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Giornata in ricordo di Paolo Prodi

13 Dicembre 2017

Romano Prodi ha tenuto l’intervento “La riflessione di un fratello”. Conferito il premio alle due migliori tesi di dottorato

“Se oggi la Ricerca in Trentino ha raggiunto questi livelli di eccellenza dobbiamo ringraziare due persone, Paolo Prodi e Bruno Kessler. Abbiamo pensato di ricordare il professor Prodi in modo concreto e duraturo con quello che immaginiamo gli farebbe più piacere: intitolare un premio di ricerca a suo nome”. Queste le parole del presidente Francesco Profumo durante il discorso di fine anno alla Fondazione Bruno Kessler di Trento lo scorso dicembre.

Oggi nella sede della FBK è diventata concreta l’iniziativa in onore del fondatore dell’Istituto Storico Italo-Germanico/Italienisch- Deutsches Historisches Institut (ISIG) e suo primo Direttore, dal 1973 al 1997, Paolo Prodi.

Alla giornata in suo ricordo hanno partecipato il presidente della Fondazione Bruno Kessler Francesco Profumo, il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, il rettore dell’Università degli Studi di Trento Paolo Collini, il direttore di FBK-ISIG Christoph Cornelißen e Romano Prodi che ha tenuto l’intervento “La riflessione di un fratello”.

“Paolo è stato più che un fratello”, ha detto durante il suo discorso Romano Prodi, “Era il quinto di nove ed è stato l’unico fratello che ha operato nel campo umanistico, perciò è stato il mio riferimento”.

Al termine della mattinata il conferimento del Premio Paolo Prodi (prima edizione), bandito dalla Fondazione Bruno Kessler, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, l’Università degli Studi di Trento e il Centro Studi Paolo Prodi di Bologna.

“Attraverso la ricerca in ISIG, così come attraverso la docenza universitaria presso la Facoltà di Lettere e Filosofia”, ha sottolineato Francesco Profumo, “Paolo Prodi ha contribuito a formare intere generazioni di studenti e docenti di altissima qualità, che a loro volta hanno avviato nuovi filoni di ricerca, all’insegna di quel rigore e di quel pensiero libero e anticonformista che sono propri della sua spiritualità laica. In questi valori noi riconosciamo il senso più alto dell’eredità che Paolo Prodi ha lasciato all’Istituto Storico Italo-Germanico, alla Fondazione Bruno Kessler e più in generale al Trentino. E poiché riteniamo sia ora anche nostra la responsabilità di mantenere vivi i suoi insegnamenti di studioso e di cittadino dell’Europa, sempre attento alla formazione delle nuove generazioni, abbiamo voluto istituire in suo onore un premio – il Premio Paolo Prodi – che viene conferito a due giovani ricercatori, distintisi per le loro tesi di dottorato su tematiche care a questa grande personalità della cultura, al quale il Trentino deve veramente molto”.

Premiati ex aequo per le loro tesi di dottorato Francesco Buscemi e Clarisse Roche che si sono divisi i 3.200 euro in palio e un soggiorno di un mese presso FBK-Isig per approfondire ulteriormente le loro ricerche e con la possibilità di pubblicarle nelle collane dello stesso Istituto. In particolare, la tesi di dottorato di Francesco Buscemi «Io giuro». Storia della fedeltà politica dai Lumi a Napoleone, svolta in cotutela tra la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Université Paris-Sorbonne, affronta il tema del giuramento nella seconda età moderna tra fedeltà politiche e fedeltà religiose. La tesi di dottorato di Clarisse Roche La frontière incertaine. Recomposition de l’identité chrétienne à Vienne au XVIe siècle (1523-1594), svolta in cotutela fra l’Université Paris-Sorbonne e l’Universität Wien, tratta invece il tema del conflitto religioso nei domini asburgici cinquecenteschi scegliendo come osservatorio privilegiato la città di Vienna, bastione della fede cattolica e della guerra anti-ottomana ma anche residenza di un potere imperiale costretto a cercare forme di compromesso con le aristocrazie passate alla Riforma.

Nel pomeriggio un momento dedicato ai ricordi personali, affidati a Paolo Pombeni (Università di Bologna), Cecilia Nubola (FBK-ISIG), Roberto Bizzocchi (Università di Pisa) e un bilancio scientifico con Birgit Emich (Goethe-Universität Frankfurt a.M.).


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