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I dati e la vita delle grandi città del futuro

7 Novembre 2018

La Roca London Gallery ospita una mostra basata sulle attività di ricerca di Marco De Nadai e MOBS@FBK. La mostra propone l'idea che, se usati responsabilmente, i dati personali potrebbero essere la chiave per una migliore progettazione urbana

La Roca London Gallery è uno spazio progettato da Zaha Hadid Architects, un’esperienza in evoluzione sul tema dei valori del design, dell’innovazione, della sostenibilità e del benessere. Ospita eventi sociali e culturali, mostre e installazioni.

Dal 15 settembre 2018 al 26 gennaio 2019 ospita una mostra gratuita dal titolo “I DATI E LA VITA DELLE GRANDI CITTÀ DEL FUTURO”. È ispirato all’emblematico libro “The Death and Life of Great American Cities” (La morte e la vita di grandi città americane) del 1961, del pioniere dell’urbanista, attivista e scrittrice Jane Jacobs. In esso, sollevando controversie per la mancata ampia raccolta di prove, la Jacobs era riuscita a identificare le quattro condizioni necessarie per una pianificazione urbana di successo, ovvero “i quattro generatori di diversità”. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento, guidati da Marco De Nadai, e i cui lavori faranno parte della mostra della Roca London Gallery, ha rivelato che le sue teorie erano incredibilmente accurate. Il metodo di De Nadai, un’alternativa molto più economica e veloce alla lunga e costosa raccolta di dati derivati da sondaggi, o a studi sul comportamento dei pedoni, utilizza una nuova generazione di database contenenti dati sulla città – quali OpenStreetMap e Foursquare – integrandoli con i dati registrati dai telefoni cellulari che mostrano il numero e frequenza delle chiamate in un’area e identificano così le aree più vivaci di una città. Questo nuovo approccio è rivoluzionario per la pianificazione urbana in quanto offre uno strumento oggettivo basato sull’evidenza per valutare aspetti quali la qualità, la vitalità e la diversità della vita cittadina. Piuttosto che basarci su una prospettiva “dal satellite”, siamo ora in grado di capire come funziona una città “dalle strade verso l’alto”, fornendo una via empirica a ciò che Jacobs chiamava “l’avventura di sondare il mondo reale”.

La raccolta di dati può esserci utile? Il futuro di una progettazione urbana centrata sull’uomo sta nei big data?

Una serie di eventi serali, aperti al pubblico, saranno organizzati in concomitanza con la mostra.

Goditi Londra e visita la mostra! 


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