In quest’ultima direzione, la contrapposizione che emerge dall’analisi dei casi di studio può esser riassunta nell’alternativa fra partecipazione e paternalismo. In altre parole, si presenta il rischio di assoggettare i dipendenti, consapevolmente o meno, persuadendoli con richiami a valori condivisibili. L’eventuale mancanza di coerenza fra contenuti altamente simbolici condivisi e altre pratiche in essere può minacciare infatti di svuotare di senso iniziative di questa natura.

Qual è il futuro della religione? Religione e modernità procedono insieme?  Matteo Corsalini prenderà in esame la letteratura scientifica a riguardo, i principi normativi e le pratiche in essere presso aziende di tendenza degli ultimi venti anni, gli anni della “digital transformation” e del “dataism”, facendo luce sulla quasi religiosità di tali pratiche che si manifesta attraverso comportamenti in azienda assimibilabili a quelli tradizionalmente religiosi. Due esempi opposti, evocati in apertura, sono il caso di Amway e l’ispirazione Olivettiana che continua a germogliare in tutto il mondo dopo oltre mezzo secolo dalla scomparsa dell’industriale e umanista di Ivrea.


Nell’ambito dell’area di ricerca sulla religione dell’innovazione di FBK-ISR, il progetto di dottorato di Matteo Corsalini affronta la relazione tra nuove forme di spiritualità e la legge nel campo delle società a scopo di lucro. Sulla soglia delle società postmoderne e post-secolari, supponendo che l’innovazione sia diventata un veicolo per discorsi quasi religiosi, la sua ricerca si concentra sul fatto che la crescita economica, la ricerca del profitto senza restrizioni e il benessere finanziario siano diventati essi stessi una nuova opzione di fede.


In copertina una immagine proveniente da Kickstarter relativa al progetto “The Yes Men Are Revolting”. Attraverso azioni di “media hacking”, da decenni il duo artistico Yes Men mira a creare consapevolezza verso l’azione corporativa e governativa.


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