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La giornata nazionale per la promozione della lettura

24 Marzo 2025

In Italia si legge sempre meno e si cerca di correre ai ripari, perché i libri sono importanti sia per la crescita individuale, sia per quella economica. Proviamo a leggere i dati.

Il 24 marzo di ogni anno si celebra la Giornata nazionale per la promozione della lettura. L’esigenza di istituire una giornata che ci ricordasse quanto è importante avvicinarci alla lettura per renderla una parte integrante della nostra vita si è concretizzata nel 2009. Era il 15 luglio, quando un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri istituì la ricorrenza, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione e le nuove generazioni nello specifico, sull’importanza della lettura come strumento essenziale per la crescita culturale e personale. Erano i tempi del Berlusconi IV, sessantesimo esecutivo della Repubblica Italiana, rimasto in carica dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011; 1.287 giorni. Fu il secondo governo più longevo della storia della Repubblica Italiana, preceduto solamente dal Berlusconi II. Il decreto fu firmato, oltre che dal presidente, dai ministri Bondi (beni e attività culturali) e Gelmini (istruzione, università e ricerca). Date le coordinate temporali, cerchiamo di entrare nel mezzo della questione. 

Succede dunque che, da allora, ogni 24 marzo le amministrazioni pubbliche promuovono eventi per incentivare la lettura, di norma in collaborazione con le scuole (che rivestono un ruolo centrale per la giornata), le associazioni e gli organismi operanti nel settore editoriale. Le iniziative connesse a questa ricorrenza sono molte: concorsi per chi scrive, letture plurilingui, presentazioni, tavole rotonde, videoletture online e letture ad alta voce nelle biblioteche, letture per i bambini con protagonisti i loro peluche. È bello che si dia spazio alla fantasia, ma serve che nessuno del mondo degli adulti si senta escluso.

L’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori ha pubblicato i dati dell’indagine affidata a Pepe Research sull’andamento della lettura in Italia nel 2024. Rispetto agli anni precedenti si legge di meno: almeno un libro all’anno per il 73% degli intervistati (tra i 15 e i 74 anni), mentre nel 2023 era il 74%; il dato comprende anche ebook e audiolibri; per il cartaceo si rimane al 66% (68% nel 2023). Le donne leggono più degli uomini, al sud si legge meno soprattutto perché inferiore è il numero di librerie, rivendite e biblioteche pubbliche. Potrebbero sembrare numeri non così malvagi, ma un importante distinguo cambia, e di molto, le carte in tavola. L’indagine della quale stiamo discutendo si basa sulla domanda formulata così: «Pensando agli ultimi 12 mesi le è capitato di leggere, anche solo in parte, un libro di qualsiasi genere, non solo di narrativa (come un romanzo, un giallo, un fumetto, un fantasy…) ma anche un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina, ecc. su carta o in formato digitale come un e-book, o di ascoltare un audiolibro?». C’è però un’altra ricerca, condotta dall’ISTAT, che invece getta così le proprie fondamenta, chiedendo a un campione di popolazione dai sei anni in su: «Negli ultimi 12 mesi ha letto libri (cartacei, ebook, libri online o audiolibri)? Consideri solo i libri letti per motivi non strettamente scolastici o professionali». La percentuale di chi risponde «sì» crolla al 39%. Una percentuale che, per di più, si rispecchia anno dopo anno in un gruppo poco incline al cambiamento. In parole povere, a leggere sono essenzialmente sempre le stesse persone. 

Leggere è fondamentale anche per chi scrive. Me ne sono reso conto, una volta in più, quando pochi giorni fa alla presentazione di un mio libro mi è stato chiesto di approfondire un particolare contesto storico, quello del Giappone del XVI secolo. Non è un contesto che ho studiato in maniera dettagliata, ma ho letto alcuni romanzi storici – documentati bene – nei quali la ricostruzione di quel contesto era fatta davvero a regola d’arte. Ho potuto allora rispondere alla domanda, senza dimenticare di svelare perché e come fossi in grado di farlo, concedendomi lo spazio per un elogio convinto alla buona narrativa. Chiudo con una riflessione: quando inizi un libro, non sai mai se davvero lo stai facendo per motivi non strettamente scolastici o professionali; capita spesso che le cose siano troppo connesse per sbrogliare così facilmente la matassa della conoscenza letteraria. L’importante è leggerlo. Buon 24 marzo a tutte e a tutti.

 


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