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Il ruolo degli attori religiosi nella definizione di politiche sull’IA

18 Gennaio 2022

Si conclude con la pubblicazione di un nuovo policy paper il mandato del Prof. Ventura come direttore di FBK-ISR.

Approdato al Centro per le Scienze Religiose nel 2016, il Prof. Ventura ha esaurito il suo mandato pluriennale lo scorso 31 dicembre 2021. Il policy paper Shaping the AI Transformation: The Agency of Religious and Belief Actors ha concluso simbolicamente la sua esperienza presso la Fondazione, che il professore ha voluto ricordare con queste parole: “È stata una straordinaria esperienza di ricerca e di vita in una grande comunità e in una grande istituzione, protagonista nel passato e sempre più nel futuro.”  

Riguardo al policy paper in questione, lo scritto affronta la tematica dell’avvento e della diffusione, sempre più importante e massiva, dell’Intelligenza Artificiale (di seguito IA) nella società, offrendo dieci raccomandazioni per plasmare questo nuovo strumento e garantirne un utilizzo equo e rispettoso delle diversità dei singoli. Le raccomandazioni sono pensate per gli attori religiosi, di qualsiasi credo o provenienza siano (Religious and Belief Actors), decisori politici e ricercatori che operano nel campo dell’IA e della religione e riassumono il punto di vista del Centro sulle molteplici interazioni degli attori religiosi con le tecnologie ad Intelligenza Artificiale, nella speranza che possano contribuire a orientare le interazioni future in un modo socialmente utile. Il documento è anche la sintesi del lavoro di ricerca e di azione del Centro negli ultimi anni, in un percorso di progressiva integrazione nello sviluppo strategico dell’intera Fondazione. Di seguito riportiamo le raccomandazioni citate: 

Il ruolo degli attori religiosi nella definizione di politiche sull’IA 

  1. In linea con un approccio che coinvolga più stakeholder e la società nella sua interezza, i decisori che definiscono i processi decisionali sull’IA a livello nazionale e internazionale dovrebbero potenziare e/o instaurare nuovi canali di confronto con gli attori religiosi.
  2. Per rendere giustizia alla varietà di comunità religiose o di credo, il confronto con gli attori religiosi non dovrebbe limitarsi ai leader di gerarchia più alta, attori istituzionalizzati e organizzazioni formali, ma dovrebbe auspicabilmente coinvolgere minoranze, donne, rappresentanti LGBTQ+ e giovani, all’interno delle rispettive comunità di appartenenza.
  3. La collaborazione tra diversi attori religiosi e tra attori religiosi e stakeholder, governativi e non, dovrebbe essere rafforzata allo scopo di avere più policy e sostegno in merito all’etica e all’amministrazione dell’IA, con particolare riferimento alla tutela dei dati sensibili e alla prevenzione di pregiudizi e discriminazioni.
  4. Tuttavia, in virtù della significativa esperienza nell’impiego (e talvolta nella stessa definizione e sviluppo) di tecnologie con IA, si dovrebbero interpellare diversi attori religiosi non solo in merito al loro giudizio delle implicazioni etiche dell’IA, ma considerandoli anche stakeholder e protagonisti dell’innovazione nell’intero ciclo di vita dell’IA.

Alfabetizzazione sulla religione e alfabetizzazione sull’IA

  1. Nel processo di definizione di tecnologie IA più eque (con meno pregiudizi) e più affidabili al servizio delle comunità di tutto il mondo, gli attori – governativi e non – dovrebbero promuovere iniziative volte ad aumentare l’alfabetizzazione sulla religione e sulla non-religione e la consapevolezza delle differenze di religione esistenti fra i decisori politici, gli sviluppatori di IA, imprese e altri stakeholder.
  2. Allo stesso modo, si dovrebbe promuovere l’alfabetizzazione sull’IA tra gli attori religiosi perché proprio loro potrebbero trovarsi ad utilizzare tecnologie IA senza essere completamente coscienti delle opportunità che tali tecnologie possono offrire, o dei rischi connessi, in particolare riguardo alle tematiche della sorveglianza e della privacy.
  3. Gli attori religiosi dovrebbero essere consapevoli che le loro interazioni con le tecnologie IA vanno spesso ben oltre l’etica e la difesa dei diritti umani. Favorire una conoscenza dell’IA fra gli attori religiosi dovrà quindi prevedere anche la promozione di processi di riflessione critica e valutazione sul diverso rapporto degli attori religiosi con le tecnologie IA, dall’uso dei social media agli investimenti di capitali nelle società IA.
  4. Nei limiti delle proprie possibilità, gli attori religiosi dovrebbero considerare l’opportunità di assumersi la responsabilità di diventare – in modo più o meno formale – educatori di IA per le loro comunità, promuovendo l’uso responsabile delle tecnologie digitali e rendendo le persone consapevoli dei risvolti etici e sociali dell’IA secondo valori condivisi di libertà, dignità, uguaglianza e rispetto.

Ricerca e produzione di conoscenza sull’IA

  1. Rafforzare concretamente il coinvolgimento degli attori religiosi può contribuire a plasmare le future ricerche, sviluppi e impiego dell’IA in maniera benefica, responsabile e affidabile. Considerata la complessità delle tecnologie digitali in evoluzione e il loro impatto sulle società, è consigliabile adottare metodologie multi-, trans- e interdisciplinari nello studio della religione, della non religione e dell’IA.
  2. Ricercatori che si occupano di IA, studi religiosi, studi non-religiosi, scienza e tecnologia, sociologia e innovazione dovrebbero auspicabilmente collaborare nei loro lavori futuri per riuscire ad affrontare una serie di argomenti su cui finora si è fatta poca ricerca, che includono, in maniera non esaustiva:
  • impiego di tecnologie IA da parte degli attori religiosi;
  • conseguente loro utilizzo (im)proprio dei meccanismi di sorveglianza basati su dati;
  • contributi (e resistenza) degli attori religiosi per la definizione, lo sviluppo e l’implementazione di una IA affidabile;
  • collaborazioni e partenariati relativi all’IA fra attori religiosi e fra di essi e altri attori civili;
  • implicazioni di IA collegate agli attori religiosi per diverse aree di sviluppo sostenibile come per esempio la salute, la tutela dei minori, l’economia e la coesione sociale;
  • approccio su base di dati per lo studio della religione e del credo;
  • pregiudizi (religiosi e non) negli esempi di allenamento del sistema.

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